Così la doppia sostituzione a un quarto d’ora dal termine di Atalanta-Lazio è diventata un incubo
Lookman o Ederson? O meglio… Ade o Ede? A volte una vocale di differenza può cambiare davvero tutto. E creare qualche pasticcio, come quello che si è verificato a un quarto d’ora dal termine di Atalanta-Lazio, quando una doppia sostituzione dei nerazzurri è stato un po’ più complicato del previsto. Il tutto per colpa, appunto, di una lettera di differenza nel soprannome: “C’è stato un misunderstanding: abbiamo fatto un errore noi, si vede che non era giornata. E poi non siamo riusciti ad intervenire in tempo” è stato il laconico commento di Gasperini su quanto accaduto.
la ricostruzione
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Minuto 73’34”, punteggio di 0-1. L’arbitro Chiffi fischia per fermare il gioco e dare l’ok ad una doppia sostituzione dell’Atalanta. Samardzic e Maldini sono già pronti per fare il loro ingresso in campo. Gasperini e il suo vice Tullio Gritti, come da procedura standard, avevano comunicato poco prima allo storico team manager Mirco Moioli i nomi dei due giocatori destinati ad uscire: uno è Mateo Retegui — e dubbi non ce ne sono affatto, tanto che l’italo-argentino esce da fondocampo per far spazio a Maldini. E l’altro? Ecco. Nella testa dello staff tecnico il designato è ‘Ede’, ovvero, Ederson (che di fatti poi 4 minuti dopo lascia spazio a Brescianini) ma probabilmente tra il frastuono dello stadio e la concitazione del momento il messaggio che viene captato da Moioli diventa… ‘Ade’, ovvero Ademola Lookman. Maldini e Samardzic per Retegui e Lookman, lo stesso doppio cambio eseguito una settimana prima contro la Fiorentina al 55’. Il team manager raccoglie l’informazione, comunica i nomi al quarto uomo, imposta la lavagna luminosa che viene alzata dall’ufficiale di gara: al posto del numero 13, come avrebbe voluto Gasperini, c’è però l’11. Il nigeriano, abbastanza accigliato e sorpreso, esce scuotendo la testa nel punto a lui più vicino, praticamente a pochi metri dalla panchina della Lazio, distante invece dalla sua, mettendo piede fuori dal campo, poco convinto della sostituzione.
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regolamento
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Si può dire che non sia l’unico, visto che nel frattempo in panchina lo stesso Gasp si agita per segnalare che qualcosa non va. Anche il numero 11 lo capisce, ma troppo tardi, probabilmente a causa della distanza, tanto che tenta di rientrare in campo su indicazione della panchina. C’è però un problema: Lookman ha già messo piede fuori dal terreno di gioco. E Samardzic nello stesso momento aveva calpestato il rettangolo verde. Sostituzione effettuata: da regolamento, non si può più tornare indietro. Lookman per la verità una volta capito il misunderstanding ci prova a tornare in campo, rischiando anche un’ammonizione per rientro in campo non autorizzato – essendo diffidato con già 4 gialli sulle spalle, avrebbe dovuto saltare il match contro il Bologna – ma il quarto uomo interviene e lo blocca: ormai, una volta entrato Samardzic, il cambio è ormai ratificato. D’altronde il regolamento: “La sostituzione si concretizza nel momento in cui il calciatore di riserva entra sul terreno di gioco; da quel momento, chi ne è uscito diventa un calciatore sostituito e il subentrante diventa un titolare e può eseguire qualsiasi ripresa di gioco”. A volte basta una vocale.
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