La Sampdoria interrompe la miniserie di vittorie consecutive non andando oltre il pari a Cittadella, al termine di una partita di rara bruttezza.
Sottil opta per un “turn over” soft, confermando Vismara tra i pali e inserendo Vulikic in difesa, con Riccio di nuovo centrale e Romagnoli in panchina. A centrocampo rientra Yepes, con Bellemo che prende il posto dell’indisponibile Kasami. Intoccabili Coda e Tutino in avanti, ed è comunque un bel mistero.
Dal Canto, da pochi giorni allenatore dei veneti, sceglie di mettersi a specchio proprio per limitare i danni, lasciando in panchina Pandolfi e l’ex Tessiore.
Davanti ad un discreto pattuglino di Doriani del centro nord (almeno duecento tifosi), che non sfigurano affatto al confronto con la tifoseria locale, l’inizio è molto accorto su entrambi i fronti. Talmente accorto che, per almeno venti minuti, di fatto non succede niente. Uniche note di cronaca: un tiro di Benedetti in scivolata lontano dai pali, e due conclusioni di Rabbi – una di testa, una di piede – che non centrerebbero una porta di dimensioni doppie.
Sottil non è contento, e poiché il Tombolato non è il Maracanà, le sue urla di disappunto si sentono in tutto il Triveneto.
Al 23’ una buona combinazione tra Coda e Tutino porta quest’ultimo alla conclusione: bella la girata, bersaglio lontano.
La Sampdoria prova a fare la gara, ma Yepes, riportato in regia, non sembra ispirato, Bellemo gira senza una posizione stabile e delle incursioni di Benedetti non v’è traccia, e persino Venuti e Ioannou non contribuiscono. Coda e Tutino hanno pochi palloni giocabili e per la retroguardia di casa il compito è semplice.
Due ammonizioni tra i veneti dopo la mezz’ora sono i soli episodi di cronaca. Tra i due, un complicato schema doriano su punizione che viene letto con sufficiente anticipo dalla difesa locale.
Al 41’ squillo Cittadella: Magrassi (giustiziere a Marassi un anno fa) dà un senso alla sua presenza in campo e fa da sponda per Rabbi, che mette alla prova i riflessi di Vismara, molto reattivo: sarà l’unica, vera parata di uno dei due portieri nell’intera gara.
La ripresa parte in modo leggermente più vivace. Al 47’ Vulikic verticalizza in area per Tutino, che controlla mediocremente e guadagna un semplice corner (ma avrebbe potuto fare meglio), e due minuti più tardi, su un cross dalla destra, Rabbi – in ritardo – colpisce volontariamente la palla con il braccio. Già ammonito, per il veneto potrebbe scattare il secondo cartellino, ma Santoro lascia correre (e, d’altra parte, i biancocerchiati nemmeno protestano).
Dopo un altro errore di Tutino, che agevola l’uscita bassa di Kastrati, per un paio di minuti il Cittadella alza i ritmi. Dapprima è Magrassi – tra i peggiori – a incartarsi da solo dopo una bella fuga sulla sinistra, e poi un paio di incursioni di Masciangelo – all’opposto, il migliore dei suoi, troppo tenera la marcatura di Venuti – creano scompiglio sul settore di sinistra, senza però che i cross diventino vere palle gol.
Sottil capisce che è tempo di cambiare, e stavolta lo fa prima del solito: fuori Benedetti, uno smarrito Yepes e Venuti, dentro Akinsanmiro, Meulensteen e De Paoli. Dal Canto invece toglie Tronchin (impalpabile) e inserisce Tessiore.
È proprio l’ex di turno, al 68’ a disporre della prima occasione della ripresa: servito da Branca (ma c’era un fallo in partenza su Meulensteen), si libera a sinistra, entra in area e cerca il palo lontano, mancandolo di poco.
Il “leit motiv” del secondo tempo sembra essere la pressione della squadra patavina sulle seconde palle: la Sampdoria fa fatica ad uscire, ma quando lo fa, come al 69’, potrebbe fare a fette la pur attenta retroguardia di casa. Una bella azione tutta di prima, che viene però vanificata da un cross sbilenco di Ioannou, irraggiungibile per tutti.
A venti minuti dalla fine, dopo quasi sei mesi, torna in campo Estanis Pedrola. Anzi, il suo momento sarebbe dovuto arrivare qualche istante prima: se non fosse stata per la richiesta di fare un salto in bagno, cosa che Sottil digerisce a fatica.
