Con la rete realizzata al Sudtirol nella seconda giornata del Campionato di Serie B 2025-2026 il bomber della Sampdoria, Massimo Coda, supera Stefan Schwoch ed entra nella storia. Con 136 reti in categoria è lui il nuovo recordman all-time
- Il nuovo Re dei Bomber
- Massimo Coda bomber di razza
- Chiedi chi era Stefan Schwoch
- Le parole del bomber di Bolzano
Il nuovo Re dei Bomber
Massimo Coda entra nella storia. Il bomber di origini campane, infatti, ha appena superato il record dell’illustre collega Stefan Schwoch, fissato nel lontano 2007-2008, e conquistando lo scettro di miglior marcatore all-time in Serie B. L’attaccante, classe 1988, ha oltrepassato la soglia dei 135 gol colmando il gap che restava con la casacca della Sampdoria di mister Donati.
La carriera, così come la vita, spesso è fatta di paradossi e il nuovo recordman della Serie B, Massimo Coda, ha dovuto mangiare tanta polvere e girare campi tra Italia, Svizzera e Slovenia prima di approdare nel gotha del calcio nazionale.
La svolta arriva nel 2015 quando, dopo il rovinoso fallimento del Parma, il centravanti firma per la Salernitana dove al primo colpo sigla 15 reti in 40 presenze. Coda resta in Campania fino 2020 passando nel frattempo al Benevento. Particolarmente prolifica l’annata 2018-2019 con oltre 20 marcature in 34 apparizioni e la promozione in Serie A a fine stagione.
Massimo Coda bomber di razza
Il Lecce lo corteggia convincendolo a sposare il progetto salentino. Al centro dell’attacco giallorosso pugliese Massimo Coda si scatena e in due campionati cadetti trafigge i portieri avversari per 42 volte con la ciliegina sulla torta delle quattro doppiette di fila realizzate in rapida successione tra il 7 e il 20 marzo contro Reggiana, Chievo, Venezia e Frosinone. Due stagioni che culminano con la seconda promozione in Serie A della carriera del bomber. Ma non solo. In entrambe le stagioni Coda vince il titolo di capocannoniere della Serie B.
Altro giro, altra corsa. Dal Via del Mare a Marassi. Dal Lecce al Genoa e siamo al 2022-2023. Una sola stagione vissuta alle dipendenze del Grifone, culminata con il salto dei rossoblu di Gilardino in A, con una decina di gol in 31 caps. Gol da opportunista, gol di testa, gol con conclusioni potenti e precise, gol su rigore. La punta nata a Cava de’ Tirreni esulta in tutte le maniere. L’essenziale è scaraventare quel benedetto pallone nel sacco e lui, in questo fondamentale, è un vero maestro.
“Nostalgia canaglia” cantavano Al Bano e Romina Power. Bomber Coda guarda indietro e vede la Cremonese. Il ritorno in grigiorosso, dopo il prolifico passaggio dal 2008 al 2011, vede un invidiabile score di 16 reti in 35 presenze ed una promozione sfiorata all’ultimo tuffo quando i lombardi vengono sconfitti nella finale playoff dal Venezia. Eccoci all’estate 2024. A Genova c’è un’altra squadra che ha un gran bisogno dei suoi acuti: la Sampdoria. In blucerchiato Coda gioca, segna e tocca la vetta più altra nella galassia cadetta dei goleador. La prima firma stagionale allo Stirpe di Frosinone nel 2-2 contro i canarini ciociari. Il resto è storia, una storia che la sera di domenica 31 agosto 2025 nel match con il Sudtirol diventa leggenda.
Chiedi chi era Stefan Schwoch
Storia che, inevitabilmente chiama in causa l’uomo, il bomber, il recordman che ha preceduto Massimo Coda. Parliamo di Stefan Schwoch, 55 anni, portati alla grande, lo scorso 19 ottobre. Bolzanino. Una carriera, da bomber vero, iniziata nel 1987 con il Passirio Merano e chiusa 21 anni dopo con il Vicenza.
In mezzo 650 partite e 242 reti distribuite tra club di altissimo lignaggio come Napoli, Torino, Livorno, Spal, Ravenna e soprattutto Vicenza. Poca Serie A, qualche apparizione in Serie C e tanta, tantissima Serie B. In cadetteria Schwoch ha dato il meglio di sé mettendo insieme 380 partite e le già citata 135 reti. Distribuite tra Vicenza, 74 dal 2001 al 2008, Torino, 8 nel 2001, Napoli 28 nel biennio 1998-2000, Venezia, 17 l’anno precedente e 8 al Ravenna l’anno dell’esordio.
Le parole del bomber di Bolzano
Reti ben impresse nella mente di Schwoch che raggiunto dalla redazione di Virgilio Sport ha regalato qualche analisi e tanti aneddoti. Il primo inevitabilmente è legato a quel lontano 2007-2008, l’anno del record. In quella stagione Schwoch parte alla grande, 4 reti nelle prime 9 giornate l’ultima delle quali al Treviso il 14 ottobre 2007. Sembra il viatico di una grande annata, “Ma purtroppo il ginocchio mi dava fastidio” spiega il bomber.
La stagione purtroppo è altalenante, alla fine saranno 28 le presenze ma solo 1635 i minuti. Eppure, nonostante questo Schwoch contribuisce alla salvezza dei veneti in modo decisivo “L’assist per il gol di Zampagna contro il Ravenna è mio“, il match che vale la matematica certezza di rimanere in Serie B; e chiusa la stagione decide di appendere gli scarpini al chiodo.
Come è stata la vita di Schwoch dopo il ritiro? “Ho fatto il corso per diventare procuratore sportivo e nel 2010 sono stato direttore sportivo del Vicenza. Ma non c’era molto spazio in quel momento in quel campo – spiega a Virgilio Sport – e alla fine ho messo insieme le conoscenze acquisite e livello manageriale, ho fatto fruttare lo studio e oggi faccio il consulente per Banca Mediolanum”.
Il calcio è sempre una vecchia passione, magari vista un po’ più da lontano, ma sempre con l’occhio attento e vigile di chi il calcio lo conosce alla perfezione. Non sono un caso le collaborazioni con DAZN come commentatore delle partite di Serie B e Serie A. “Massimo è un grande bomber – sottolinea Schwoch – ha una grande capacità di calcio, vede la porta come nessuno ed ha la capacità realizzativa che conosciamo. Ma soprattutto si muove molto bene, sa aiutare la squadra. Se lo merita davvero questo record”.
Rivede qualcosa di sé stesso in Coda? “Come calciatori siamo diversi, lui è un centravanti puro, io svariavo di più sul fronte offensivo ma la fame di gol è la stessa e i numeri stanno lì a dimostrarlo”.
Diventa quindi inevitabile chiedere se prima di Coda c’è stato qualcuno in cui Schwoch si è rivisto. “Come fame di gol – conferma – ovviamente mi rivedo in Massimo Coda ma come tipologia di gioco mi sono rivisto in Dries Mertens anche se il suo era un livello diverso. Parlo di movimenti e di capacità realizzativa. Ma anche per quella maglietta che portava addosso”.
Parole belle, sentite, chiare. Le parole dell’uomo che ha passato lo scettro del re dei bomber della Serie B di tutti i tempi a Massimo Coda e lo ha fatto contrariamente a tanti colleghi che “subiscono” il passaggio di consegne, con grande classe e tanta stima. “Chapeau” direbbe qualcuno.