come giocherà a Cremona, ruolo Koopmeiners, modulo per il futuro e il “giro scudetto”

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Dalla rifinitura alla rivoluzione silenziosa: Spalletti debutta con la Juve tra prudenza tattica, nuove regole e un sogno da non abbandonare

C’è un nuovo vento che soffia a Torino, e porta con sé il carisma, la concretezza e la fame di Luciano Spalletti. L’uomo che ha ridato al Napoli un’identità vincente e che ora raccoglie una Juventus ferita, ma non domata. Il suo debutto contro la Cremonese, sorpresa del campionato, sarà il primo passo di un percorso tutto da costruire: poco tempo, tante idee, e una missione chiara — riaccendere la mentalità bianconera.

Spalletti arriva senza bacchette magiche ma con la consapevolezza del mestiere: conosce i meccanismi di uno spogliatoio, le dinamiche del gruppo e la necessità di non cambiare per forza tutto e subito. Ha un solo allenamento, non sarebbe umano. È pronto a misurarsi con una squadra che ha bisogno di ritrovarsi, dentro e fuori dal campo, ma anche di un leader capace di dettare regole, dare visione e restituire orgoglio. Il nuovo corso parte da qui: una Juve più umile, disciplinata e ambiziosa, che vuole tornare a credere nello scudetto, ma partendo dal lavoro quotidiano. E in conferenza il tecnico ha dato diverse indicazioni.

Spalletti e la prima con la Cremonese

Cambiare troppo avrebbe poco senso. Spalletti avrà soltanto la rifinitura per preparare la sua prima Juventus, e il fastidio al polpaccio di Thuram complica ulteriormente le scelte. A Milano, quando la trattativa con l’ad Comolli era appena partita, il tecnico aveva già sottolineato come la squadra fosse “allenata bene” da Tudor — un modo elegante per dire che non serviranno rivoluzioni immediate. “Farò un solo allenamento”, un modo per spiegare come dare subito la sua impronta sia difficile.

Nei manuali di calcio, la regola è semplice: se hai poco tempo, non toccare nulla. È probabile quindi che l’allenatore scelga la via della continuità, lasciando da parte per ora i suoi principi più offensivi. L’idea di una Juve modellata sul Napoli e su una difesa a quattro resta la prima idea per il futuro, ma contro la Cremonese (sorpresa del campionato) l’obiettivo sarà solo uno: vincere, senza correre rischi inutili. A Cremona dovrebbe partire con il 3-4-2-1 con Di Gregorio, Gatti e Kelly; McKennie, Locatelli Koopmeiners e Cambiaso. Davanti non ci sono dubbi. Vlahovic, in uno stato di forma straripante, confermatissimo con Yildiz e Conceiçao nei “mezzi spazi” sulla trequarti, a ridosso del serbo. In futuro poi l’ex ct potrà sondare anche il 4-3-3. Del resto, anche alla guida dell’Italia il tecnico aveva terminato con un 3-5-2. Alla Vecchia Signora, per caratteristiche e uomini, ritrova proprio quel tipo di equilibrio: centrali solidi, mezzali di gamba e attaccanti duttili. Ingredienti perfetti per iniziare con prudenza, consolidando la base prima di introdurre, passo dopo passo, la sua inconfondibile impronta di gioco.

La Juve di Spalletti: le indicazioni per il futuro

Sotto gli occhi di Comolli, Modesto e Chiellini, Spalletti ha lasciato le prime impronte della sua prima Juve. A partire dall’attacco, che ha avuto dei problemi fino al match contro l’Udinese, dove è stato spezzato un digiuno di quattro partite Stimolare gli attaccanti fa parte del mio lavoro, per vincere le partite bisogna fare gol“, ha detto il tecnico. Un messaggio a Vlahovic, David e Openda. Il mantra è chiaro: calcio offensivo e propositivo, ma con equilibrio. Poi il tecnico ha elogiato anche Dusan: “Il suo comportamento contro l’Udinese è un esempio”. Quindi zero pensieri al contratto e il serbo sotto la sua lente.

E il mister ha fatto chiarezza anche sul “Dipenderà da voi” detto a Perin, spiegando quanto sia importante trovare l’alchimia giusta con i calciatori. Se con la Cremonese probabilmente si vedrà la difesa a tre per il futuro l’allenatore ha confermato la volontà di andare a quattro: “Proveremo qualcosa di diverso”. Spalletti ha poi svelato un retroscena su Koopmeiners: “Ho provato a portarlo in una mia squadra, ma costava troppo”. E poi gli ha dato anche un’indicazione tattica: mediano o mezz’ala. Poi ha elogiato Gasperini che lo ha fatto giocare bene anche in zone più offensive, ma ha ribadito come “Non ha le qualità di Yildiz per stare nel traffico”.

Juve, le possibili regole di Spalletti

Con l’arrivo di Spalletti sulla panchina della Juventus, a Vinovo è attesa una vera e propria rivoluzione culturale. Il tecnico toscano, noto per la sua maniacale attenzione alla disciplina e alla coesione del gruppo, potrebbe pensare a una serie di regole destinate a cambiare il volto dello spogliatoio bianconero. La cosiddetta disciplina, che ha citato anche in conferenza. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il neo allenatore potrebbe introdurre una nuova linea di condotta: stop ai telefonini durante i pasti e le riunioni tecniche, tolleranza zero per i ritardi agli allenamenti e un invito alla maggiore concentrazione sul campo.

L’obiettivo è chiaro: ristabilire ordine, professionalità e senso di appartenenza, elementi che per Luciano rappresentano le fondamenta di qualsiasi progetto vincente. Ma c’è anche un’altra strada sullo sfondo: quella della maggiore flessibilità. In Nazionale la troppa rigidità non ha pagato e lo ha anche ammesso l’ex ct nelle passate interviste. Quindi potrebbe anche abbracciare il mondo Juve in punta di piedi. “L’autodisciplina fa la differenza” ha spiegato in conferenza, senza andare ad approfondire nulla su comandamenti o cose simili. Ma parlando molto più di campo e stimoli.

Spalletti non cestina il sogno scudetto

“Spero di poter rientrare nel giro scudetto”. Con questa frase, pronunciata in conferenza stampa, Spalletti ha acceso l’entusiasmo nell’ambiente bianconero, mostrando fin da subito di non temere la pressione. Parole dirette, coraggiose, che arrivano in un momento tutt’altro che semplice per la Juventus e che testimoniano la volontà del nuovo allenatore di alzare immediatamente l’asticella.

Il tecnico non si è nascosto dietro alle difficoltà e ne ha parlato apertamente con la squadra. L’obiettivo immediato resta il quarto posto, considerato il minimo sindacale per rientrare in Champions League, ma il tecnico toscano ha voluto fissare un orizzonte più alto, quasi provocatorio, per dare una scossa all’ambiente. Il suo messaggio è chiaro: la Juve non può accontentarsi, deve ritrovare fiducia, mentalità e identità. E se la rincorsa al vertice appare oggi complessa, Spalletti sa bene che il primo passo per tornare grandi è crederci. Ma ha anche ribadito che non gli piacciono gli slogan e che “Non possiamo permetterci di essere arroganti”. Tutto lasciato al campo, per dimostrare di poter ritornare grandi.

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