D’Angelo: “Lo Spezia merita altra occasione. Sogno ancora la sconfitta contro Cremonese”

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Il tecnico, la finale persa, le richieste e la scelta di restare “Abbiamo tutto, lo stadio è il top e poi quel tiramisù…”

Nicola Binda

Giornalista

Sabato Luca D’Angelo ha compiuto 54 anni. Se non avesse perso la seconda finale playoff in casa della carriera, avrebbe festeggiato in Serie A. “Invece ho fatto il solito compleanno in ritiro, lavorando: da quando ho 16 anni è così, prima da giocatore e ora da allenatore, tranne una sola volta”. 

Lo Spezia cosa le ha regalato? 

“Un bel tiramisù, il mio dolce preferito”. 

Magari si aspettava un nuovo giocatore… 

“La proprietà sa cosa serve per completare la rosa. Siamo un po’ scoperti, ma sono fiducioso”. 

“Solo una persona può dirmi quello che devo fare: si chiama Flora ed è mia madre”. Questa frase è scolpita al Picco: cosa le ha regalato? 

“100 euro come fa sempre. E ne prende 1.100 di pensione. Io rifiuto, ma lei insiste”. 

Ha metabolizzato la sconfitta in finale con la Cremonese? 

“Ogni tanto ci penso. Quando è uscito il calendario di Serie A ho visto Milan-Cremonese alla prima giornata e ho detto che saremmo potuti esserci noi…”. 

In finale l’ha battuta due volte Stroppa, che ha detto di lei: “La prossima volta vince lui la finale, ma io sarò arrivato davanti”. 

“Partendo dal presupposto che Giovanni è un punto di riferimento, lo prendo come un atto di fiducia. Mi ha battuto due volte, ma io sono arrivato due volte davanti. Bisogna cambiare regolamento: chiederò al mio ex presidente Gravina (ai tempi del Castel di Sangro, ndr)”. (ride) 

Dopo la finale il divorzio sembrava certo, l’hanno cercata il Modena e altri. Perché è rimasto? 

“Ho chiesto una decina di giorni per riflettere. Poi ho pensato: la cosa che più mi piace è dare continuità al lavoro, perché cambiare? La proprietà è stabile, il pubblico c’è, qui mi trovo bene. Sarebbe stato più comodo andarmene, ma la continuità è meglio e non è stata una decisione sofferta”. 

Come sta rinascendo lo Spezia? 

“Con un buon entusiasmo. Pensavo di ritrovare la squadra più abbacchiata, invece c’è grande voglia di allenarsi e stare insieme. Sono fortunato ad avere ragazzi seri, stiamo rinascendo nel modo giusto anche se quello che è stato fatto non conta nulla”. 

Cambierà qualcosa a livello tattico? 

“Qualcosa sì. Mi piacerebbe trovare gli equilibri per usare più spesso il trequartista”. 

Due anni fa ha trovato un Pio Esposito acerbo e ora l’ha rimandato all’Inter pronto per San Siro. 

“È un gioiello, come ragazzo e come calciatore. Farà le fortune dell’Inter. Alle qualità aggiunge sacrificio e lavoro come pochi, non si accontenta. L’avevo paragonato a Bobo Vieri, lo confermo. Chivu aveva Pio in Primavera, ora se lo ritrova pronto. È un tecnico che mi piace, anche come parla”. 

Salvatore Esposito invece è rimasto. 

“Sta affrontando il ritiro con grande professionalità. È sempre stato un leader, sono ben felice”. 

Rispetto al torneo scorso avete perso qualcuno. 

“La società deve adeguare il monte ingaggi a quello della B e dobbiamo anche ringiovanire un po’. Abbiamo perso Pio, Reca, Bertola, Gori e Chichizola, speriamo che gli altri rimangano”. 

Non Lapadula, destinato al Pescara… 

“Gianluca è un grandissimo professionista, ha fatto più vacanze perché è stato in nazionale. Lo aspetto e vedremo cosa deciderà di fare”. 

C’è molta curiosità per l’altro Vlahovic.

“È motivato, viene da una scuola importante e se ha segnato tanto in C vuol dire che ha qualità”. 

È stata superata quota 6mila abbonati, il Picco è già pieno al 56%: i tifosi credono in voi. 

“C’è grande coesione con la città, i tifosi hanno visto che facciamo le cose seriamente e rispondono sostenendoci. La nostra squadra entusiasma per come gioca, e i tifosi vengono volentieri allo stadio anche perché il Picco è diventato molto bello: con impianti così, la gente arriva facilmente”. 

Chi c’è oggi in Serie B più forte di voi? 

“Discorso sempre complicato, ma è la bellezza della Serie B. In A sai già le prime 6-7, qui possiamo dire le tre retrocesse, che hanno una struttura forte, e il Palermo per mercato e allenatore”. 

Una squadra che sta nascendo bene? 

“Ne dico tre: Bari, Modena e Mantova”. 

Domani c’è il calendario: un anno fa debuttò a Pisa e Inzaghi è salito in A, ora chi si aspetta? 

“Quella fu una partita particolare per me… Stavolta sarebbe bello trovare il Venezia: Stroppa lo soffro nelle finali, in campionato meno”. 

Ci sarà il Pescara, la squadra della sua città. 

“Mi auguro che questa trasferta non sia un infrasettimanale, così mi fermo a casa dalla Flora”.



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