Il tempio del calcio irpino torna a vivere il clima della Serie B. Previste tante novità per la struttura campana
Lo stadio Partenio è a tutti gli effetti il tempio del calcio irpino. Nel 1970 l’inaugurazione con il Presidentissimo Antonio Sibilia già al timone del club biancoverde. All’epoca l’Avellino militava in Serie C e la struttura venne concepita per ospitare in ottica futura, con adeguati interventi di ampliamento, nel complesso ben 40mila spettatori sugli spalti.
La forma ovale con doppio anello e annessa pista d’atletica, modalità di realizzazione molto in voga all’epoca, poneva l’impianto molto simile al San Paolo di Napoli Fuorigrotta. L’azienda di Costantino Rozzi, che oltre a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Ascoli portava avanti una florida attività edile, portò a compimento i lavori con brillantezza.
Ubicazione e cronistoria dei lavori di ampliamento
Lo stadio è ubicato nel cuore della Contrada Zoccolari a circa 3 km dal centro di Avellino e vede al suo fianco anche il Palazzetto dello Sport Giacomo Del Mauro, vecchia casa questa della mitica Scandone in tempi non sospetti. Sul piano della viabilità la struttura è posizionata a pochi chilometri dal tratto autostradale di riferimento della Avellino-Salerno e non lontano anche dalla locale stazione ferroviaria. Una serie cospicua di interventi di ristrutturazione e potenziamento sono stati ideati e posti in essere concretamente dal 1978. Il primo salto in Serie A offrì al caldo pubblico irpino l’occasione di vedere dal vivo i beniamini di sempre. Da Bruno Giordano a Roberto Pruzzo passando per Spillo Altobelli e Roberto Bettega. Sbancare il Partenio era un’impresa davvero complicata, anche per le indiscusse big del campionato. Anni e anni dopo, nello specifico nel 2011, la struttura venne intitolata alla memoria dello sfortunato Adriano Lombardi, capitano e bandiera dell’Avellino, deceduto per sclerosi laterale ameotrofica.
Il deterioramento e la riduzione della capienza
Con il passare delle stagioni, però l’impianto ha spalancato le porte ad un fisiologico deterioramento. Tra carte bollate, poject financing, incontri con le istituzioni e non solo, per ora l’unica certezza è stata la sensibile riduzione della capienza totale. Attualmente, dopo aver brindato al sospirato ritorno in Serie B, i Lupi campani vantano uno stadio omologato per soli 9080 tifosi, di cui 500 posti per gli ospiti. Questi attualmente i settori aperti del Partenio: curva sud (5500 posti disponibili), Trbuna Terminio (800), Tribuna Montevergine (2200), spicchio per ospiti (500) più 80 posti riservati a soggetti disabili.
I progetti per la rinascita e i costi di gestione
Gestire uno stadio al giorno d’oggi comporta costi non indifferenti che vanno considerati nell’ambito di una interpretazione tecnica ed economica particolareggiata. Occorre sottolineare a latere che di recente la Regione Campania ha stanziato 2 milioni di euro per interventi all’impianto. Questi fondi sono destinati a lavori specifici di riqualificazione. Ecco le novità in vista: 1.4 milioni di euro per lavori generali, 600mila euro per il manto erboso, 167.400 euro per i seggiolini (con deroga per l’installazione fino a febbraio 2026), 170.000 euro per manutenzione straordinaria e adeguamento dei tornelli. Dagli ultimi dati del bilancio presentato dal club del Presidente Angelo Antonio D’Agostino si evince un innalzamento dei costi del personale, in parte collegati al Partenio, da 4 a 6 milioni di euro. I costi di gestione annuali includono voci come utenze (elettricità, acqua, gas), pulizia, manutenzione ordinaria del campo e delle strutture, sicurezza privata, assicurazioni, piccole riparazioni e adeguamenti. Ad oggi i costi complessivi di gestione del Partenio-Lombardi ammontano a 100mila euro più IVA. La struttura resta di proprietà del Comune irpino. Nell’ultimo consiglio cittadino, datato febbraio 2025, l’U.S. Avellino ha dato disponibilità nel provvedere al pagamento di tutte le utenze eccetto quella relativa all’acqua. In ottica futura non si esclude una esternalizzazione della gestione del Partenio ad enti terzi.