Da Roby Baggio a Gilardino: quando il Bologna rigenera gli attaccanti

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Anche Gilardino e Di Vaio in rossoblù hanno ritrovato la via del gol: perché il club emiliano è specializzato in rilanci

Come un’inattesa fontana di acqua fresca sotto il sole che picchia lungo il viale di un tramonto che no, ancora non tramonta. Così Bologna, tappa rigenerante nella carriera dei tanti che in rossoblù sono riusciti a ritrovarsi. Riaccendendo l’antica scintilla e rimettendo in discussione tutto, compresi loro stessi. Oggi, Ciro Immobile. Di anni trentacinque, reduce dall’avventura turca, 15 gol con il Besiktas, eppure scolorito nel ricordo dell’album di famiglia del calcio italiano. Aveva lasciato la Serie A da un anno, sembra una vita. Ieri: Beppe Signori, Roberto Baggio, Marco Di Vaio, Alberto Gilardino. A tutti loro Bologna ha dato un’occasione, offrendo un nuovo orizzonte. La serenità dell’ambiente, la pressione moderata, il sostegno dei tifosi, la fiducia messa in circolo: la regola di Bologna. Arrivati in città con motivazioni diverse, hanno colto lo stesso fiore. E hanno inserito la prolunga ad una carriera che – fino a un attimo prima – stava avvizzendo. Preceduto dalla fama, sempre più lontano dalla gloria che lo ha accompagnato per un decennio. 

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