
All’Euganeo finisce 1-1: il rigore di Bortolussi scatena la rabbia di Castori. Il tecnico esplode e riaffiora il ricordo di Lumezzane
Post partita infuocato all’Euganeo, dove Padova e Sudtirol si sono divise la posta (1-1) nell’undicesima giornata di Serie B. Ma a rubare la scena, più del campo, è stato il tecnico ospite Fabrizio Castori, protagonista di un acceso confronto in conferenza stampa. E alla mente dei più grandi è affiorato il ricordo di una vecchia sfida del 2004, quando il suo Cesena si giocava la promozione in cadetteria contro il Lumezzane e finì a calci e pugni con tanto di maxisqualifica. Ora non sono scoppiate risse per fortuna, ma solo un acceso dibattito al microfono.
Come è andata Padova-SudTirol
Castori e la lite con un giornalista
Alla domanda di un cronista su come fosse maturato il gol del pareggio biancoscudato, l’allenatore ha reagito con evidente fastidio. “Come abbiamo preso il gol? Dimmelo te come abbiamo preso un gol, hai fatto una disanima e allora concludi – è la risposta di Castori alla domanda del giornalista in questione –. Che vuoi dire? È una provocazione la tua? Abbiamo preso un gol su un calcio di rigore a pochi minuti dalla fine che non voglio giudicare. Andatelo a vedere, ci sono le immagini che parlano. Dopo una partita dominata mi inizi subito con la critica e mi dici ‘come a Pescara’. Adamonis non ha preso un tiro in porta, abbiamo giocato bene e non abbiamo raccolto. A Pescara abbiamo commesso un errore noi, oggi sinceramente il pareggio è una beffa atroce”.
Visibilmente irritato, Castori ha poi rincarato la dose, lasciandosi andare a un lungo sfogo: “Io oggi non mi volevo incazzare, ma tu mi fai subito incazzare, perché cominci a fare il supercritico. Abbiamo sbagliato mezza partita una volta e avete fatto una settimana di processo alla squadra. Cerca di essere un attimo più umile, torna umile se no mi incazzo“.
Il ritorno dei fantasmi di Lumezzane
Per chi conosce la lunga carriera di Castori, certe esplosioni non sorprendono. La sua storia è segnata da un temperamento ardente, lo stesso che – nel bene e nel male – lo ha reso un personaggio unico del calcio italiano. Impossibile non tornare con la memoria a Lumezzane, 20 giugno 2004, quando il suo Cesena si giocava la promozione in Serie B (ricordata anche da Il Resto del Carlino nel suo ventennale). All’andata era finita 1-1, e al ritorno serviva il successo su uno dei campi più difficili della C1. Dopo un’ora e mezza di tensione e sofferenza, al minuto 100 Biserni portò avanti i bianconeri. Ma poco dopo arrivò il pareggio del Lumezzane, con conseguenti provocazioni che accesero gli animi. Scattò allora un minuto di ordinaria follia, una rissa che coinvolse anche l’uomo di Tolentino.
Un episodio che segnò la carriera del tecnico – amatissimo a Cesena ma duramente criticato a livello nazionale – e che gli costò 3 anni di squalifica, poi ridotti a 2 anni e infine a 19 mesi. Ma anche quella vicenda contribuì a costruire il mito di Castori: un allenatore di cuore e di pancia, che vive ogni partita come una battaglia.

