L’editorialista del Corriere della Sera dà il via libera all’ex “Capitano” della Roma: “La penso diversamente da Salvini su Putin, ma su Francesco in giro solo invidia”.
Non se lo sarebbe mai aspettato, eppure Francesco Totti è diventato un caso da incidente diplomatico, una questione da intrigo internazionale. I manifesti a Mosca con l’ex Capitano presentato alla stregua di un Imperatore hanno scatenato polemiche e dibattiti, più tra i salotti della politica nostrana – per la verità – che altrove. Fatto sta che in tanti si sono indignati e hanno chiesto all’ex mito e leggenda della Roma di fare un passo indietro. La vicenda è diventata talmente importante che se ne è occupato persino Massimo Gramellini nella sua rubrica “Il Caffè”, sul Corriere della Sera.
“Tutti tranne Totti”, l’editoriale di Gramellini
“Tutti tranne Totti” è il titolo dell’editoriale, al solito arguto e scoppiettante. Nelle sue righe, sostanzialmente, Gramellini invita Totti a fregarsene di critiche pretestuose e “invidiose” e a fare tranquillamente le valigie per il viaggetto in Russia. “Chissà cos’avrà pensato il buon Totti nel vedere i cartelloni pubblicitari con la sua gigantografia e lo slogan in cirillico ‘l’Imperatore sta arrivando nella terza Roma’. ‘La terza? Ho sempre giocato titolare nella prima: ti pare che all’età mia, mi rimetto a fà la gavetta?’ gli sarà scappato, e giustamente”, scrive il giornalista all’inizio delle sue riflessioni.
Via libera al viaggio a Mosca del Capitano
“Invece – continua Gramellini – per i russi la terza Roma è Mosca (la seconda era Costantinopoli, la quarta un cantiere che finirà tra un paio di Giubilei), dove l’8 aprile Totti dovrebbe essere ospite di un premio organizzato da un sito di scommesse. Ora, sarà che la parola ‘boicottaggio’ mi ha sempre dato l’orticaria (come la parola ‘scommesse’, peraltro), ma pur pensandola su Putin diversamente da capitan Salvini, non me la sento di unire la mia flebile voce al coro di chi esorta il Capitano, quello vero, a disertare l’evento perché si svolge in territorio nemico. E non solo per la banale ragione che non considero i russi, in quanto tali, miei nemici. È che mi sembrerebbe di infierire”.
Per Gramellini c’è solo dell’invidia su Totti
Il parallelo tra l’indifferenza per i concerti moscoviti di Pupo e lo zelo con cui si vorrebbe impedire la presenza “pubblicitaria” di Totti è geniale: “Ma come, Pupo sì e il Pupone no? Conte, non mi riferisco all’allenatore, a Mosca ci andrebbe di corsa, magari facendo il giro largo da Pechino, e senza neanche pretendere di farsi precedere da cartelloni imperiali. Ma la lista dei potenziali turisti della democrazia è lunga e accidentata come un ragionamento del professor Orsini. Se non ci vanno è solo perché nessuno li invita. Ma allora che senso ha impuntarsi proprio su Totti, che al massimo salirà sul palco per raccontare una barzelletta su sé stesso? Ditemi se non è invidia, questa”.