L’attaccante ha segnato 3 reti in 4 gare. Vanoli: “Qui è in un ambiente unico”
Eljif Elmas ha aumentato il tasso di qualità dell’attacco del Torino. Tesi incontrovertibile, basta guardare la delicatezza delle sue tre reti in soli 245 minuti. Ma il fantasista macedone preso dal Lipsia nel mercato invernale ha dotato i granata anche della determinazione che mancava sotto porta. Parliamo di concretezza: tre tiri in porta, altrettanti gol. Le conclusioni fuori? Una. Rapporto tra tentativi e realizzazioni, altissimo. Per un confronto che raffiguri come sia cambiato il Toro di fronte al portiere, si può prendere il doppio scontro con il Parma. All’andata finisce 0-0 e l’opportunità mancata da Karamoh riassume le difficoltà di concentrazione in zona porta: con il portiere già superato, il gol non arriva perché l’esterno quasi si dimentica di tirare. Sabato invece, come coronamento di una percussione iniziata nella propria trequarti, la palla arriva a Elmas, sullo spigolo sinistro dell’area: un paio di movimenti per disorientare il marcatore diretto e poi il fulmine sul palo lontano. Essenziale, senza specchiarsi nell’eleganza fine a se stessa.
Maturazione
—
“Elmas al Toro può dare tanto: il mio compito è fargli capire che è in un ambiente unico, qui può diventare un giocatore importante”, sono le parole di Vanoli venerdì, e il giorno dopo il rapporto si è consolidato ancor di più. Eppure Elmas non è arrivato con la fama di giustiziere dei portieri: in Italia il suo modo di proporsi era già conosciuto, in quattro stagioni e mezza al Napoli aveva festeggiato 19 reti in 189 presenze. Si adattava a tutto e per questo motivo piaceva tanto anche a Luciano Spalletti. Mezzala, rifinitore, esterno d’attacco, mediano e anche centravanti: nella stagione dello scudetto ha sempre portato consistenza, risultando molto prezioso. Pur giocando da titolare meno di un terzo delle partite si era preso la soddisfazione di diventare il terzo marcatore azzurro in campionato, dietro a Osimhen e Kvaratskhelia. Si parla però sempre di numeri contenuti, sei reti in 36 presenze. Con il Torino, tre in quattro partite. Il gioiello grezzo, come lo chiamava con affetto Spalletti, adesso ha trovato una sua luce.
La bellezza
—
Elmas sta abituando alla raffinatezza del suo calcio i tifosi, non solo quelli granata. A Bologna, nel suo primo gol torinista qualche minuto dopo il suo esordio (tunnel e pallonetto per superare in pochi metri Beukema e il portiere Skorupski), sono arrivati anche applausi dal pubblico di casa. Il gesto li valeva tutti. Le sue sono reti dal respiro internazionale: per restare in questi giorni, riguardate il diagonale di Julian Alvarez dell’Atletico nel derby madrileno di Champions, e si vedrà l’analogia con quello di Parma. L’effetto Elmas sta portando al Toro punti e bellezza: qualità e quantità che danno gioia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA