Davide Calabria ad Atene, allenato dall’ex tecnico nerazzurro Rafa Benitez. Ma il tifo per il Milan gli riempie ancora il petto.
Domenica 23 novembre alle 17.00 a Serres, nella periferia della Macedonia Centrale, si giocherà Panserraikos-Panathinaikos. Gli ultimi in classifica del campionato greco ospitano il “Pana” ambizioso che punta in alto di Rafa Benitez e Davide Calabria. Benitez è il primo allenatore interista affrontato in un derby milanese da Massimiliano Allegri, era il novembre 2010, 1-0 per il Milan rigore di Ibra. Davide Calabria è Davide Calabria: sta già pensando, dopo aver dato tutto in campo da professionista per la sua maglia sul campo del Panserraikos, a piazzarsi davanti alla tv per non perdersi Inter-Milan per nessuna ragione al mondo: “Da quando sono qui, le ho viste tutte, non me ne sono persa una, peccato per il gol sfiorato dal mio amico Pulisic a Parma”. Ma poi ne parliamo di Pulisic…
Davide Calabria e il derby
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“Mi è entrato in pancia nella Primavera: era il gennaio 2014, ci allenava Pippo Inzaghi. Giocavamo a Interello e venne la Curva Sud a fare il tifo e i cori solo per noi. Per un ragazzino, avere gli striscioni e il tifo in quel modo era tanta roba. Vincemmo 2-0, segnarono Benedicic e Di Molfetta. Io entrai nel secondo tempo, vincere quel derby in casa dei nostri avversar, con i nostri tifosi, mi ha fatto toccare il cielo con un dito. Quel giorno ho sentito, ho deciso, che il derby era la partita della vita, la più bella di tutte”.
Com’erano i derby giovanili? “Tosti, sentiti, i miei avversari più duri erano Dimarco, era già quotatissimo a livello giovanile, e Bonazzoli, che ho visto che il vizio di far gol al Milan non l’ha ancora perso…”. Il tuo esordio da titolare nel derby a San Siro? “Alle 12.30, con Montella, all’andata avevano giocato Abate e De Sciglio, al ritorno toccava a me e De Sci. Avevo appena compiuto 20 anni, ero teso, agitato, era la conferma che era la partita che sentivo più di tutte. Quando pareggiò Zapata al 97esimo fu una liberazione”.
Perchè la partita più bella di tutte? “Perchè c’è rispetto, perchè non ci si ammazza calcisticamente parlando, ma c’è tanta rivalità, la sentiamo da matti. Nessuna città ha il nostro derby. Non c’è, con tutto il rispetto per tutti, un derby vero, profondo, di tradizione e di prestigio come quello di Milano con tutta la sua storia e tutti i suoi titoli. E’ il miglior derby di tutti”.
E quando si è girato Giroud? “Gli ho dato io la palla del secondo gol. Ma noi quell’anno eravamo fiduciosi…Io ero anche capitano…e la fascia mi ha fatto nascere dei rituali, io che non sono mai stato e non sono scaramantico. Appena entravo in campo dovevo subito guardare la Curva, mi faceva sentire orgoglioso indossare la fascia e guardare i nostri tifosi, mi gasava. Poi il mio passaggio a Olivier è stata la ciliegina sulla torta”.
Domenica sera sarai in Grecia davanti alla tv. a chi passi il testimone, a chi chiedi di farti un grande regalo? “Ci penso…beh…a Chris Pulisic, lui lo può fare. Era partito alla grande quest’anno, poi si è infortunato. Ma lui è un ragazzo strepitoso, sempre serio, sempre tranquillo, super disponibile in spogliatoio per la squadra. E poi è un grande talento troppo spesso sottovalutato. Dai Chris…”.
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