Champions, Il rientro dell’Inter a Malpensa: c’è un solo tifoso: “Sono l’unico pirla”

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Rabbia, delusione e frustrazione in tutti i tesserati nerazzurri. Il supporter Marco però resta fiero: “Questi ragazzi meritano comunque gli applausi”

Il day after fa ancora più male. Perché arriva puntuale il momento dei processi, delle accuse, il pensiero di quello che avrebbe potuto essere il rientro a Milano da giganti d’Europa contro la realtà di una sconfitta che più pesante non avrebbe potuto essere. Dal sogno all’incubo. Al “Prime” di Malpensa, all’arrivo della squadra di rientro da Monaco di Baviera intorno a mezzogiorno, ad attendere Lautaro e compagni c’è un solo tifoso. “Sono l’unico pirla… – ripete Marco sconsolato dopo il 5-0 Psg di ieri -, ma questi ragazzi meritano comunque gli applausi”. Il pullman nerazzurro arriva fra il Terminal 1 e il Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, dove sbarcano charter e voli privati, con largo anticipo. Poi, oltre a decine di auto della polizia pronte a scortarlo, c’è il deserto. 

musi lunghi

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Il rimpianto di squadra e tifosi si affaccia non appena torna ricorrente il pensiero di come sarebbe potuto essere lo sbarco con la coppa e di come è invece la realtà. Rabbia, delusione e frustrazione sono i sentimenti più ricorrenti scrutando gli sguardi di tutti i tesserati interisti, da Inzaghi e Farris fino a Lautaro, Calhanoglu, Acerbi. Il primo ad uscire è de Vrij, poi seguono tutti a ruota. L’ultimo Acerbi. Pochi pesantissimi passi tra l’uscita del terminal e l’ingresso in pullman. Non vola una mosca: nessuno parla, nessuno alza lo sguardo, tutti tengono gli occhi bassi. L’unico cenno di saluto lo fa Acerbi all’ultimo istante prima di salire sul pullman. Thuram, richiamato dai pochissimi tifosi che con il passare dei minuti si sono aggiunti all’unico presente fino a quel momento, non alza nemmeno la mano. E Inzaghi fa lo stesso: dritto, sguardo basso e nient’altro. Chissà che non fossero i suoi ultimi passi da allenatore dell’Inter. Di sicuro, i più amari di tutti.

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