Tutti e tre sono nati nel 2005, tutti e tre sono protagonisti nella Primavera dei record di Zanchetta. Ma solo uno ha già esordito tra i grandi
C’è un numero che nella famosa “distinta” della sfida di domani, ovvero la lista di titolari e panchinari di Feyenoord-Inter, che balzerà agli occhi più di altri. No, non è il 1997, anno di nascita dei vari Thuram, Lautaro, Barella, neppure il 1999 di Bastoni e Frattesi. Ma il 2005. Perché per la trasferta nella fornace del De Kuip dove l’atmosfera nelle serate che contano è sempre bollente, Simone Inzaghi ha scelto di convocare due diciannovenni e un ventenne. Vuoi per necessità, vuoi per emergenza o banalmente a livello numerico, ma intanto Matteo Motta, Daniele Quieto e Mike Aidoo vivranno (almeno) da coprotagonisti l’andata degli ottavi di Champions League.
aidoo
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L’unico ad aver già debuttato tra i grandi è Mike Aidoo, che negli ottavi di Coppa Italia contro l’Udinese è subentrato a Darmian e per un paio di minuti si è goduto l’atmosfera di San Siro. Nato in Italia da genitori ghanesi, l’esterno aveva già respirato l’aria dello spogliatoio nerazzurro in più di un’occasione: oltre che per svariati allenamenti agli ordini di Inzaghi, Aidoo era stato convocato già per tre partite di Champions League (Young Boys, Lipsia e Leverkusen), altre quattro in campionato (Como, Cagliari, Fiorentina, Napoli) e per la Supercoppa in Arabia Saudita. Atterrato sul pianeta Inter nell’estate del 2021 dal Chievo Verona dopo il fallimento del club, “Aldo” – questo il soprannome che gli è stato affibbiato dal gruppo di Zanchetta – ha avviato la sua scalata fino alla prima squadra. A livello tecnico-tattico ricorda Dumfries: chiaramente meno straripante a livello fisico ma simile per caratteristiche. Corre, crossa, spinge e… picchia.
motta e quieto
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Se sulla fascia destra c’è sempre Aidoo, dal lato opposto il protagonista è Matteo Motta. Che – a numeri – fino ad oggi in Primavera ha fatto anche meglio del compagno di reparto con 2 gol e 5 assist in 20 presenze. Corsa, grinta, equilibrio e precisione sono le caratteristiche principali di Motta che come percorso sogna di seguire l’esempio di Federico Dimarco, nato nell’Inter e mancino come lui. Quieto invece è un dieci atipico che alla zona della trequarti spesso preferisce arrivarci partendo da sinistra e rientrando sul destro. L’Inter lo ha scovato quando vestiva la maglia del Venezia, dove è nato da papà italiano e mamma venezuelana. Per origini, ruolo e caratteristiche lui può invece ricordare Daniel Maldini ed è già stato convocato dalla nazionale sudamericana per il Sub20. L’estate scorsa ha rubato l’occhio di Inzaghi durante il precampionato: in attesa del rientro dei big, il tecnico nerazzurro lo aveva quasi sempre scelto per le amichevoli, persino a Stamford Birdge contro il Chelsea. Da bambino divorava “goals&skills” di Ronaldinho su YouTube, crescendo si è appassionato a lettura, yoga e musica classica, che segue da vicino insieme al fratello Andrea presenziando quando possibile al Teatro della Scala. E chissà, magari il De Kuip diventerà la sua Scala del Calcio. Per il momento, però, la Generazione Z dell’Inter si accontenta di fare da comparsa.
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