Oggi probabile contatto tra i turchi e i vertici nerazzurri, che poi parleranno con il regista. E Xhaka resta caldo
Prima o poi questa cortina di fumo che si alza dalla Turchia sarà dissolta e Hakan Calhanoglu potrà finalmente stare di qua o di là: a Milano o sul Bosforo. Lo vuole sapere il popolo interista e il club stesso, che non ha mai ricevuto dal proprio regista alcun segnale di velenosa rottura. Eppure, anche in viale della Liberazione, si percepisce da settimane questo strano clima attorno ad Hakan. Il ds Piero Ausilio non si è morso la lingua quando ha dovuto denunciare pubblicamente il modo poco ortodosso con cui i dirigenti del Galatasaray hanno iniziato a flirtare a distanza con Calha. Da un incontro a Milano, organizzato dribblando i cronisti con numerose acrobazie, l’Inter aveva accertato che non esisteva da parte del Gala una autentica volontà di sedersi al tavolo con un malloppo da spendere. Con lo stesso atteggiamento, adesso i nerazzurri osservano a distanza il presunto interesse del Fenerbahce: anche in questo caso, c’è un certo scetticismo di fondo, anche perché finora non c’è stato uno straccio di telefonata.
Il dopo
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Insomma, serve un’offerta, subito, per far partire la danza del ventre. È una condizione che il Gala non ha mai soddisfatto, non è detto che il Fener si comporti in maniera diversa. Di certo, i nerazzurri vogliono stanare l’altro club di Istanbul, pretendono chiarezza e una proposta nero su bianco: già oggi a Milano aspettano un’offerta formale e chiarificatrice. Questo lunedì 21 luglio rischia, quindi, di diventare il più decisivo nel tormentone Calha perché si potrebbe capire quanto l’acquisto del turco interessi davvero a Mourinho. Portare Hakan al Fenerbache avrebbe un alto valore simbolico proprio perché si parla pur sempre il capitano della nazionale allenata da Montella e perché sarebbe uno sgarbo al Galatasaray, club contro cui José combatte una delle sue tante guerre di religione. Di certo, l’Inter ha fissato un prezzo preciso, 25 milioni, ben sapendo che esiste già una strada da percorrere in un ipotetico dopo-Calha. Granit Xhaka, un anno di più del 31enne Hakan, sarebbe il preferito per ragioni tattiche, tecniche ed esperienza. Nel futuro servirebbe un centrocampista di taglia simile, ma più adatto a giocare in un modulo a 2.
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In fretta
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Di certo, in questa storia tutto si incastra visto che Xhaka è anche uno degli obiettivi del Fenerbahce nella stessa posizione di Calha. In ogni caso, appena arriverà a Milano, il regista parlerà con l’Inter per decisione del club: sarà una chiacchierata vis-à-vis, dopo questa estate tormentata fatta di contatti solo telefonici, e il modo migliore per capire cosa stia accadendo davvero alle spalle del giocatore. Domani Hakan sarà, comunque, rivisto dai medici dopo l’infortunio al polpaccio e mercoledì tornerà a correre nel verde di Appiano. Il tempo – un tempo corto – dirà se in quello stesso centro di allenamento dopo di lui arriverà anche Xhaka. Il suo attuale allenatore al Leverkusen, Ten Hag, ha detto di non vedere l’ora di lavorare con lui, mentre il ds del Bayer Simon Rolfes ha lasciato una porticina semi-aperta: “Dobbiamo parlargli, va via solo se fosse vantaggioso per tutti”.
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