Nei dieci campionati principali del mondo, c’è un attaccante che ha già realizzato trentasei gol e quattordici assist. È la migliore punta al mondo, numeri alla mano; è svedese, ma non è Ibrahimović, con cui però ha qualche somiglianza. Si chiama Viktor Gyökeres, ha venticinque anni e gioca in Portogallo con lo Sporting attualmente primo in classifica. È un attaccante fisico – 187 cm per 86 kg – ma veloce, finora più decisivo dei vari Kane e Mbappé, Haaland e Salah, Icardi e Aubameyang. Esulta incrociando le mani davanti alla bocca, in stile Hannibal Lecter: «Come lui divora le persone, allo stesso modo Viktor divora le difese», aveva ipotizzato un suo ex compagno di squadra, John Eccles. Di vero c’è che, al primo anno a Lisbona, Gyökeres – qui dalla scorsa estate, un po’ prima che lo Sporting acquistasse un altro scandinavo, l’ex capitano del Lecce, il danese Hjulmand – è l’attaccante del momento, da tenere assolutamente d’occhio. L’Atalanta lo ha affrontato già quattro volte in Europa League – sia ai gironi che agli ottavi, superati dalla formazione di Gasperini – e già i rumor lo vorrebbero in Inghilterra, il prossimo anno, all’Arsenal o al Chelsea (con un’offerta di 85 milioni di euro). Si vedrà.
Viktor Einar Gyökeres è nato il 4 giugno 1998 a Stoccolma ed è cresciuto in una squadretta (IFK Aspudden-Tellus) nella periferia sud-ovest della capitale. Nel 2013 è entrato nel settore giovanile del Brommapojkarna, uno dei più floridi del paese, dove – per citarne alcuni – hanno svezzato John Guidetti, i fratelli Hjalmar e Albin Ekdal, Kulusevski, Jack Lahne, l’ex genoano Asoro e, per ultimo, il biondo diciottenne Lucas Bergvall che ha da poco rifiutato il Barcellona per firmare col Tottenham. Gyökeres è stato aggregato con la prima squadra nel 2015, non un bel momento: il Brommapojkarna, già retrocesso l’anno prima in Serie B svedese, è retrocesso ancora ed è in Serie C. Paradossalmente, però, – come per Zlatan Ibrahimović la retrocessione in Serie B del Malmö nel 1999 coincise con maggiore minutaggio – Viktor Gyökeres ha potuto giocare più spesso titolare, segnato sette gol e contribuito alla promozione della sua squadra. L’anno dopo, ha fatto persino meglio: dieci gol in Serie B e un contratto a partire dal 2018 strappato agli inglesi del Brighton. Nel mentre Gyökeres ha concluso la stagione e s’è congedato dalla Svezia con una tripletta all’ultimo turno di campionato.
Nella città sulla costa meridionale inglese, affacciata sulla Manica, città dei Seagulls, del grande molo col luna park e i tanti italiani che si recano qui a perfezionare la lingua, Viktor Gyökeres ha faticato. Aggregato all’inizio alla formazione U23, ha segnato sette gol e debuttato in una partita di FA Cup da attaccante esterno – mentre, in Svezia, il suo allenatore (l’ex juventino Olof Mellberg) lo schierava al centro – ed è stato prestato al St. Pauli, nell’estate 2019. Ad Amburgo, Gyökeres ha segnato sette gol in Serie B tedesca ed è tornato a Brighton dove, nel mentre, c’era un nuovo allenatore, Graham Potter. Lui, inglese, arrivava dalla Svezia – allenava a Östersund –, aveva frequentato l’Università a Leeds e conseguito un master in Intelligenza Emotiva. Sembrava il tecnico ideale per Gyökeres, che difatti con lui debuttò in Carabao Cup – finalmente, da punta centrale! – con gol e assist. C’era però poco spazio e così è stato ancora prestato, stavolta allo Swansea, dove però giocava ancora poco, così il Brighton ha interrotto il prestito e lo ha prestato a Coventry, nelle West Midlands, a centocinquanta chilometri da Londra ma soli quaranta da Leicester. La migliore scelta che avessero potuto prendere.
Nei restanti sei mesi del 2021, Viktor Gyökeres ha segnato tre gol e il Coventry lo ha confermato a titolo definitivo in estate. Nella stagione 2021/22, ha segnato diciotto gol (diciassette in Championship, uno in FA Cup), mentre l’anno scorso – 2022/23 – l’attaccante svedese ha fatto decisamente parlare di sé: ventidue reti e dieci assist in campionato. Il suo Coventry City è arrivato quinto e ha raggiunto la finale playoff, ma la favola si è interrotta sul più bello. Lo scorso 27 maggio, nientemeno che a Wembley – in una gara che Mark Robins, il mister degli Sky Blues, definì «per romantici» – il Coventry, che dal 1967 al 2001 disputò ben trentaquattro stagioni di fila in Premier League, perdeva ai rigori col Luton Town. Come se non bastasse la delusione, in estate il club ha ceduto Viktor Gyökeres allo Sporting Lisbona, per venti milioni di euro: è sia la cessione più redditizia di sempre degli inglesi – dopo l’irlandese Robbie Keane, nel 2000, all’Inter, per trentuno miliardi di lire – che l’acquisto più costoso di sempre dei portoghesi. Pareva un azzardo, e invece lo Sporting ha messo addosso a Gyökeres una clausola da cento milioni di euro e sta godendo lo svedese, che ad agosto debuttò con una doppietta e ora continua a segnare, a un ritmo impressionante, in campionato e nelle Coppe. Sempre esultando in quel modo, con le mani incrociate, sulla bocca.
Classe 1997, genovese e genoano (pure non in quest’ordine), ha studiato a Savona spaziando tra il giornalismo e la SEO. Ha scritto e scrive tra gli altri per La Gazzetta dello Sport, Rivista Undici, PianetaGenoa1893.net e Cronache di Spogliatoio. Nel 2018 ha pubblicato ‘Narrami, o Dellas‘, un libro sulla Grecia vincitrice dell’Europeo di calcio 2004. Fin qui solo calcio, ma c’è altro: playlist di musica elettronica, biografie, una genuina ossessione per l’IKEA e le storie scandinave.
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