Champions League: fermati ed espulsi da Eindhoven oltre 200 tifosi del Napoli. Il legale: ‘Marchiati con un numero dalla polizia’ – Calcio

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Un blitz in piena regola. È appena passata la mezzanotte di lunedì quando le forze di polizia olandesi circondano un gruppo di oltre 200 tifosi del Napoli, arrivati ad Eindhoven per assistere alla partita di Champions tra il Psv e la squadra di Conte, li caricano sugli autobus e li portano nella stazione di polizia di Mathildelaan in stato di fermo.

Particolarmente dure sarebbero state le modalità di esecuzione dei provvedimenti. “Uno dei giovani fermati ieri sera – spiega all’ANSA l’avvocato Emilio Coppola – mi ha spiegato che quando sono stati identificati sono stati marchiati con un numero sulla mano e che li hanno tenuti per tutta la notte nella stazione di polizia con questo numero stampato addosso”.

Quello condotto ad Eindhoven è stato una sorta di intervento ‘preventivo’ perché non c’era stato alcun incidente e nessuna scaramuccia tra opposte fazioni che giustificassero il blitz. La colpa dei tifosi arrivati dall’Italia? Essere un “gruppo numeroso” con una “certa atmosfera”, secondo le spiegazioni date dalla polizia locale che ha ammesso che nessun incidente era stato provocato dai sostenitori del Napoli.

Il provvedimento di fermo si giustifica secondo le autorità della città olandese in quanto gli italiani avrebbero violato il regolamento comunale in materia di assembramenti, oltrepassando la zona rossa. Il sindaco di Eindhoven, Jeroen Dijsselbloem, aveva precedentemente istituito una zona di sicurezza ad alto rischio in vista della partita. Ciò ha consentito alla polizia di effettuare perquisizioni preventive nel centro e in altri luoghi della città.

Soltanto poche tra le persone fermate erano sprovviste del biglietto di accesso allo stadio ma per tutti è stato emesso, dopo un sommario interrogatorio, un provvedimento di annullamento dei biglietti e di espulsione dall’Olanda. Inoltre gli atti relativi a quanto avvenuto sono stati trasmessi dalle forze di polizia olandesi alla questura di Napoli, affinché fosse valutata l’emissione di eventuali daspo.

Nelle prime ore della mattinata di oggi è cominciato il rimpatrio dei tifosi che dura per tutta la giornata e che verrà completato nelle prossime ore. In totale sono 1.700 i tifosi azzurri che hanno acquistato un biglietto per la partita.

In Italia la notizia dell’accaduto si è diffusa sin dalle prima ore della notte e la Farnesina, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani in prima persona, è intervenuto per verificare che le persone arrestate fossero rilasciate al più presto. “Sto seguendo il caso dei tifosi del Napoli fermati a Eindhoven per controlli prima della partita di calcio di stasera. L’Ambasciata all’Aja – scrive Tajani su X – ha già inviato del personale e sono già presenti agenti della Digos italiana”. “Stiamo seguendo da stanotte la vicenda con la nostra unità di crisi – spiega in giornata il ministro – e funzionari della nostra ambasciata si sono mobilitati e sta andando anche l’ambasciatore”.

I tifosi bloccati dalla polizia successivamente rilasciati, però, non ci stanno e nei loro commenti evidenziano, assieme alla delusione per non poter assistere alla partita, la rabbia per un trattamento che giudicano duro, ingiusto e spropositato.

“Ci volevamo bere una birra – dice Fabio, uno dei 1.800 tifosi del Napoli – e siamo stati respinti senza avere fatto nulla, dopo avere speso soldi per i biglietti, che non ci verranno rimborsati”.
L’avvocato Coppola, legale dei tifosi fermati, rincara la dose. “Sono stati privati – dice – di tantissime libertà individuali: un vero e proprio abuso. C’è un clima teso in città: molti tifosi stanno ricevendo il medesimo trattamento. Credo che le autorità nazionali debbano intervenire a tutela dei cittadini italiani”. 

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