A 36 anni la calciatrice triestina decide di appendere le scarpette al chiodo. Capitana coraggiosa del calcio italiano, simbolo di inclusione e protagonista silenziosa di una discussa esclusione dai Mondiali 2023.
Se pensiamo al calcio femminile uno dei primi nomi che ci verrà in mente, probabilmente, è quello di Sara Gama. La 36enne triestina figura iconica di questo sport – ha deciso di appendere le proverbiali scarpette al chiodo. Lo ha fatto con una lettera pubblicata sul sito della Juventus, il club della sua vita con cui ha vinto e che ha rappresentato anche con la fascia di capitano al braccio.
Lo straordinario palmarès di Sara Gama
6 Scudetti, 4 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane. Questo il bilancio della straordinaria carriera di Sara Gama che ha vestito le maglie di Tavagnacco, Paris Saint-Germain, Brescia e Juventus, diventando anche capitano della Nazionale italiana con la quale ha collezionato 135 presenze mettendo a referto 7 reti. Difensore esperto e con spiccate doti di leadership, è sempre stata un punto di riferimento dentro e fuori dal campo.
L’amore per il pallone da Trieste a Torino
Una lunga e gloriosa carriera, oggi terminata con un lungo messaggio di addio alla sua grande passione: il pallone. Lo ha rincorso nella propria cameretta, passando poi al quartiere di casa sua e sul lungomare di Barcola fino a girare il mondo, conquistando fama e successi. Il Brescia le ha permesso di conquistare i primi trofei, la Juventus di diventare ciò che è oggi per tutti: una delle calciatrici più forti che ci siano mai state.
Sara Gama si congeda con queste parole: “Da Trieste a Torino, passando per il mondo, il pallone va lontano ma torna sempre e quando lo fa porta con sé ciò che vale davvero: le persone, le emozioni, la vita.
Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre“.
Il saluto della sua Juventus
Sara Gama e la Juventus. Sara Gama è la Juventus. Quando il club bianconero decise di fondare una squadra femminile nel 2017, andava scelta una calciatrice che poteva essere in grado di rappresentare la società e dare credibilità al progetto. Non si poteva trovare un nome migliore da questo punto di vista e i risultati ottenuti ne sono la riprova.
Così la Vecchia Signora la saluta e la ringrazia sentitamente definendola leggenda bianconera:
“Sara, hai rivoluzionato non solo la nostra squadra, ma tutto il calcio femminile italiano. Epitome del concetto di tenacia, di voglia di vincere, di resistenza. Di Juventus.
Ci sarà tempo per abituarsi all’idea di non vederti più in gruppo con la squadra, nello spogliatoio e al centro della nostra difesa: adesso, l’unica cosa che sentiamo di dirti è grazie.
Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio“.
Il suo ruolo chiave contro le discriminazioni
Ma Sara Gama si è distinta per il suo attivismo contro le discriminazioni razziali e di genere nello sport e nella società. Figlia di madre italiana e padre congolese, è sempre stata una voce forte per l’inclusione e i diritti delle minoranze. Ha ricoperto anche la carica di vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), contribuendo al riconoscimento e alla valorizzazione del calcio femminile in Italia.
Il grande rimpianto del Mondiale 2023
Non si può poi dimenticare, tra gli episodi che più hanno caratterizzato la carriera della calciatrice triestina, anche la mancata convocazione per i Mondiali in Australia e Nuova Zelanda nel 2023. La scelta della Ct Milena Bertolini suscitò notevoli polemiche. In molti ci videro delle motivazioni non soltanto tecniche ma figlie di dinamiche alla squadra e alla federazione.
L’esclusione non fu mai tollerata da Sara Gama. Ma anche questo oggi fa parte del passato. Un passato che l’ha resa simbolo di un calcio che ha lottato per imporsi. E che se oggi ha guadagnato così tanta visibilità lo ha fatto anche per meriti suoi.
