Tra i 26 convocati di Spalletti per Euro 2024 c’è anche Folorunsho, la new entry dell’Italia: chi è il giocatore di proprietà del Napoli che si è guadagnato la chiamata dopo l’ottima stagione con il Verona.
Fare un passo indietro per prendere la rincorsa, questo è il filo conduttore della storia di Michael Folorunsho che per la prima volta parteciperà agli Europei con la maglia dell’Italia. La sua è stata una scalata che ha richiesto tempo, pazienza e anche qualche rinuncia, ma che lo ha portato nel punto più alto solo quando era perfettamente pronto per prendersi tutte le sue responsabilità. Luciano Spalletti lo ha scelto nel gruppo dei 26 che voleranno in Germania per difendere il titolo continentale, un premio per quanto fatto fino a oggi con sacrificio e grande dedizione.
La sua è una favola in piena regola, una di quelle storie sulla quale fantasticano i bambini mentre prendono a calci un pallone. Dopo tanta gavetta Folorunsho è arrivato in Nazionale, ma il suo percorso è stato tutto in salita: dalla panchina di Inter-Lazio a San Siro con la maglia biancoceleste si è ritrovato catapultato in Serie C, prendendo parte alla scalata che gli ha permesso di diventare uno degli Azzurri di Euro 2024.
Chi è Folorunsho, dalla Serie C agli Europei
La sua storia parte da lontano. Folorunsho nasce a Roma il 7 febbraio 1998 da una famiglia di origine nigeriana e il suo unico sogno è quello di diventare un calciatore. Da bambino si diverte a seguire la Lazio e per il suo talento viene scelto per le giovanili: la stoffa c’è e si vede, tanto che nel 2017 Simone Inzaghi lo convoca per la partita di Coppa Italia contro l’Inter permettendogli di trovare la prima panchina tra i grandi.
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In quel momento però la società non lo reputa abbastanza maturo da consentirgli il salto nella prima squadra. La mezz’ala ha qualità, ma anche a causa di qualche problemino caratteriale è costretto a mettere da parte tutte le sue ambizioni e a riprendere il filo della sua carriera dalla Serie C, dalla Virtus Francavilla. Lì resta due anni, prima di finire in una girandola di prestiti che lo allontanano dal sogno di esordire in Serie A: viene acquistato dal Napoli per un milione di euro ma poi viene girato immediatamente a Bari, Reggina, Pordenone, di nuovo Reggina e poi ancora Bari.
Bari e Verona come trampolino di lancio
È la seconda esperienza con i Galletti che si trasforma in un pass per la massima serie: con la maglia del Bari Folorunsho perde la finale dei playoff di Serie B ma chiude la stagione con nove gol, prestazioni convincenti e una maturità che fino a quel momento non si era mai vista. Il Napoli lo segue con occhio attento e l’anno successivo lo gira in prestito al Verona dove avviene la sua consacrazione. Nell’ultima stagione la mezz’ala italiana è stato tra i giocatori più sorprendenti, tanto da guadagnarsi la chiamata di Spalletti nello stage con l’Italia a Coverciano.
La sua gavetta ha finalmente portato i frutti che aveva sempre desiderato e dopo un lungo girare ha trovato la sua dimensione: Folorunsho è ancora di proprietà del Napoli, con Antonio Conte che potrebbe puntare su di lui per il prossimo campionato, e può impreziosire la sua carriera con l’esperienza degli Europei, un sogno a occhi aperti per un giocatore che fino a due anni fa poteva osservare la Serie A soltanto da lontano.
Folorunsho, talento e lungimiranza
La decisione di fare un passo indietro quando non aveva compiuto neanche 20 anni è risultata decisiva per la sua crescita. Non ha affrettato i tempi, ma ha saputo abbassare la testa e pedalare partendo dal basso fino a toccare le vette più alte. La convocazione un po’ a sorpresa per gli Europei è la gratificazione più grande per il suo lavoro e adesso spera di potersi ritagliare un posto anche nella squadra di Spalletti.
“Folorunsho è una bestia” ha detto scherzosamente il commissario tecnico per sottolineare la sua esplosività e la grinta che lo accompagnano, assieme alla grande forza fisica e alla visione di gioco che gli permette di essere decisivo anche in avanti. Le sue caratteristiche ben si adattano al calcio moderno proposto dall’Italia nel nuovo corso e la propensione al sacrificio è una dote che piace tanto a Spalletti, capace di riconoscere il talento e di dargli il giusto merito.
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