Campioanto Primavera, via alla fase finale: chi vincerà?

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Prima Fiorentina-Juve, poi Sassuolo-Milan: scatta con queste due sfide la fase finale che assegnerà lo scudetto Primavera 2024-2025. Roma e Inter per ora osservano. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulle sei pretendenti al trono

Andrea Barilaro

Sei squadre in corsa, uno scudetto in palio. Il campionato Primavera entra nel vivo e lo fa al Viola Park di Firenze, centro sportivo della Fiorentina e per il secondo anno consecutivo palcoscenico della Final Six. Si parte con i playoff: Fiorentina-Juventus (23 maggio, ore 18) e Sassuolo-Milan (24 maggio, ore 18). Fiorentina e Sassuolo, forti di un miglior piazzamento in regular season (terzo e quarto posto), giocheranno con due risultati su tre a disposizione e, in caso di parità dopo 90’, passeranno in semifinale. Ecco quindi Roma e Inter, prima e seconda della classe: i giallorossi aspettano una tra Fiorentina e Juventus (26 maggio, ore 20:30), mentre i nerazzurri la vincente della sfida tra Sassuolo e Milan (27 maggio, ore 20:30). In caso di parità dopo il 90’, si procederà direttamente ai calci di rigore. Quindi la finalissima, prevista per il 30 maggio alle 20:30: chi alzerà il trofeo? Intanto ecco tutto quello che c’è da sapere sulle sei squadre in corsa per lo scudetto.

qui roma

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L’ultimo scudetto è prossimo a compiere dieci anni: stagione 2015-2016. Dopo una regular season dominata (83 punti, +9 sull’Inter e 91 gol, 14 in più della Fiorentina), i ragazzi di Gianluca Falsini, tre scudetti in giallorosso, proveranno a riscattare la finale persa un anno fa. La stellina è Filippo Reale, classe 2006 che se oggi è un difensore centrale lo deve a un’intuizione di Daniele De Rossi durante il ritiro estivo. Mancino, spilungone di quasi 190 centimetri, si ispira a Van Dijk e per Falsini è una certezza: 2803 minuti divisi in 33 presenze, il più utilizzato della rosa. Altri 2006 da tenere d’occhio sono Alessandro Romano e Mattia Della Rocca. Romano, mediano mancino arrivato nel 2022 dagli svizzeri del Winterthur, ha respirato aria di Serie A quando Ranieri che se l’è portato in panchina nella trasferta di Bologna. Quest’anno 28 presenze e 6 gol, il più importante nel derby d’andata contro la Lazio. Della Rocca, jolly offensivo, in prima squadra ci ha già giocato l’estate scorsa a Perth, Australia, in l’amichevole contro il Milan. I gol stagionali sono 4, tutti decisivi. Ma il predestinato è Federico Coletta. Lo paragonano a Frattesi, lui si ispira a Bellingham e la Roma lo ha blindato. Un anno fa ha vinto l’Europeo Under 17 con tanto di gol in finale, quest’anno ne ha segnati 14 come Leonardo Graziani e Giulio Misitano, gli altri due bomber della squadra, ma la notizia è che lui fa il centrocampista e ha due anni in meno (2007). In rosa c’è anche Mattia Almaviva, il ragazzo a cui Francesco Totti ha regalato la fascia da capitano il giorno dell’addio al calcio.

Qui Inter

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La regina della Primavera: 10 scudetti, quello della stella nel 2022 con Chivu e Casadei. Quest’anno allena Andrea Zanchetta e i riflettori sono tutti per Giacomo De Pieri, talentino che è “due volte Del Piero”. 2006, mancino dal dribbling facile, vede la porta (9 gol in campionato) e se non avesse sfondato con il calcio… avrebbe fatto l’osteopata. Ipotesi, probabilmente, messa nel cassetto quando Simone Inzaghi l’ha messo in campo in Champions contro il Monaco. Tra i grandi hanno esordito anche Thomas Berenbruch (2005, mezzala alla Barella), Matteo Cocchi (2007, terzino che studia Dimarco) e Mike Aidoo (2005, terzino destro rapido e tutto muscoli): i primi due in Champions contro il Feyenoord, il terzo in Coppa Italia contro l’Udinese. L’altro diamantino che l’Inter custodisce gelosamente è Luka Topalovic, arrivato in estate dal Domzale con cui aveva esordito in prima squadra a 16 anni. Mezzala classe 2006, The Guardian l’ha inserito nella lista dei 60 giovani più promettenti al mondo, ma ‘Topa’ non è uno a cui tremano le gambe e al primo anno in Italia è già in doppia cifra. Promosso, ma con asterisco: il rigore sbagliato ai quarti di Youth League contro il Trabzonspor pesa. Ma si rifarà. Centrocampista è anche Mattia Zanchetta, 2007, mediano dai piedi buoni e figlio di mister Andrea. Una volta ha detto: “Mi tratta come gli altri. Quando c’è da dirmi ‘bravo’ lo fa, ma quando deve strigliarmi è il primo”. Quindi niente favoritismi, 23 presenze e 1494 minuti tutti meritati. Davanti se la giocano Matteo Spinaccé e Matteo Lavelli, entrambi 2006 e 14 gol in due.

