Se a Conceicao parlate di Mondiale, oggi, probabilmente l’unico a cui pensa è quello del 2026. Effetto Nations League… È ‘colpa’ di una serata come quella di Germania-Portogallo, impreziosita da un gran gol. Ma sul suo cammino, ben più vicino, c’è l’altro Mondiale, quello per Club, che giocherà con la maglia della Juventus e durante il quale potrebbe giocarsi anche la permanenza a Torino. Al di là del fatto che il portoghese resti in bianconero almeno per il torneo negli Stati Uniti, sui dialoghi non conclusi e sulle volontà più a lungo termine non ancora ufficiali invece è sempre opportuno continuare a usare il condizionale. Sì, perché il nuovo corso con Comolli direttore generale alla guida delle operazioni juventine si è aperto con l’ufficialità del riscatto di Kalulu dal Milan ma poi sarà tempo di chiudere anche altre questioni impellenti e una di queste è, appunto, il futuro di Conceicao. Aspettando il biglietto per gli States anche per lui, è proprio in questo primo Mondiale che il figlio di Sergio si potrà giocare le sue chance di restare ancora alla Juve. Perché se l’attacco, con la permanenza di Kolo Muani, il nodo Vlahovic e la possibilità David sono questioni prioritarie, anche il riaprire un eventuale dialogo post Mondiale col Porto per capire a che condizioni (sostenibili) l’esterno possa restare a Torino anche la prossima stagione potrà avere la sua rilevanza nell’estate della Juve. Con il Porto c’era una sorta di gentleman agreement sul prezzo del figlio d’arte: 30 milioni per il suo cartellino con una sorta di corsia preferenziale per la Signora, per ribadire i buoni rapporti tra i club ed evitare la concorrenza o qualsiasi potenziale asta al rialzo. Gentilezza a parte, si tratterebbe comunque di una spesa importante – ferma restando la volontà di tutte le parti di procedere in questa direzione – ecco perché tornare a sedersi intorno a un tavolo per capire eventuali margini per limare quella cifra o trovare una formula che spalmerebbe l’investimento nel tempo sarà fondamentale in questo scenario.
numeri
—
La stagione è stata un po’ montagna russa, ma è un discorso più ampio, e al di sotto delle aspettative è stata tutta la squadra, al di là dei singoli. Dall’annata appena conclusa Chico ne esce comunque con un assist e un gol decisivo in Champions al Lipsia, tre reti in campionato – tra cui quella determinante per l’1-0 contro l’Inter – e 4 assist, l’ultimo nel 3-2 al Venezia che è valso il quarto posto. Poi, certo, il 22enne può (deve?) crescere ancora ma Tudor su di lui ha pochi dubbi: “È un giocatore forte”, la sentenza del croato di appena due settimane fa. Chi l’avrebbe mai detto poche settimane fa che un Conceicao poteva giocarsi ancora qualche chance per restare in Serie A…