L’attaccante scozzese è carico e ha voglia di migliorare le 9 reti segnate nello scorso campionato
Le voci della Valle salgono in fretta, e arrivano fin dentro il pullman del Toro. Una ventina di tifosi granata si sono già arrampicati fin quassù, a Prato allo Stelvio, alle spalle del gigante Stelvio e di fronte al confine con la Svizzera. Corre in fretta la notizia che, poco dopo le 19, la squadra di Marco Baroni sarebbe arrivata al Garden Park Hotel, l’albergo di lusso adibito a quartier generale del ritiro per l’estate 2025, collegato da un vialetto interno con lo Sportzentrum Prad, il centro sportivo dove il Toro preparerà la stagione. La squadra ha viaggiato da Torino con un treno charter fino a Bolzano, dopo aver pranzato nel ristorante del Filadelfia. Poi da Bolzano un’oretta e mezza di pullman fin nella sede del ritiro. E allora, dicevamo: quando alle 19.05 (minuto più, minuto meno) la comitiva granata fa il suo ingresso nel parcheggio del Garden, si ritrova una pattuglia di tifosi ad aspettarli. E, tra gli applausi e qualche coro di incitamento, uno dei più applauditi è proprio lui, Che Adams. Lo scozzese che ha rapidamente stregato la gente del Toro. E che, per la stagione che arriverà, ha fatto una promessa…
Forza dieci
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Lo aveva raccontato al tramonto della sua prima stagione italiana, poi quando domenica è stato il momento di spegnere la sua 29ª candelina ha ricordato la promessa nuovamente ai compagni e a Marco Baroni, l’allenatore del nuovo corso. Nel prossimo campionato, l’attaccante nato a Leicester ma con sangue (e passaporto) scozzese — grazie alla mamma — vuole centrare il tagliando della doppia cifra. Al battesimo nel calcio italiano c’è andato vicinissimo: nove centri in A, ai quali si aggiunge anche un gol in Coppa Italia. Che, nel bilancio complessivo, fa lievitare a 10 il bottino complessivo dell’annata. Alla sua seconda occasione con il Toro, vuole raccogliere la doppia cifra solo in campionato. E per come sta muovendo i primi passi stagionali si vede che è particolarmente motivato.
Subito dentro
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Non ha voluto perdere tempo, in questi giorni. A Torino è rientrato giovedì sera: ha finito con qualche giorno di ritardo la precedente stagione a causa degli impegni con la sua nazionale (la Scozia), motivo per cui ha potuto godere di tre giorni di vacanza in più. Venerdì mattina ha svolto le visite mediche e i test d’ingresso a Torino poi, sabato, quando al Filadelfia la squadra ha ricevuto l’abbraccio degli oltre duemila tifosi granata, lui era già in campo. È il segnale di una partenza con il piede giusto.
Consacrazione
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Da scoperta a rivelazione, un anno fa. Adesso Adams è atteso a un passaggio successivo: da rivelazione a consacrazione. Lo aiuterà, senza dubbio, il rientro possibile — presumibilmente dopo le prime giornate di campionato — di capitan Zapata. E una mano gliela darà anche Marco Baroni, che per lui progetta una doppia vita nell’anno che nascerà. La prima si svilupperà nell’attesa del rientro di Duvan e lo vedrà come centravanti di riferimento nel 4-2-3-1, con sulle spalle il peso principale dell’attacco. La seconda sarà, forse, quella più interessante, perché Adams potrà essere la seconda punta alle spalle di Duvan. Nel modulo che il Toro adotterà lui potrebbe anche muoversi da finto trequartista: finto, perché giocherà più da seconda punta. Significherà avere meno uomini addosso, marcature meno rigide ma più spazi e corridoi davanti al campo visivo. Domenica, nel primo giorno di riposo concesso alla squadra, lui era nel gruppetto dei calciatori che si sono comunque allenati. Segnali sparsi qua e là. Intanto le voci della Valle salgono, la gente lo adora e lo carica. Lui sornione, come sempre, ascolta e ricambia con i sorrisi. Il meglio arriverà in campo.
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