cosa è successo, il croato rischia

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Aria tesa alla Continassa ma il motivo non è solo legato ai risultati. Ecco cosa viene rimproverato al tecnico e le linee guida che dovrà rispettare

C’era una volta lo stile Juve e tra le regole non scritte c’era anche quella di non esonerare un allenatore in corso d’opera. Il recente caso Thiago Motta ha dimostrato però come i tempi siano cambiati e come anche la Vecchia Signora debba rivedere la propria filosofia. Anche perché oggi in panchina i bianconeri hanno un tecnico come Igor Tudor che non hanno scelto con grande convinzione e che non sta trovando neanche il conforto dei risultati. Per salvare la barca, Comolli avrebbe chiesto al croato tra le tante cose anche un radicale cambio di comunicazione.

Comolli-Tudor, rapporti freddi

Damien Comolli è arrivato alla Juventus in un momento non facile della sua storia. Il ricordo dei 9 scudetti consecutivi è un po’ sbiadito, il presente racconta di un club che arranca nel tentativo di tenere fede al proprio nome. Il tentativo per Conte, la telefonata col Gasp, i vari sondaggi hanno indebolito in partenza la posizione di Igor Tudor, al quale poi è stato però poi rinnovato il contratto. Oggi l’allenatore croato, caratterialmente non docile, non ha un gran rapporto con l’amministratore delegato di Madama. Una freddezza che si ripercuote anche sul campo.

Una comunicazione fuori luogo: l’imbarazzo di Madama

Da qui ad esonerare l’allenatore però ce ne passa. La Juventus non attuerà questa mossa radicale finché non sarà convinta di non poter più recuperare il rapporto. Per questo motivo tra le parti c’è stato un confronto nel quale i dirigenti hanno esortato l’allenatore anzitutto a rivedere la propria comunicazione. Lamentele sugli arbitri, sul calendario, sul reale valore della squadra hanno creato parecchio imbarazzo alla Continassa. Da qui la necessità di ritrovare un equilibrio, quanto meno nelle conferenze stampa e nelle interviste pre e post gara.

Entrando nel dettaglio, la citazione sulla Cremonese è stata davvero un’affermazione poco digerita dai dirigenti oltre che irrispettosa nei confronti dell’avversario. Col rischio, peraltro, di un effetto boomerang devastante dal momento che tra poco i bianconeri si recheranno proprio allo Zini con tutto ciò che ne consegue anche per il carico di motivazioni dato ai grigiorossi. La Juve, poi, è un club obbligato sempre a vincere e che non può nascondersi dietro al peso di un calendario per giustificare risultati non all’altezza. Neppure sul tema arbitrale, la società ha seguito la linea dell’allenatore: il Verona – al netto degli episodi – aveva giocato anche meglio dei bianconeri.

Il futuro un rebus non troppo lontano

Insomma, in questo momento l’operato di Igor Tudor è sub iudice. Conterà naturalmente ciò che verrà fatto in campo ma anche quello che verrà detto fuori, in linea con le direttive del club e con quello stile accennato nell’introduzione. La sensazione è che la Juve si sia convinta a prescindere che l’attuale guida tecnica non sia quella con cui costruire il proprio futuro. Il trittico di ferro composto da Como, Real Madrid e Lazio si sta per concludere: punti raccolti finora zero. Si attende una svolta immediata con deadline la prossima sosta. Alla Continassa sperano ardentemente di non dover cambiare in corsa. Un terzo allenatore a busta paga sarebbe un piccolo grande dramma anche per la questione finanziaria.

Juventus, Tudor e Comolli, il grande freddo: cosa è successo, il croato rischia Getty

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