Milanesi in difficoltà, battute da Mourinho e non solo. Serve un’azione immediata per non perdere terreno
Archie Brown alle dieci di sera era del Milan, ma nella notte ha cambiato maglia. Il trasferimento più veloce della storia. Offerta doppia per il giocatore, e non dall’Arabia, programma di viaggio cambiato last-minute. No Milano ma Istanbul, destinazione Fenerbahçe, dove lo aspetta Mou. Non l’unico dei casi di mercato del Milan, in buona compagnia dell’Inter che ha sì aggiustato la panchina, vero buco nero dell’ultima stagione, ma non può illudersi di affrontare la nuova con la stessa squadra, un anno in più sulla carta d’identità per tanti “vecchietti” e Calha in bilico. Tempi duri per Milan e Inter e per il calcio italiano in genere. Siamo già indietro di svariati miliardi rispetto alla Premier, non abbiamo la gestione rigorosa dei tedeschi né la programmazione tecnica degli spagnoli, e adesso non solo l’Arabia Saudita può aprire un rubinetto del petrolio e fare un’offerta mostruosa. Anche la Turchia diventa un rivale. Il mercato è appena cominciato, per i botti c’è tempo, però non è un mistero che gli allenatori non amino gli acquisti dell’ultimo minuto, magari a fine agosto, a campionato iniziato, perché non riescono a impostare il lavoro estivo. I primi segnali non sono rassicuranti.
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Il Milan, per esempio. La beffa notturna su Brown può succedere a tutti, ma significa che le risorse a disposizione non permettono più di essere competitivi rispetto a movimenti di secondo piano. Anche con Jashari non va benissimo: il Bruges sta esagerando con la valutazione, fa muro, la volontà del giocatore alla lunga conterà qualcosa, ma sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire lo svizzero multiruolo, centrale nel centrocampo futuro. In questo momento il Milan considera prioritario il tema degli esterni, ma le fasce non sono… fluidificanti. Venduto Theo, perso Brown, neanche per Doué, fratello dell’attaccante del Psg, ci sono buone notizie: lo Strasburgo, vedi un po’, giudica bassa l’offerta. Non va meglio sul fronte vendite: Thiaw ha detto no al Como e sarebbero stati 25 milioni, Musah non è andato al Napoli e sono mancati altri euro. In compenso Reijnders, il migliore dell’ultima stagione, è andato via. Il Milan non giocherà la Champions e subirà le conseguenze nel bilancio, ma se vuole tornare deve anche investire: Ricci e Modric sono due gran colpi, ora servono quattro nomi: due esterni, il centravanti, altro capitolo messo in disparte ma non dei più semplici, tra Vlahovic, Boniface, Jackson, forse Kean, e un difensore. Ma anche per Leoni, vista la differenza tra offerta rossonera e richiesta Parma, la trattativa s’è chiusa al fischio d’inizio. Agire subito o si rischia un ridimensionamento.
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All’apparenza l’Inter sta un po’ meglio. Almeno la panchina sembra messa a posto. All’Inter ‘24-25 veniva il batticuore se Dumfries rallentava, Lautaro o Thuram avevano un raffreddore e Calhanoglu era fermo ai box. Sono arrivati l’esterno Luis Henrique, che potrà far rifiatare l’olandese, il mediano Sucic, con i mezzi per essere più di una seconda linea se potrà crescere bene, e due attaccanti, Pio Esposito e Bonny, che non faranno rimpiangere Arnautovic, Taremi e Correa. Aggiungiamo che Zalewski è interista: quello vero, il primo della Roma, può diventare titolare anche giocando col doppio trequartista. E poi? Come ha scritto ieri la Gazzetta, squadra che non vince si cambia, ma la formazione titolare presenta troppe incognite: età dei difensori, condizione fisica, identità tattica da rinnovare per non essere prevedibili. Oggi la distanza dal Napoli sembra aumentata, non parliamo dell’Europa. All’Inter non sarebbe spiaciuto liberarsi di Calha: di sicuro la lite a distanza con Lautaro al Mondiale poteva offrire l’occasione della svolta, ma al momento il play resta all’Inter e nessuno s’è fatto avanti. Tornerà il vecchio Calha? Lo speriamo, intanto bisognerà guardarsi intorno. Il problema non è solo in mezzo, dove l’età di Mkhitaryan è comunque un’incognita. In difesa urge un nome forte ma, come per il Milan, la distanza dalla valutazione di Leoni sta complicando non di poco la trattativa. Se quello che si dice del centrale del Parma è vero, un sacrificio andrà fatto per non pentirsene amaramente. Infine il trequartista, il giocatore che farebbe cambiare sistema e forse filosofia: l’idea Asensio è durata lo spazio di pochi giorni, prima di finire nel mirino del Fenerbahçe come Brown. Mou batte milanesi al momento 2-0. E non è che il ruolo, già difficilissimo nel calcio di oggi, sia abbondante di alternative. Marotta dovrà inventarsi qualcosa delle sue, da Marotta.
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