Fuori Coda, quindi, e dentro il catalano, libero di svariare con Tutino prima punta, e poco dopo fuori anche Bereszynski (bisognoso di rifiatare dopo un mese finalmente alla sua altezza) per Romagnoli, con Riccio spostato a destra e ammonito (e, forse, anche graziato), mentre tra i veneti Ravasio subentra ad un Magrassi confuso e confusionario.
Dopo due tentativi di Branca (alto) e Rabbi (Ioannou respinge il cross), la Sampdoria dà per la prima volta l’impressione di poter fare qualcosa di più e di meglio, e lo fa proprio con Pedrola, ben assecondato da Akinsanmiro, con il quale scambia ripetutamente la palla, e da Meulensteen, il cui ingresso in mediana sistema le geometrie.
Dopo aver guadagnato da solo due corner consecutivi, a sette dalla fine lo spagnolo va via in mezzo a mille maglie avversarie e conclude debolmente tra le braccia di Kastrati. Un minuto più tardi, su cross di De Paoli, Tutino a centro area incorna male e sparacchia a salve di testa.
Infine, in pieno recupero, ancora Pedrola si incunea tra quattro maglie avversarie e va giù in area. Santoro si conferma quello di Empoli, e non solo lascia proseguire (facendo cenno di “ho visto tutto”, ma tutto cosa?), ma neppure va al Var a rivedere l’azione, pur inseguito dai giocatori doriani, una volta tanto molto veementi nella protesta. In compenso, si presenta da Sottil – indemoniato – e va già bene che non lo cacci dal campo.
Non c’è però più tempo, e la gara, di fatto, termina lì.
Una partita davvero brutta, contro un avversario palesemente inferiore e, per di più, inizialmente anche molto contratto. Le grandi squadre, una partita così l’ammazzano subito. Anche se pesa, e non poco, il mancato rigore nel finale (tra parentesi: nemmeno uno, finora, per la squadra del presidente Manfredi: mah).
Non hanno convinto le scelte di Sottil – il costante ostracismo a Borini, quando anche Coda e Tutino avrebbero diritto ad un po’ di riposo; l’insistere su Benedetti, che proprio non ingrana; la rinuncia volontaria a Meulensteen, rivelazione di questa fase di stagione – ma anche le interpretazioni dei singoli, a partire proprio dalle due punte, che appaiono in debito di ossigeno (ma quanti palloni giocabili ricevono?), per continuare con i due esterni alti, Venuti e Ioannou, che a loro volta necessiterebbero di un turno di riposo. Per non parlare di Yepes, cui la panchina ha fatto perdere lucidità, e Bellemo, inconsistente.
Da apprezzare, invece, la prova nel complesso solida della difesa, senza reti subite per la seconda gara consecutiva e per la prima volta lontano dal Ferraris (ma il Cittadella, là davanti, è davvero poca cosa).
Adesso il Brescia, a Marassi. Dopo un intero turno di campionato di soli pareggi (tranne la vittoria del Cosenza a Reggio Emilia), è necessario riprendere la marcia.
Cittadella (3-5-2): Kastrati 6; Salvi 6, Pavan 6, Carissoni 6,5; Vita 5,5, Amatucci 6, Tronchin 5,5 (63’ Tessiore 6), Branca 6, Masciangelo 6,5; Magrassi 5 (76’ Ravasio n.g.), Rabbi 5,5. All. Dal Canto 6,5.
Sampdoria (3-5-2): Vismara 6,5; Bereszynski 6 (76’ Romagnoli n.g.), Riccio 6, Vulikic 6; Venuti 5 (58’ De Paoli 5,5), Benedetti 5 (58’ Akinsanmiro 6), Yepes 5 (58’ Meulensteen 6), Bellemo 5, Ioannou 5,5); Coda 5,5 (70’ Pedrola 6,5), Tutino 5,5. All. Sottil 5,5.
Arbitro: Santoro (Margani/Cavallina – Mazzoni – Nasca/Rutello) 5.
Ammoniti :Rabbi, Branca, Magrassi, Riccio.
Calci d’angolo: 3-5
Recupero: 1’ e 5’.
Note: serata tiepida e umida, con presenza di oltre duecento tifosi blucerchiati provenienti dalle regioni del Nord.
Giuseppe Viscardi
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