Fra la punta del Bologna e Lautaro in nazionale è cresciuto il feeling. I nerazzurri si preparano già a trattare per l’estate: per il Bologna costa 40 milioni, ma c’è la carta Fabbian
Da idolo a compagno, il passaggio è rapido come un lampo. Ancor prima di arrivare in Italia, da stellina del Velez, Santiago Castro guardava a a Milano con lo sguardo ammirato di un fan: se Lautaro era un Toro fatto e finito, lui voleva essere un Torito. Studiava come incornare i difensori alla stessa maniera dell’interista. Arrivato a Bologna l’anno scorso, il rapporto a distanza si è fatto amicizia: a Santiago servivano consigli per muoversi in un Paese e un campionato nuovi. Messaggio dopo messaggio, gol dopo gol, è cresciuta pure la voglia di giocare assieme, in nazionale e non solo. L’Albiceleste è la naturale casa comune della coppia, e questo paio di giorni insieme in ritiro è stato solo il primo assaggio di convivenza, ma in futuro i due centravanti potrebbero ritrovarsi gomito a gomito anche in nerazzurro. Castro tenta sempre di più l’Inter, che ha già messo in conto di fare un investimento in attacco dopo il Mondiale per Club. Sull’argomento la società ha gerarchie abbastanza chiare: osserva con interesse la crescita di Lorenzo Lucca a Udine, ma il preferito della lista resta pur sempre il bolognese che qualche veggente in patria ha già battezzato Lautarito. Proprio il capitano di Simone Inzaghi è l’attrattore più potente per il connazionale, pronto al salto triplo di carriera (e di guadagno). Santiago a Milano verrebbe anche a piedi, e pazienza se davanti a lui troverebbe quel monumento chiamato ThuLa: è un mausoleo che, almeno nel breve, nessuno potrebbe mai spostare.
il feeling
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Raccontano che Castro sia ben più maturo dei suoi 20 anni e stia già programmando una carriera di successo, ben sapendo che ad Appiano potrebbe crescere ancora. Per gli argentini, romantici e visionari, un talento senza limiti “non ha tetto”: Castro è proprio di questa specie, guarda lassù e vede solo le stelle. Più modestamente, i dirigenti interisti intravedono in lui un progetto compiuto di nuovo Lautaro: stessa fame, stessa voglia di imparare, forse doti di partenza perfino più pronunciate. Intanto, nel poco tempo insieme, i due argentini hanno iniziato a parlare vis a vis, poi il nerazzurro ha dovuto lasciare il compagno: ci si rivedrà d’estate, questa per il bolognese era soltanto la prima di tante convocazioni di Scaloni. Castro ha, comunque, fatto in tempo a rivolgere le prime parole dolci per l’amico: “Mi ha aiutato molto nell’adattamento e mi ha mandato tanti messaggi”. Il resto, a tempo debito, lo farà la squadra mercato nerazzurra, ben consapevole di una necessità tecnica nel cuore della rosa: non di sola ThuLa può vivere l’Inter.
quante carte
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Servirà un innesto di alta qualità, una nuova punta giovane e forte con l’ambizione di scalare le gerarchie. Non bastasse, c’è pure il disco verde di Oaktree per investimenti di questo tipo, futuribili e utili per patrimonializzare: chi meglio di questo classe 2004 potrebbe mai rispondere all’identikit tracciata dal fondo? Semmai, il problema sono le stesse prestazioni del Torito, troppo positive per non scatenare gli appetiti altrui: a furia di crescere in campo (è già a 9 gol in A, due in meno di Martinez), crescerà pure il prezzo fuori. Di questo passo, i 30 milioni preventivati potrebbero non bastare più. L’Inter ha, però, tante carte da portare al tavolo: il gradimento del giocatore e il legame saldo con Lautaro, certo, ma anche il fascino del vicepresidente-totem Javier Zanetti, sempre convincente nelle trattative argentine. E poi, tra nerazzurri e bolognesi, resta sempre appeso il nome di Giovanni Fabbian: il 22enne cresciuto a Interello si è ripreso dopo mesi difficili in Emilia e non è mai uscito davvero dal “controllo” nerazzurro. C’è un’opzione esclusiva di riacquisto a 12 milioni per riportarlo a Milano d’estate: rinegoziarla dentro a un affare più complesso non è certo un tabù. Intanto, Lautarito prende la mira e ringrazia sempre lui, Lautaro: vorrebbe sempre giocare con il suo idolo, ma l’infortunio gli spalanca il debutto in Albicelese nel Clasico con l’Uruguay.
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