Braida sul Milan: “Ibra non ha competenze, errore cacciare MaldinI”

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L’ex ds rossonero: “Che errore cacciare Maldini, al Diavolo manca un Galliani. Theo, Leao e Maignan non sono leader. Servono 4-5 giocatori italiani”

Alessandro Grandesso

Una crisi di identità e di senso di appartenenza, e alla guida del progetto un Ibrahimovic comunicante, non un uomo forte. Questa in sintesi la situazione del Milan, oggi, secondo Ariedo Braida che dei rossoneri fu uno dei dirigenti dei tempi d’oro, con Berlusconi e Galliani: “Sono triste – spiega Braida al sito di SoFoot -, vedere il Milan in questo stato mi fa star male”.

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Al Milan, sottolinea Braida, ci sono due ragioni principali per spiegare la situazione: “Una crisi di identità e una mancanza di sentimento di appartenenza. Sono stati fatti grossi errori per anni, a tutti i livelli e la conseguenza è che abbiamo un club e una squadra senza identità. L’avevo predetto a inizio stagione che non sarebbe stata una squadra competitiva: il club è troppo instabile, non c’è una direzione chiara, gli allenatori si succedono e la rosa cambia ogni anno. Per essere ambiziosi serve continuità, per esempio lasciando lavorare un allenatore per 2-3 anni, dieci se possibile”. La colpa è condivisa: “I giocatori sono responsabili, ma è difficile essere performanti in un club senza identità. Ciò che manca, è una guida, un uomo forte come lo era Berlusconi. Con lui e Galliani c’era una linea direttrice”.

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Al Milan dunque serve un uomo forte, come Maldini per esempio: “Licenziarlo è stato un errore grossolano, e cacciarlo in quel modo inscusabile. Maldini è una leggenda che lavorava molto bene e rappresentava al meglio l’istituzione”. Non come Ibrahimovic: “Lui non è un punto di riferimento, un uomo forte. Ibrahimovic non ha ancora le competenze e l’esperienza per essere un uomo forte, capace di dirigere un club, è solamente un comunicatore”. E ce n’è anche per i giocatori chiave, come Leao, Hernandez e Maignan: “Sono giocatori di talento, ma non sono dei leader in grado di unire la squadra e rilanciarla. E non hanno la costanza e la personalità per essere dei leader. Nessuno oggi lo è al Milan”. La soluzione? “Prenderei 4-5 giocatori italiani, come all’Inter per esempio. Ciò permette di creare una identità, e poi prenderei dei giocatori con carattere e personalità, è la cosa più importante”



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