Il tecnico: “Il Milan ha dimostrato di essere un gruppo unito e forte. Non è bravura dell’allenatore, ma dei giocatori. Il francese ha un problema al piede”
Intorno alle 22.40 di lunedì 5 maggio Sergio Conceiçao si unisce volentieri alla giornata mondiale del sorriso, che cadeva proprio oggi. Nei novanta minuti precedenti, però, ci sono state anche sonore arrabbiature. Perché questa partita faceva parte delle lunghe prove generali nel cammino verso la finale di Coppa Italia e, insomma, la vittoria del Ferraris non restituisce fedelmente l’andamento di una partita in cui il Genoa non meritava di perdere e in cui il Diavolo ha faticato più del lecito per lunghi tratti. I numeri spiccioli, però, quelli sì che agevolano il buon umore: seconda vittoria consecutiva in campionato (tre nelle ultime quattro), terza di fila in trasferta. Compresa la Coppa Italia, Conceiçao non ne aveva mai vinte tre una dopo l’altra da quando guida il Milan. C’è comunque della coerenza di base: anche stavolta per prendersi i tre punti c’è voluta l’ennesima rimonta.
le parole
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“Anche oggi abbiamo dato la dimostrazione di essere un gruppo unito e forte, chi è entrato ha dato qualcosa in più – racconta a fine gara il tecnico portoghese -. Quindi non è una dimostrazione di bravura dell’allenatore ma dei giocatori. Si è visto bene come chi è entrato credesse in ciò su cui lavoriamo tutti i giorni. Si lavora a livello individuale, settoriale e collettivo, si lavora tanto per trovare il modo migliore per chiudere le partite. Per la finale dubbi sui giocatori non ne ho. Fofana ha un problema al piede, credo nulla di particolare, dobbiamo gestirlo nel migliore dei modi. Per noi sono importanti tutti i giocatori. Che cosa ho detto in cerchio a fine partita? No, non ho detto che si deve vincere la Coppa Italia, ho detto che chi non aveva giocato doveva lavorare perché domani è giorno libero. Dico davvero eh…”. Probabilmente la consegna di vincere la coppa è data per scontata.