L’ex nerazzurro ha commentato le voci sull’accordo tra Simone Inzaghi e l’Al Hilal, siglato prima della finale di Champions: “’Non è da professionisti”. Poi lo sguardo al futuro: “Lautaro? Un vero trascinatore. Su Chivu..”
“Questa sull’accordo con Simone Inzaghi tirata fuori dagli arabi è una storia triste. Non da professionisti. Trovo ingiusto che il nostro allenatore alla vigilia di una partita così importante per il mondo nerazzurro avesse già un altro contratto, non è modo di comportarsi specialmente se il club tenuto all’oscuro di tutto si chiama Inter”.
Roberto Boninsegna, da vecchio e sincero amante della Beneamata, dà voce all’amaro sconcerto popolare. Le rivelazioni di mister Esteve Calzada relative alla trattativa tra l’Al Hilal e il tecnico italiano producono interrogativi inquietanti sulla finale di Monaco. Perché in tanti si stanno chiedendo se l’assenza agonistica dell’Inter non sia dipesa dal diffondersi delle voci sul sicuro addio di Simone. “Il dubbio c’è, ma nessuno può avere la certezza che sia andata così. Di sicuro tra professionisti ci si comporta diversamente, Inzaghi doveva almeno informare per tempo l’Inter della decisione presa. Sapere solo oggi che tutto era stato deciso nei giorni precedenti al match col Psg non è giusto”.
La firma però non c’era stata, ha precisato il Ceo del club arabo: Inzaghi ha voluto rimandarla a dopo la partita…
“Ma è un dettaglio privo di peso, a mio parere. Conta che lui avesse raggiunto l’accordo e quindi a quel punto vincere o perdere la finale non aveva più alcuna importanza: se ne sarebbe andato in ogni caso”.
Certo che gli arabi gli garantiscono un ingaggio da mille e una notte, come si fa a rifiutare?
“Offerta faraonica, senza dubbio e quindi nessuno si scandalizza che abbia accettato. Aggiungo che nel calcio moderno Inzaghi non è il primo e non sarà l’ultimo a definire un trasferimento ad altro club prima della fine della stagione. Ma questo è un altro discorso”.
Chivu deve ripartire: con quale tipo di spinta?
“Ci sono già in rosa ottimi giocatori, ci sono pure delle cose da sistemare sia sul piano tattico che delle individualità”.
Da cosa si deve cominciare?
“Dal centrocampo: manca un regista. Inzaghi ha arretrato nel ruolo Calhanoglu, ricavandone a volte buone prestazioni ma alla distanza si è capito come l’allenatore si sia dovuto un po’ arrangiare, perché il turco ha mostrato dei limiti, nel ruolo”.
Asllani non è parso una alternativa solida, difatti ha giocato poco.
“Ma sì, il ricorso a Calhanoglu spiega la situazione in maniera eloquente: non esisteva una valida soluzione di riserva. Del resto Barella è una bella mezzala e lo stesso Mkhitaryan un centrocampista affidabile, però nessuno di loro può fare il regista, nessuno può essere paragonato al mio Luisito Suarez. E l’Inter in mezzo al campo deve avere un orchestratore di quel livello”.
“Sommer ha confermato di essere un portiere valido, ha fatto ottime parate e appare ancora integro. Inoltre Martinez sembra un vice affidabile, quindi confermiamoli. C’è da fare un innesto nel terzetto degli stopper, se restano tutti”.
Lautaro-Thuram hanno raggiunto un ottimo affiatamento.
“La coppia è giusta, mi piacciono molto. E promettono di replicare il rendimento di questa stagione. Oltretutto la fascia da capitano ha ulteriormente responsabilizzato Lautaro che quando interviene pubblicamente lo fa da trascinatore”.
Chi approderà alla corte di Chivu come prima riserva?
“Penso a un giovane, magari uno che si è formato nel nostro vivaio e che adesso ha bisogno di maturare vivendo una stagione dietro due bomber di razza. Insomma serve uno bravo che si accontenti però di fare il terzo giocando spezzoni di partita. Con i 5 cambi c’è gloria per tutti”.
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