L’attaccante ha parlato della scelta di tornare in Italia e dell’esperienza in Turchia: “Mi chiamavano mister 12 secondi per il gol fatto al Galatasaray”
“Ho l’entusiasmo di un ragazzino, avevo bisogno di rivivere certi stimoli e sentire il calore. Cosa mi ha colpito di più del Bologna? Siamo una squadra collaudata, si vede il lavoro di Italiano, ma soprattutto l’amore che c’è attorno a noi, tutti esprimono affetto per farti sentire a tuo agio. Atmosfera bellissima”. In collegamento dall’hotel del Bologna, Ciro Immobile racconta questa sua prima parte di nuova vita. “Italiano – dice a Sky – Mi è parsa una persona molto sincera, mi ha tirato fuori tutte le convinzioni, non tecniche ma magari delle preoccupazioni che puoi avere andando in un nuovo gruppo. La sua preoccupazione, invece, era che data la mia esperienza potessi metterlo in difficoltà con certi movimenti, che magari non lo ascoltassi del tutto ma alla fine penso che certe cose possano esserci ma abbiamo parlato subito e ci siamo portati avanti. La sua mano si vede”.
nazionale
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Gianni Morandi che si presenta all’allenamento del Bologna (“Un onore averlo conosciuto, allenarsi con Gianni è una delle cose più italiane che potessi augurarmi”), gli esempi passati che sono importanti. A Bologna si rinasce. “Non che in Turchia non mi amassero, per carità, ma quando si è aperta l’opportunità del Bologna mi è piaciuta subito e l’ho colta – continua Ciro Immobile -. Baggio, Di Vaio e Signori prima di me? Non mi sono mai paragonato a nessuno, ho sempre cercato di imparare dalla storia di una società o di un calciatore. Ognuno di noi si deve prefissare degli obiettivi: alla Nazionale ci penso, certo, ho sempre portato avanti la carriera fissando un traguardo, molte volte con tutte le persone che mi stanno attorno ci sono riuscito. Questo è un anno importante per il Bologna, consacrarsi in Europa sarebbe l’idea di evidenziare una bella crescita e anche per questo sono venuto qui: al momento sta andando avanti tutto secondo i miei obiettivi. Gattuso? Non l’ho ancora sentito. Lui non è che deve telefonarmi, deve guardare cosa farò in campo. L’inizio qui è stato bello e forte, sono bello cotto, c’è un entusiasmo contagioso. Ed è quello che cercavo: non è stata un’occasione di rilancio, perché l’anno scorso ho comunque fatto venti gol, ma di ripartenza. L’obiettivo? Di riconfermarmi, ho sempre cercato la continuità nel calcio e nella mia carriera. Quest’estate ho lavorato duro per poter rivivere certe soddisfazioni. Bernardeschi? Ci siamo sentiti spessissimo in quest’ultimo periodo: è molto motivato, sta bene, l’ho ritrovato come prima che andasse via”.
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Obiettivo Europa
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Ciro sorride. E gli viene chiesto della Lazio. “No, non c’è stata la possibilità di ritornarci – ammette l’attaccante quattro volte re dei bomber e a quota 201 gol in Serie A -, ma quello che ho fatto con quella maglia, quello che mi ha dato la città di Roma, la gente, resteranno sempre. Due miei figli sono nati lì. Quando vado via dai posti a me piace sapere che parlano di me come una brava persona. In Turchia mi chiamavano mister 12 secondi? Per il gol fatto subito al Galatasaray. Anche a Bologna capiscono cosa posso dare già dal primo minuto: i tifosi ti fanno sentire il loro amore, è gente entusiasta ma riservata. Un obiettivo? La conferma del Bologna in Europa significa che tutti i giocatori hanno fatto una stagione importante, come l’anno scorso. Da parte mia significherebbe gol, da parte di Orsolini gol e assist e così via. Quest’anno abbiamo quattro competizioni, se arriviamo in Europa magari significa che ho fatto tante reti, che ho cercato di vincere la classifica cannonieri e magari arriverebbe la chiamata della Nazionale”.
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