Il tecnico nerazzurro sentito dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano: ha precisato di non essersi mai sentito minacciato dal capo ultras Marco Ferdico per le richieste di biglietti
Nessuna minaccia, soltanto “richieste”. Sono le parole che il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi avrebbe riferito agli investigatori che indagano sulle infiltrazioni malavitose nelle curve di Milan e Inter.
Inter, Inzaghi ascoltato dalla polizia
Inzaghi è stato ascoltato come persona informata sui fatti dagli investigatori della Squadra mobile milanese, nell’inchiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra: la dichiarazione è stata resa questa mattina in un ufficio della polizia di stato di Milano. Il tecnico dell’Inter ha confermato l’intercettazione che lo vede coinvolto del 26 maggio 2023 con il capo curva Marco Ferdico, in cui lo sollecitava a intervenire sul presidente Giuseppe Marotta per ottenere 200 biglietti in più rispetto ai mille previsti per la finale di Champions League di Istanbul del 2023 (saranno alla fine 500 in più). Una situazione che gli inquirenti definiscono “escalation di contatti con esponenti della società neroazzurra” da parte del tifo organizzato.
Le richieste degli ultras a Inzaghi
Secondo quanto filtra, il tecnico piacentino non avrebbe citato altri episodi simili con la tifoseria organizzata avvenuti nel tempo. Ha precisato, però, che in quei dialoghi lui non ha manifestato alcun timore, alcuna paura, che non si è sentito mai minacciato dal capo ultrà e dalle sue richieste. Nell’intercettazione del 26 maggio 2023 Ferdico, ora in carcere con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dalla agevolazione mafiosa, spiegava che “vista la situazione di stallo sulla vicenda biglietti” avevano “attuato uno ‘sciopero del tifo’ in occasione della finale di Coppa Italia”, precedente a quella di Champions. E diceva a Inzaghi: “te la faccio breve Mister…ci hanno dato 1.000 biglietti…noi ci siam fatti due conti…ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli…ma non per fare bagarinaggio mister (…) arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta”.
Ultras-Inter, Inzaghi: servivano più biglietti
La risposta dell’allenatore ormai è nota a tutti: “parlo con Ferri con Zanetti con Marotta … parlo con quelli (…) verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti (…) Marco io mi…mi attivo e ti dico cosa mi dicono”. Ferdico: “è il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perché lui ha l’ultima parola…tutto qua”. Alla fine, i tifosi ottennero i 1500 biglietti richiesti inizialmente. Inzaghi ha chiarito, da quanto si è saputo, che per una squadra, quando è sul campo, è molto diverso se a supportarla ci sono 800 o invece 1500 persone che fanno il tifo e, dunque, l’interesse suo e della squadra era di non perdere quel supporto, che non ci fosse un altro sciopero della curva. “Rappresentai alla società la richiesta di Ferdico, ma non ricordo a chi. Ho detto che c’era bisogno di qualche biglietto in più”. Il tecnico nerazzurro avrebbe poi inviato un messaggio dicendo: “Ho fatto quello che dovevo fare”. Inzaghi avrebbe inoltre dichiarato di essere all’oscuro delle pressioni che il tifo organizzato interista faceva sulla società per i biglietti e che il suo coinvolgimento era motivato soltanto dal “desiderio che ci fossero i tifosi allo stadio così che potessero incitare la squadra”.
Inchiesta ultras, ora tocca a Zanetti
“È stata una testimonianza pulita ed esauriente, ha risposto a tutte le domande” ha precisato una fonte investigativa riportata dall’agenzia Adnkronos in riferimento all’audizione di Inzaghi. Quanto ai rapporti con altri esponenti della curva, Inzaghi ha risposto “non conosco” Antonio Bellocco, rampollo del clan di Rosarno e tra gli esponenti della tifoseria ucciso dal compagno di curva a Cernusco sul Naviglio lo scorso 4 settembre (“Ho saputo chi e dopo averlo letto sui giornali”) e “so chi e Andrea Beretta (tra gli arrestati, ndr) ma non ci ho mai avuto rapporti”. Sempre come persona informata sui fatti, tra giovedì e venerdì dovrebbe poi essere sentito Javier Zanetti, vice presidente nerazzurro.
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