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Con spirito di servizio Martusciello ha guidato la Lazio alla vittoria sul Frosinone e ora la consegna a Tudor (A. Bruschi )

March 17, 2024 | by allcalcio.it

Con spirito di servizio Martusciello ha guidato la Lazio alla


La Lazio vince 3-2 in casa del Frosinone. I biancocelesti trascinati dalla doppietta di Castellanos e dal gol di Zaccagni tornano a recuperare punti e posizioni dopo 4 ko di fila.

I ciociari erano andati sull’1-0 con Lirola, prima del #pari dell’italiano e 2 2 gol del centravanti. Inutile il gol in mezza rovesciata di Cheddira.

All’indomani delle traumatiche dimissioni di Maurizio Sarri è stato il suo vice, Giovanni Martusciello, a guidare la squadra nella partita allo Stadio Stirpe. Ma già in settimana anche lui lascerà Formello dove dovrebbe insediarsi il cristo Tudor.

Intanto, dopo la vittoria Martusciello ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.

“Sono stati – ha esordito – tre giorni molto travagliati, complicazioni su complicazioni, non è stato bello dopo tanto tempo passato in questo ambiente. Le risposte viste questa sera sono figlie anche di questo senso di appartenenza che si è sprigionato dopo quello che è accaduto in settimana. Mi auguro che il gruppo riesca a mantenere il cuore fatto vedere questa sera. La vittoria ha un significato importante per la squadra, per come è maturata, oltre che per i tifosi e la classifica”.

Martusciello ha preso le distanze dalle polemiche sulla decisione di Sarri, che sarebbe stata indotta dal comportamento sleale di Immobile e altri giocatori.
“Sul discorso del traditore – ha avvertito – bisogna fare attenzione a quello che si dice perché questa è una piazza particolare. Non c’è nessun tradimento, la squadra è composta da ragazzi per bene. Perdono e vincono le partite ma andare nella direzione additando qualcuno come traditore è brutto. Io sono nel calcio da tanti anni e avverto un senso così sconfortante nell’apostrofare i giocatori come traditori è stato brutto. Ho la certezza che non è così perché sono tre anni che li guardo negli occhi. Si dicono a volte cose che dovrebbero essere dette all’interno di una stanza. Tatticamente non abbiamo cambiato nulla, non c’è stata la necessità, questa squadra è figlia di Sarri io sono un suo collaboratore non avrei potuto modificare nulla. La squadra è andata in campo dopo tre giorni terribili e ha fatto la prestazione. Se fanno tesoro di quello che hanno tirato fuori negli ultimi dieci minuti di gara la Lazio arriverà lontano, a prescindere da chi l’allena”.

Secondo Martusciello, “Sarri essendo una persona molto intelligente ha realizzato che non riusciva più a incidere sul gruppo. Ha preferito fare un passo indietro per portarli a una reazione, non ci sono condizionamenti legati dalla volontà di Lotito o del gruppo, l’allenatore ha preso questa decisione per amore della Lazio. Il ds Fabiani c’è stato davvero male, una persona di 62 anni che piange, vuol dire che ha cercato in tutti i modi di cambiare la decisione. Ora andare a trovare la causa è inutile, tutto è venuto meno”.

“In questa settimana tutto ho fatto tranne che andare dietro a tutto quello che si è detto. Da martedì non chiudo occhio, per me è stata una cosa molto forte. Io dovevo gestire da solo, insieme al direttore, una situazione molto borderline. La società mi ha chiesto di rimanere ma io ho solo una faccia e un’etica. La mia disponibilità era fino a quando la Lazio avrebbe preso il nuovo allenatore. Sapevo che era fino a oggi, o fino a domenica, l’ho sempre saputo. Rimanere? No, io sto con Sarri, sono dieci anni che sto con Maurizio non l’avrei mai fatto. Ho dovuto combattere anche contro qualcuno che ha spinto per creare ancora più confusione, già ce n’è abbastanza nella Lazio. Io con Tudor? Non ho mai chiesto di rimanere con un altro allenatore”.

Peraltro per Martusciello, Tudor è un “bravissimo allenatore, ma io non lo conosco. Consigli? Ogni gruppo ha la sua soggettività, lo consiglierà la società. Io ho dato disponibilità a Lotito e a Fabiani perché me lo hanno chiesto. Martedì si è dimesso il mister ed era un momento difficile. Mi mancherà l’Olimpico, i magazzinieri, la stampa, mi mancheranno i giocatori, l’ambiente. Sono stato qui tre anni, mi mancherà tutto. Vivo a Roma, un salto a Formello lo farò”.

Andrea Bruschi



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