Il giovane argentino può sostenere il ruolo di centravanti. E il tecnico valuta tutte le opzioni per produrre di più in avanti
E se la soluzione per centrare la salvezza si chiamasse Mateo Pellegrino? A Parma qualcuno ci pensa. Il giovane centravanti argentino, arrivato a fine mercato invernale, ha già raccolto due presenze (non da titolare) e ha mostrato forza di gambe e di carattere. Potrebbe essere la sorpresa del finale di stagione, visto che al momento gli emiliani non stanno brillando in zona-gol e patiscono tremendamente l’assenza di Adrian Bernabè, che starà fuori fino alla sosta. Senza il centrocampista spagnolo non c’è un giocatore che sappia dettare i tempi dell’azione, sappia organizzare la manovra e fornire suggerimenti agli attaccanti. È logico, dunque, provare a percorrere strade diverse rispetto al passato: meno possesso-palla, meno fraseggi sulla trequarti, e qualche lancio lungo in più, che non sarà bellissimo da vedere ma, alla lunga, può risultare piuttosto efficace.
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Pellegrino si è inserito nel gruppo senza problemi, lavora con impegno e può sostenere il ruolo di punta centrale, magari affiancato da Bonny che ama svariare su tutto il fronte offensivo. Non si sa se Chivu abbia in mente questa soluzione per sabato al Tardini contro il Torino. Di sicuro l’allenatore romeno sta valutando tutte le opzioni perché è vero che si deve proteggere al massimo la difesa (in difficoltà con gli avversari in campo aperto), ma è altrettanto vero che si deve produrre di più in avanti. L’idea di un classico 4-4-2 non è una boutade: si tratta di tenere compatti i reparti di difesa e di centrocampo, per non far entrare gli avversari, e di chiedere agli attaccanti una prova di sacrificio in fase di pressing. Sia Pellegrino che Bonny conoscono questo modulo.