JUVENTUS

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L’ultimo Tricolore (2005-2006) è firmato Marchisio e Giovinco, quest’anno ci proveranno Vacca e compagni. Quindi prima il bomber, Alessio Vacca, “un giocatore che sposta gli equilibri” ha detto mister Magnanelli. Per lui 16 gol in campionato più 2 in Tim Cup, perno lì davanti con Diego Pugno (attaccante 2006, 11 gol) e fino a gennaio anche con Gianmarco Di Biase, passato a metà stagione alla Pergolettese in C. Erano un trio, adesso sono un duo come Francesco Verde e Filippo Pagnucco, divisi da un anno (2007 contro 2006) e uniti da tutto il resto, quindi ruolo (entrambi difensori, uno centrale e terzino) e prospettive future. Che sono più che rosee. Verde, napoletano, 29 presenze e pure 2 gol, è legato ai bianconeri fino al 2027 e lo scorso anno ha vinto l’Europeo Under 17. Numeri simili per Pagnucco (28 presenze e 3 gol di cui 2 rigori), ma la storia è diversa. Lui viene dal Friuli e se gioca a calcio lo deve a mamma Renata che gli regalò un camp estivo. La prima volta allo stadio? 2012, Udinese-Genoa 2-0: Floro Flores e… Di Natale, il suo idolo anche se si ispira a Cambiaso. A centrocampo quello da tenere d’occhio è Adam Boufandar, regista italo-marocchino che ricorda il Magnanelli calciatore. 18 anni, quest’anno 4 gol più uno in Tim Cup. La Nazionale è ancora un’incognita: ha giocato sia per il Marocco sia per l’Italia, ma se mai si troverà di fronte una scelta vorrà dire che l’avrà fatta. 

MILAN

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Sessant’anni dall’ultimo scudetto (1965) e il Milan proverà a spezzare la maledizione con la squadra più giovane della categoria. Allena Federico Guidi e inventa Mattia Liberali, il ‘Mago’ di Lissone che Fonseca ha lanciato da titolare contro il Genoa. Mancino, spigliato e spavaldo, ha ancora 18 anni ma le spalle sono già larghe. Come lui Filippo Scotti, onnipresente (37 partite) e bomber (11 gol). Nasce esterno, oggi fa il centravanti e studia uno dei migliori, cioè Robert Lewandowski. Lì davanti c’è anche Maximilian Ibrahimovic, figlio di Zlatan: 20 presenze e 7 gol per lui, oltre all’esordio con Milan Futuro in C. A centrocampo out Christian Comotto, impegnato con la Nazionale, ma niente panico perché c’è Emanuele Sala, classe 2007 che sa come si vince un Europeo e pupillo di Ignazio Abate. Diceva di lui l’ex terzino: “È un ragazzo speciale”. Quest’anno è arrivata la consacrazione: 32 presenze e 5 gol. Menzione speciale per Lorenzo Ossola, classe 2007 che al Vismara chiamano ‘Ossolinho’ per il suo modo di giocare. Il gol all’Atalanta è stata la ciliegina sulla torta in una stagione per lui d’apprendimento: 29 partite ma solo 9 dall’inizio. 

SASSUOLO

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I campioni in carica. Quest’anno hanno già sollevato la Supercoppa e al Viola Park cercano il bis. In panchina c’è ancora Emiliano Bigica, mentre l’osservato speciale sarà sempre Kevin Leone, classe 2005 da sette gol, svariati assist e un talento che a Sassuolo sono certi sboccerà. Dopo lo scudetto del 2024 ha detto: “Sono campione d’Italia ma devo ancora realizzarlo”. Neanche un anno dopo avrebbe esordito in Serie B contro il Frosinone. I numeri dicono che il bomber è Borna Knezovic (classe 2005, 17 tra campionato e coppa), il problema è che il talento croato… fa il trequartista. Protagonista già un anno fa nella finale contro la Roma, il Sassuolo ci crede e l’ha già blindato fino al 2027. In difesa domina Claudio Parlato, classe 2005, centrale di ruolo che può fare anche il braccetto di destra. Onnipresente: 35 partite e 3061 minuti, undicesimo di tutta la categoria per minutaggio. E fa anche gol: 4 in campionato e uno in Tim Cup, l’ultimo una settimana fa contro la Samp. Il futuro porta il nome di Sonosi Daldum, 2007 finlandese arrivato a settembre 2023 dalla Koupion Palloseura. Il primo anno 16 gol, quest’anno 6 da sotto età. 

FIORENTINA

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Lo scudetto manca dal 1983, intanto ci si è ‘accontentati’ – si fa per dire – di sette titoli in altrettante stagioni: cinque Primavera Tim Cup e due Supercoppe, dal 2019 al 2025. Squadra particolare, la Fiorentina: 38 partite e soli tre pareggi, o vince o perde. Allena Daniele Galloppa, ex Serie A che si affida ai piedi educatissimi di Tommaso Rubino. Figlio d’arte (più di 500 presenze tra i pro’ per papà Raffaele) e mezza punta, con 18 gol è terzo nella classifica cannonieri dietro a Gabbiani della Cremonese e Coveri del Cesena. Classe 2006, abita a due passi dal Franchi e Palladino gli ha regalato minuti sia in A sia in Conference. Dirà dopo l’esordio col Genoa: “Il giorno più bello della mia vita”. Stagione (quasi) finita invece per il 2006 Riccardo Braschi, l’altro bomber da 13 gol in campionato: un rosso nella penultima contro la Lazio gli è costato tre giornate di stop. Una l’ha scontata, salterà playoff, eventuale semifinale e rientrerebbe solo in finale. Assenza che pesa, ma la differenza la sa fare anche Gabriele Bertolini, altro 2006 col vizio del gol: 7 in 22 presenze e uno anche in Tim Cup. Viene da Carrara e ha già le idee chiare perché tra cinque anni si vede in prima squadra.

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