La vetrina internazionale è stata un massacro per il calcio brasiliano che ha perso tante stelle. La chiamata dell’Europa sirena troppo forte
Un Mondiale per farti entrare nella storia, un altro per rovinarti. Carlo Ancelotti si è seduto sulla panchina del Brasile con propositi importanti: quelli di riportare in alto una nazionale che da anni è nettamente al di sotto dei suoi standard. Ma nel cammino verso il torneo di Messico, Canada e Stati Uniti un ostacolo è stato il Mondiale per Club che ha spinto molti giocatori importanti ad abbandonare la patria per tentare fortuna altrove.
Il Mondiale per Club e l’assalto del Vecchio Continente
Quando si allestisce una bella vetrina, diventa inevitabile che tanti osservatori entrino nel negozio per acquistare la merce migliore. Questo è accaduto anche nel Mondiale per Club, dove Palmeiras, Flamengo, Botafogo e Fluminense hanno avuto l’opportunità di competere con le squadre degli altri continenti. In particolar modo la Flu è andata avanti più di tutte finché il Chelsea, poi campione del torneo, non le tarpava le ali.
Il mondo ha scoperto che anche fuori dall’Europa esistono stelle di talento. E i club europei non hanno perso tempo nel notarlo, individuando un mercato molto interessante proprio tra le fila brasiliane. Dopo il Mondiale per Club, nessuno dei club citati è riuscito a trattenere tutte le proprie stelle.
I giocatori che hanno lasciato il Brasile
Il club che ha subito le perdite più gravi è stato il Botafogo, per l’importanza dei giocatori nello schema tattico. Già colpito nel mercato precedente dalle partenze di Thiago Almada (all’Olympique Lione) e Luiz Henrique (allo Zenit), il Fogão ha visto stavolta il Nottingham Forest portarsi via Igor Jesus e Jair Cunha.
Nel Palmeiras, una delle grandi rivelazioni del torneo ha fatto le valigie: Richard Ríos è stato acquistato dal Benfica, club sempre attento al talento sudamericano. Prima dei lusitani, ci aveva fatto un pensierino anche la Roma, frenata poi dalla valutazione economica del giocatore. I giallorossi si sono comunque consolati con Wesley mentre Gerson è andato allo Zenit e Jhon Arias al Wolverhampton.
La sfida di Ancelotti: riportare in alto la Nazionale
In totale, sei trasferimenti di sei giocatori chiave. Il prezzo da pagare per chi è meno potente economicamente. Un problema da gestire per Carletto Ancelotti, uomo chiamato a restituire al calcio un grande Brasile. Da un lato, però, è anche una buona notizia perché vuol dire che c’è materiale da cui ripartire a livello qualitativo. Sono anni che la Nazionale latita, con l’Argentina che nel frattempo si è presa la scena. Occorre ritrovare competitività e se ciò significa tornare spesso in Europa per guardare i calciatori… pazienza.