Brescia rinuncia al ricorso contro punti penalizzazione e retrocessione in C

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Il club non si opporrà alla penalizzazione nell’udienza del 10 giugno al Tfn. La sindaca ha riunito i patron dei club dell’hinterland: tempo fino al 15 luglio per il cambio di denominazione

Novanta minuti. Come una partita. Tanto è durato il vertice sul futuro del Brescia tra il Comune e i presidenti dei club bresciani di Serie C. Sul tavolo il destino della squadra della città dopo che il mancato pagamento di stipendi, contributi e ritenute deciso da Massimo Cellino l’ha condannata all’esclusione dal prossimo campionato. “Dal presidente Pasini ho avuto serietà e disponibilità a valutare un percorso che prevede anche altre tappe. A noi interessa dare un futuro al calcio a Brescia”, ha detto al termine dell’incontro la sindaca Laura Castelletti, indicando nel patron della Feralpisalò il frontman del nuovo corso. Per un cambio di sede e denominazione del club c’è tempo fino al 15 luglio. “Ho trovato tre interlocutori disponibili – ha proseguito la prima cittadina – Abbiamo avuto un confronto diretto e franco”. A tal proposito, il Lumezzane con un comunicato firmato dallo stesso presidente Caracciolo in tarda serata ha già fatto capire che si sfila dall’ipotesi di “salvare” il Brescia: “Noi del club, gli imprenditori del Cda del Lumezzane e i professionisti locali che ci assistono, abbiamo tutti preso un impegno reciproco con la comunità locale che è ancora solo agli inizi e che dobbiamo fare di tutto per portare a termine. Ci stiamo tutti impegnando al massimo delle nostre forze per onorare questo impegno, senza distrazioni”, si legge nella nota.

il piano del sindaco

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La riunione a Palazzo Loggia è iniziata alle 19. Oltre a Pasini c’erano il presidente del Lumezzane, Andrea Caracciolo con il patron Lodovico Camozzi, il presidente dell’Ospitaletto, Giuseppe Taini con il patron Sandro Musso. Con la sindaca anche gli assessori Alessandro Cantoni e Marco Garza. Fuori, una cinquantina di ultras del gruppo Brescia 1911 ex Curva Nord: cori a sostegno del Brescia e dell’ex bandiera biancazzurra Caracciolo, slogan contro Cellino e uno striscione con la scritta “Nessuna fusione”. Intanto oggi è prevista l’udienza d’appello al Tribunale federale nazionale contro la penalizzazione costata la retrocessione il 29 maggio. Cellino ha deciso di rinunciare al ricorso: non impugnerà la sentenza, ma l’udienza è ugualmente fissata.

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