Ci sono richieste dall’Arabia, ma folle parlarne prima della finale

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Inizia la marcia d’avvicinamento alla finale col Psg. Il tecnico sulle voci che lo danno all’Al Hilal: “Dopo la partita ci siederemo e parleremo”

Calato il sipario sul campionato, che ha incoronato il Napoli, l’Inter ha ora la mente rivolta solo alla finale di Champions League contro il PSG in programma sabato 31 maggio a Monaco di Baviera. Marotta parla del tricolore perso per un centimetro, mentre Inzaghi, sollecitato sull’offerta da capogiro pervenutagli dall’Arabia Saudita, non chiude le porte all’addio.

Verso Inter-PSG, Marotta tra scudetto (perso) e Champions

A inaugurare questa marcia d’avvicinamento alla finalissima di sabato a Monaco di Baviera è il presidente dell’Inter, Beppe Marotta. “Per noi è motivo di grande orgoglio: è la seconda finale in tre anni, frutto della cultura del lavoro e del senso d’appartenenza”. Il dirigente ringrazia tutti, soprattutto la “nuova proprietà che è entrata in modo molto intelligente. Ha saputo supportarci attraverso una presenza continua ma silente, senza dare fastidio, senza interferire nelle nostre decisioni”.

Poi ricorda che “abbiamo iniziato questa stagione con l’intento di fare qualcosa di grandioso. E ci siamo riusciti”. Sullo scudetto perso: “In campionato ci è mancato quel centimetro che ha fatto la differenza. Rispetto al Napoli abbiamo giocato 19 partite in più, cioè un intero girone di campionato”. Sull’ultimo atto di Champions: “Siamo arrivati in finale avendo battuto Bayern Monaco e Barcellona. Vogliamo affrontarla da protagonisti: nello sport non bisogna essere arroganti, ma ambiziosi. Siamo all’altezza del ruolo”.

Inzaghi lascia l’Inter per l’Al-Hilal? La risposta

Inevitabile una domanda che riguarda il futuro del tecnico. Negli ultimi giorni, infatti, dall’Arabia Saudita danno per certo il suo trasferimento sulla panchina dell’Al-Hilal, che avrebbe prospettato a Inzaghi un biennale da 25 milioni a stagione. L’allenatore non si sbilancia, ma di certo non chiude le porte all’addio.

“Posso solo dire che la mia società mi conosce bene, forse voi meno bene – dice rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala stampa -. Ogni anno, già ai tempi della Lazio, si ripete la stessa storia: ci sono richieste dall’Italia, dall’estero, dall’Arabia. Ma ora sarebbe folle pensare a questo. Il giorno dopo la partita ci siederemo e parleremo come abbiamo sempre fatto in questi anni per il bene dell’Inter. Ho un contratto e sto benissimo qua”.

Come sta Lautaro e il punto sulla squadra

Il capitano scalpita. Inzaghi ricorda che Lautaro “era già disponibile per Como, ma la partita si era messa bene e ho preferito aspettare il suo rientro così come quello di Frattesi. Già nei due giorni precedenti la partita mi avevano dato garanzie di aver recuperato al 100%. Ora faranno una settimana normale”.

Sulle condizioni degli altri dice: “Da oggi comincia la nostra settimana per arrivare nel migliore dei modi sabato. Spero di avere tutti a disposizione, c’è fiducia per Pavard e Zielinski che erano out a Como. Siamo concentrati, sappiamo che tipo di avversario affronteremo”.

Champions, verso la finale: come si affronta il Psg

Inzaghi sottolinea come “in una partita secca gli episodi siano determinanti”. Ma si arriva all’appuntamento più importante della stagione con la voglia di far bene dopo un “finale di campionato difficile da mandar giù. Indietro non si guarda: dopo Como non ho voluto parlare, oggi abbiamo pranzato insieme e li ho visti bene. Questo gruppo mi ha emozionato sempre e penso che lo farà anche sabato”.

Il tecnico nerazzurro sa che “ci saranno delle difficoltà, perché incontriamo una super squadra con ottime individualità, giocatori fortissimi e di qualità e un allenatore che stimo molto, che ha dato dei principi di gioco ben precisi e che ha già affrontato finali di Champions. Ci vorrà una grande Inter per cercare di vincere la gara. Ci manca l’ultimo passo per coronare un sogno ed entrare nella storia”.

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