Con Ciro, Castro, Dallinga e Odgaard a disposizione, il tecnico sperimenta una variazione più offensiva al 4-2-3-1
È accaduto in ogni amichevole. Mica solo ieri o l’altroieri. Ogni “benedetta” amichevole. Vincenzo Italiano ama la fase offensiva del calcio. La ama e la potenzia, accompagnandola con una squadra che va massiccia sull’avversario e che alza la linea difensiva su, più su. Ma quel che ha provato e riprovato nei test visti fino a oggi è la “doppia punta”, il doppio centravanti, il 4-2-4 che aiuta a trovare la porta, la faccia offensiva, un attacco variabile dentro il sistema del 4-2-3-1. Il tutto con tre elementi più uno: i tre elementi sono Ciro Immobile, Santiago Castro e Thjis Dallinga. Il “più uno” si chiama Jens Odgaard, ha propensioni generose da trequartista ma nasce e guarda la porta come un “9”. Morale. Vincenzo all’attacco. Sempre di più.
Tutti fanno tutto
—
Durante il ritiro di Valles, uno dei bambini che il tecnico incontrò in piazza – durante un evento appositamente organizzato – gli chiese: “Mister, perché non gioca con le due punte?”. Italiano sorrise e rispose: “Lo studiamo e lo faremo, che sia dall’inizio o durante la partita le vedrete spesso”. Le sta provando, si stanno vedendo e si sono viste anche ieri nel test al chiuso ma anche in quello all’aperto domenica contro lo Stoccarda. Il tormentone sarà: chi gioca dall’inizio? Immobile, Dallinga o Castro? Ecco: Vincenzo Italiano ha a disposizione tre uomini che – l’olandese certamente un po’ meno – possono stare da numero 9 e da sottopunta atipica. Il tutto perché non c’è solo l’idea di finalizzazione da parte di ognuno ma per il fatto che il “giochismo” che anima Immobile fa sì che si possa fare anche questo gioco di potenziamento della struttura offensiva.
Odgaard jolly
—
Ecco: la versatilità delle punte è quello che Italiano sta esercitando e provando per darsi un tono in zona-gol sempre più maturo. E l’aggiunta di Odgaard aiuta, lui nato centravanti ma uomo duttile che sa stare da trequartista/centrocampista: in pratica, lavora come un centrocampista, può vedere la porta come il bomber che era. Ed è stata poi la “trovata” dell’anno scorso.
Le rotazioni
—
Prendiamo ad esempio le ultime due amichevoli: contro lo Stoccarda-A, al 24’ st è entrato Castro e Immobile si è messo tre passi indietro. Sempre un 4-2-3-1 ma mascherato da 4-2-4, perché gli identikit da gol sono quelli. Verso la fine della gara, poi, fuori Immobile e dentro Dallinga con Castro: in quel caso è stato Castro a fare tre passi indietro ma il riempimento dell’area è rimasto prioritario. Contro lo Stoccarda-B, Castro ha cominciato dietro a Dallinga da sottopunta, ma la rotazione dei tre si era vista anche in Val Pusteria o contro Vis Pesaro o Levadeiakos, amichevole a porte chiuse in cui Dallinga ha preso il posto di Karlsson (che era stato schierato sottopunta), si è messo a giocare da centravanti e con Immobile ad assisterlo. Ergo, Italiano dice e fa.
Il Fantacampionato Gazzetta è tornato, con il montepremi più ricco d’Italia! Iscriviti e partecipa
Ciro insegna
—
Tutto questo poter giostrare in vari modi e dentro a varie situazioni offre al tecnico la possibilità di considerare la “doppia punta” certamente più nei momenti in cui la squadra fatica a trovare il gol ma anche in momenti di stallo della gara. È successo anche nella scorsa stagione, certamente non dall’inizio ma in corso d’opera, segno inequivocabile che l’andatura offensiva non dev’essere mai dimenticata. Del resto, anche a Firenze Italiano cercava sempre gli sbocchi da gol, e quel Beltran che a tanti pareva un centravanti lui lo battezzò “sottopunta”, considerandolo anche un gestore di momenti dietro al “9”. Insomma: il Bologna che cerca il gol, con Immobile ha non solo acquistato un giocatore letale ma anche un “adattabile”: che non è un’offesa ma una virtù, e Ciro così lo è sempre stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA