I nuovi regolamenti della Lega di Serie A riguardo i recuperi delle partite annullate o interrotte prevedono anche una serie di paletti e di novità, che avrebbero potuto avere delle conseguenze importanti in casi della passata stagione
I rinvii delle partite di Serie A ogni volta sono capaci di suscitare dibattiti, malumori e inevitabili polemiche. E questo al di là dei motivi, ovviamente serissimi, alla base dello slittamento. Va detto però che, a parte qualcuno che ha da ridire anche su ciò che determina lo spostamento in calendario, ciò che crea maggiori battibecchi è l’individuazione di un angolo del fitto calendario dove traslare la partita annullata o sospesa. Troppo in là, troppo a ridosso di altre competizioni in cui le squadre interessate sono coinvolte, e così via. Il Consiglio della Lega di Serie A ci ha messo alla fine una pezza, in vigore dalla stagione 2025/2026, stabilendo da un lato tempi stretti per i recuperi, dall’altro fissando una serie di paletti (che tanto per cambiare stanno facendo discutere).
Recuperi entro 24 ore delle partite sospese: la decisione della Lega Serie A
Il fulcro della decisione della Lega è che una partita, qualora sia interrotta, sospesa o annullata senza poter essere giocata, vada recuperata entro le successive 24 ore. È l’uovo di colombo, la soluzione più ovvia e di buon senso: niente rinvii alle calende greche, niente sospetti e accuse di campionati falsati, niente polemiche per eventuali crolli fisici nel corso della stagione o momenti di stanchezza, si rigioca quasi subito.
Ma le buone intenzioni spesso si scontrano contro il muro della realtà. In teoria disputare il match entro le successive 24 ore rappresenta la soluzione ideale, ma il legislatore non deve vivere di idealismo ma essere calato nella realtà. Ecco perciò che dopo la regola delle 24 ore il Consiglio di Lega A ha anche posto delle condizioni: il recupero in tempi brevissimi può avvenire a patto che non si verifichino delle circostanze particolari.
Le circostanze che impediscono il recupero entro le 24 ore successive
Queste circostanze riguardano la “perdurante impraticabilità del terreno di gioco” che entrambe le società coinvolte devono constatare con l’arbitro designato; il fatto che le famose 24 ore successive non ricadano nella finestra FIFA “con rilascio obbligatorio dei calciatori” per la sosta delle Nazionali o competizioni comunque che possano essere troppo ravvicinate, con una distanza “inferiore a due giorni liberi” rispetto ad una gara successiva, come quelle delle Coppe Europee che riguardino una o entrambe le società.
Questo per quanto riguarda le partite che non si sono proprio giocate. Per quanto concerne invece quelle iniziate ma poi interrotte, valgono i paletti di cui sopra. In più si riprende dall’esatto minutaggio prima della sospensione, giocando i minuti effettivamente mancanti. Eventuali giocatori espulsi o sostituiti nel match originario non possono essere magicamente rischierati, ma possono scendere in campo gli eventuali nuovi acquisti arrivati nel frattempo. Sono valide inoltre tutte le sanzioni disciplinari e i cartellini eventualmente inflitti, e se nel frattempo qualcuno è stato trasferito o cambia il proprio status in svincolato non potrà scendere in campo.
Se non ci fossero le condizioni per poter recuperare nelle 24 ore immediatamente successive, si rinvia alla prima data utile, ovvero una giornata fuori dalle finestre FIFA e non in prossimità di impegni di coppa (con almeno due giorni liberi prima e dopo altri impegni ufficiali).
Sul web e sui social si sta puntando il dito sui vari e precisi paletti posti dalla Lega che renderebbero vano il recupero in tempi stretti, insinuando che si tratti di una decisione gattopardesca, tutto cambi affinché le cose rimangano come stanno. Eppure già nella passata stagione c’è stata la possibilità di riprendere il filo del campionato interrotto in tempi tutto sommato molto brevi.
I casi della passata stagione: il recupero in tempi brevi dopo la morte di Papa Francesco
Parliamo della 33esima giornata, in programma dal 19 al 21 aprile e che toccava i giorni di Pasqua e pasquetta: e proprio lunedì 21 avvenne un fatto inaspettato che sconvolse l’Italia e il mondo, ovvero la morte di Papa Francesco. Questo ha determinato lo slittamento di quattro match, Torino-Udinese, Cagliari-Fiorentina, Genoa-Lazio e Parma-Juventus, che furono giocati in un’unica finestra mercoledì 23 aprile. Non distantissimo da quanto prevede il regolamento di Lega per la stagione 2024/2025.
Il match rinviato per il malore di Bove e il caso dei nuovi acquisti
Un altro caso del passato campionato, e qui invece parliamo di partite interrotte, ha riguardo il malore di Edoardo Bove in occasione del match di campionato Fiorentina-Inter del primo dicembre 2024. Il fatto avvenne intorno al 16′, con quindi 74 minuti esclusi eventuali recuperi da giocare “in un’altra data utile”, che alla fine fu stabilita a giovedì 6 febbraio.
Con la nuova regola il match si sarebbe giocato invece il giorno successivo (ma davvero i viola e i loro rivali sarebbero scesi in campo con il compagno di squadra ancora in condizioni da valutare?), ma non solo: sempre con i nuovi precetti della Lega, se alla fine ci fosse comunque uno slittamento a febbraio, entrambi gli allenatori Palladino e Inzaghi avrebbero potuto utilizzare nel frattempo i nuovi acquisti arrivati nella finestra invernale di calciomercato. Cosa che, qualche mese fa, non hanno potuto fare a causa delle vecchie regole.