Dai campi della Juventus al cantiere: la rinascita di Çendrim Kameraj

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Dopo tre gravi infortuni al crociato, l’ex promessa della Juventus ha detto addio al calcio. Oggi lavora in cantiere e allena una piccola squadra svizzera

C’erano i sogni, la maglia bianconera e i campioni da cui imparare. Çendrim Kameraj, difensore svizzero di origini kosovare, nel 2017 era una giovane promessa della Juventus: talento, grinta e quella sensazione di essere a un passo dal grande calcio. Ogni giorno si allenava accanto a Cristiano Ronaldoe Higuain, respirando l’atmosfera di una squadra piena di campioni. Ma il destino gli ha presentato un conto salatissimo. Tre rotture del legamento crociato, una dopo l’altra, lo hanno strappato al suo sogno e costretto a guardare il pallone da lontano.

Dalla Juve ai cantieri: il sogno spezzato di Kameraj

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Çendrim Kameraj arrivava alla Juventus pieno di entusiasmo e ambizione. A soli 18 anni aveva realizzato il sogno di molti: vestire la maglia bianconera e allenarsi fianco a fianco con campioni. Ma la sua carriera ha preso presto una piega amara. Dopo la prima rottura del legamento crociato, il difensore svizzero è stato costretto a un lungo stop che gli ha precluso la permanenza a Torino.

Tornato in patria, ha provato a rilanciarsi tra Lugano e Zurigo, ma il destino gli ha riservato un’altra delusione: un secondo infortunio al ginocchio che lo ha costretto nuovamente ai box. “Ero al top, mi allenavo con i migliori, e poi mi sono ritrovato di nuovo in fondo”, ha raccontato a 20min.ch. Dopo la terza rottura del crociato, arrivata incredibilmente pochi minuti dopo il suo ritorno in campo con lo Zug 94, Kameraj ha dovuto fare i conti con la realtà: il sogno di diventare un calciatore professionista era finito.

La rinascita: dal casco al fischietto

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Oggi, a 26 anni, Kameraj ha trovato un nuovo equilibrio. È diventato virale sui social con un post che racconta meglio di mille parole la sua parabola: una foto accanto a Cristiano Ronaldo e, subito dopo, una in cantiere con il caschetto da operaio. “In realtà sono un consulente delle risorse umane presso un’impresa edile, ma il nostro supervisore ci manda ogni giorno sul campo per capire quanto sia impegnativo questo lavoro”, spiega.

Nonostante tutto, il calcio non è scomparso dalla sua vita. Ora allena l’FC Ebikon, una piccola squadra svizzera, e condivide con i ragazzi la sua esperienza di sacrificio e rinascita. “Ho toccato il fondo, ma ho capito che nella vita ci si può rialzare”, ha detto con orgoglio. Da promessa della Juve a simbolo di resilienza, Kameraj dimostra che anche dopo le cadute più dure, si può sempre riscrivere la propria storia.

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