L’ex tecnico: “La squadra di Inzaghi ha mostrato problemi seri nello sviluppo della manovra. Che bravo Kean, un centravanti totale per la Fiorentina”
Vince la Fiorentina, perde l’Inter e… sorride il Napoli. Il sorprendente capitombolo dei nerazzurri a Firenze conferma Antonio Conte solitario in testa alla classifica di Serie A con tre punti di vantaggio. Un distacco minimo, ma comunque importante, perché ora consegna il futuro dello scudetto nelle mani del Napoli, una squadra che non ha altri impegni e obiettivi oltre alla corsa per il tricolore. L’Inter vista al Franchi non mi è piaciuta, al di là della sconfitta netta. In oltre 70’ non è riuscita a capire come attaccare la difesa della Fiorentina, tanto che ha avuto pochissime occasioni pulite. Un po’ come capitato nei primi 70’ contro il Milan nel derby. In questo momento la squadra di Inzaghi non è brillante, non riesce a giocare sugli esterni come faceva fino a poco tempo fa ed è lenta e prevedibile nello sviluppo della manovra. Le manca soprattutto ritmo.
problemi
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Con i viola che stavano bassi, pur aggredendo il possessore di palla con un pressing feroce, mi sarei aspettato più movimento palla, più cambi di gioco per spostare gli avversari. E invece Calhanoglu – l’uomo che avrebbe le qualità di calcio per dare rapidità ai cambi di fronte – ha faticato tantissimo. In più di un’occasione si vedeva Bastoni chiamare vanamente palla sul lato sinistro, sbracciandosi di continuo, mentre l’azione si sviluppava (male) dalla parte opposta. Così la pericolosità dell’Inter si è ridotta ai calci piazzati e ai corner, ma non sempre puoi sperare di risolvere le partite da fermo, quando a livello di gioco sei in difficoltà.
Ai problemi nello sviluppo della manovra, i nerazzurri hanno aggiunto una fase difensiva stranamente deficitaria. La Fiorentina ripartiva con velocità e cattiveria, creando grattacapi continui alla retroguardia di Inzaghi, che faticava ad andare a prendere gli avversari negli uno contro uno. Se poi anche Sommer – provvidenziale nel primo tempo su Kean – commette un errore come sul raddoppio viola, allora diventa complicato portare a casa la pelle. Il 2-0, infatti, ha messo definitivamente la partita sui binari della Viola. Le colpe dell’Inter, però, non tolgono nulla agli enormi meriti dei ragazzi di Palladino. La Fiorentina ha fatto una grande partita, ordinata difensivamente ed efficace ogni volta che c’era da attaccare. Protagonista assoluto è stato Moise Kean e non lo dico solamente per la bella doppietta: ha giocato da centravanti totale, bravo nel proteggere la palla, nel dare intensità alla squadra, grazie a corsa e muscoli da nove vero. Raramente lo abbiamo visto in queste condizioni negli ultimi anni alla Juventus, quando fisicamente era sicuramente meno pimpante. E sono contento che allo stadio ci fosse Luciano Spalletti, perché avrà preso ottimi spunti per la Nazionale. Kean, Ranieri, Comuzzo, Mandragora e Parisi – cinque italiani – sono stati tra i migliori, bene così per i colori azzurri.
concorrenza
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Volendo ampliare il discorso sulla Viola, con i tre punti di ieri è salita al quarto posto, in coabitazione con la Lazio e due punti sopra alla Juventus. Lo merita, perché dopo un periodo di difficoltà, la squadra di Palladino ha inanellato tre vittorie consecutive convincenti rispettivamente contro Lazio, Genoa e Inter: non era di certo facile. Adesso la Fiorentina è una serissima candidata a un posto nella prossima Champions League e, fossi al posto di un allenatore di Serie A, mi augurerei di non incontrarla per come sta bene in questo momento. Se i viola mantengono la forma, sarà molto complicato per la Juve e ancora di più per il Milan rincorrere un posto nella prossima Champions. So che ieri molti tifosi bianconeri e rossoneri avranno sorriso per la sconfitta dell’Inter, ma fossi in loro sarei un po’ preoccupato per le sorti della mia squadra. La Juve è lì, ma a livello di qualità di gioco mi sembra inferiore sia alla Fiorentina che alla Lazio. Mentre il Milan – staccato di sette punti, anche se con una partita in meno (il recupero contro il Bologna ndr) – al di là dell’entusiasmo per un mercato positivo, mi pare ancora lontano dall’aver trovato un’identità di squadra. E non basterà l’enorme qualità di Joao Felix o il buon inserimento di Santiago Gimenez in attacco a colmare il gap con chi sta davanti, se Conceiçao non troverà in fretta la chiave per svoltare dal punto di vista tattico.
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