Da trent’anni Pantaleo lancia senza timore attaccanti anche 16enni: tra look pulito, pranzi della domenica e consigli Miccoli, Vucinic, Bojinov, Dorgu e altri hanno fatto il botto così. E ora tocca a Camarda.
“Testa, gamba, piede. Piede, gamba, testa. Testa, gamba, piede. Piede, gamba, testa”. È l’estate del 2000 e quelle parole rimbombano come una filastrocca nella periferia di Lecce. A sud della città c’è una palazzina nella quale i bambini si trasformano in uomini e, qualche volta, pure in calciatori. Quel posto si chiama Casa Pastor Bonus, è una residenza per ragazzi e nei primi anni del nuovo millennio ha ospitato tutte le stelle scovate da Pantaleo Corvino in giro per il mondo. Vucinic, Ledesma, Bojinov, Konan e tanti altri ci sono entrati da adolescenti e ne sono usciti professionisti. Il mantra da seguire era uguale per tutti: testa (a scuola e nella vita di tutti i giorni), gamba (in palestra) e piede (sul campo). Se migliora uno, migliorano gli altri. Se cresce l’uomo, cresce pure il calciatore. Il primo a capirlo fu Miccoli nel 1996. L’ultimo Dorgu, volato a Manchester per 35 milioni. Da Casarano a Lecce e Firenze, il metodo-Corvino funziona, si evolve e non invecchia mai. Francesco Camarda si è convinto così. E ora, a 17 anni, si è lanciato con gli occhi bendati tra le braccia di Pantaleo.