Castro, Immobile e Dallinga: Bologna, è lotta a tre per un posto in attacco

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Ciro non potrà giocare sempre, ma ora l’argentino sa di non avere il posto garantito E Italiano prova tutte le soluzioni

Giorgio Bureddu

Tra i Santi e i veterani. Quello del Bologna sarà un anno prodigioso. Da una parte Santiago Castro. Giovane, forte, sempre più in rampa di lancio. Un attaccante tutto fuoco e volontà. Dall’altra Ciro Immobile. Vecchia volpe d’area, goleador consumato, attaccante sgamato. Tra i due non vedeteci dualismo, ma compensazione. E però l’argentino dovrà dimostrare di essere all’altezza della fama che si è ritagliato un anno fa, quando aveva segnato 8 gol in A e pianto lacrime di gioia per la Coppa Italia e un campionato coi fiocchi. Il calcio vive di storie, ma agli attaccanti le storie non bastano: servono i gol per fare la differenza. Se Castro vuole tenere il profilo ancora alto, pure in questo campionato non potrà abbassare la guardia un minuto. Raggiungere di nuovo la doppia cifra può essere un obiettivo. Lo sanno tutti che Vincenzo Italiano crede molto nel giovane talento (20 anni appena) sbarcato da Ciudad del Libertador General San Martìn, Argentina. Ma è quando il gioco si fa duro che vengono fuori le prime magagne. Infatti il Bologna ha affiancato a Castro un giocatore come Immobile, re per molte notti con la maglia della Lazio e poi ancora in Turchia e con l’Italia. Dopo l’esperienza con il Besiktas, Immobile non è sbarcato a Bologna per villeggiare, ma per regalarsi altri sogni di gloria con la maglia della nazionale. E poi c’è sempre Thijs Dallinga, che almeno per adesso rappresenta un’ulteriore alternativa nel ruolo di centravanti. 

Feeling

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Castro e Immobile, dunque, i due volti di un’annata che si annuncia bella e piena di ambizioni sulle tre competizioni. Non ultima l’Europa League, naturalmente. Intanto, in questo pre campionato, Castro ha dato il suo supporto di giocatore alla ricerca della condizione migliore. Ci vuole tempo, ne servirà ancora. E soprattutto ne servirà per raggiungere l’intesa perfetta tra lui e i nuovi compagni di squadra. Immobile in primis. Nessuno, nemmeno Italiano, crede nei miracoli. Ma in Santi sì, in lui ci credono tutti. A Casteldebole pensano che il confronto con Immobile gli farà bene, servirà a rinforzare il gioco offensivo rossoblù e questo permetterà a Italiano di avere molte soluzioni in più. Comprese le due punte insieme, perché no. Santiago non è uno che si tira indietro e anche quest’anno, dopo l’exploit di una stagione fa, l’argentino sente di poter fare la differenza. Le sirene di mercato non lo hanno distratto (lo voleva l’Inter) e nemmeno l’arrivo di giocatori come Immobile è bastato a metterlo di cattivo umore. Al contrario, Castro è pronto a prendersi la scena e a farlo a suon di gol, appoggi, assist, colpi di testa e corse forsennate. 

veterano

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È chiaro che molto di questo entusiasmo passerà dal feeling con Immobile. Re Ciro, come lo chiamano tutti, sa il fatto suo. Ma a 35 anni giocoforza dovrà rassegnarsi a qualche panchina. Immobile è un generoso e il suo lavoro con Castro può essere di grande aiuto a tutti, all’argentino prima di tutti. Se la concorrenza in attacco è sensibilmente aumentata (anche Cambiaghi, Orsolini, Odgaard e Bernardeschi vanno inseriti nel pacchetto), la staffetta Castro-Immobile potrebbe rivelarsi decisiva sotto molti aspetti. Intanto perché la stagione è lunga e logorante. Ma anche perché Castro ha bisogno di un uomo esperto come Immobile per capire certi movimenti e certi trick in area fanno sempre comodo. Immobile non è stato solo il centravanti quattro volte capocannoniere della A, non ha solo vinto molto (anche in Nazionale), è un calciatore che ha imparato l’arte della gioia a suon di gol. Può essere un buon esempio per Castro.



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