Sembra un altro mondo, invece era soltanto un altro campionato
I calendari a volte si allineano come fossero pianeti con movimenti calcolatissimi sotto gli occhi di chi crede che nascondano qualche messaggio in particolare. Per Bologna-Juve non si può dire che sia passato un anno esatto ma ci siamo quasi e sembra una partita destinata ad essere una questione di fine campionato. Decisiva. L’anno scorso il Dall’Ara si è acceso il 20 maggio, quest’anno lo farà a inizio mese; dodici mesi fa diluviava, stavolta il meteo promette più clemenza; nel 2024 è finito con un 3-3 in rimonta per i bianconeri, i fuochi d’artificio e una festa infinita tra gli occhialini 3D di Orsolini, la bandiera dell’Unione Europea e il bacio della fidanzata di Calafiori al suo difensore in diretta tv. Domenica è ancora da vivere ma questo Bologna-Juventus sarà tutta un’altra storia. E quella che avrebbe potuto essere la partita di Motta, in realtà di Thiago non avrà nulla.
la (non) partita di thiago
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L’italo-brasiliano dopo l’esonero è in attesa di un altro progetto che possa convincerlo e coinvolgerlo ma, al di là di com’è andata a Torino, niente cancella l’impresa dell’anno precedente. Ma è anche vero allo stesso tempo che del suo Bologna è rimasto poco, così come della sua Signora che Tudor sta continuando a plasmare per confermarla in Champions. L’anno scorso il caso ha voluto che Bologna e Juventus festeggiassero insieme la qualificazione all’Europa più ambita il 12 maggio, quest’anno – salvo crolli dell’Atalanta – complice il mancato posto in più per la Champions che invece l’Italia aveva l’anno scorso, è quasi impossibile che le due riescano a celebrare ancora lo stesso traguardo insieme.
Chissà i tifosi del Bologna come avrebbero ri-accolto Motta al Dall’Ara, chissà come sarebbe arrivata Madama a questo scontro diretto se a metà marzo il club avesse preferito continuare con Thiago. O addirittura come sarebbe andata questa stagione se Motta non avesse mai lasciato Bologna. Pensieri, domande, tanti ‘what if’ tra molte più certezze che invece riguardano tutto quello che, da una parte e dall’altra, è cambiato nel giro di un anno. Tudor ha sostituito Thiago da poco più di un mese, ha dato un capitano alla Juve, trovato una formazione tipo e riportato alla Continassa quella juventinità che i tifosi chiedevano e criticavano – perché troppo poca – a Motta. Italiano invece ha sostituito Thiago a inizio stagione, ha salutato la Champions dopo la fase a girone ma a questo punto della stagione, dopo 34 giornate, è quinto con 61 punti (contro il quarto posto e i 63 punti dell’anno scorso), mentre la Juve era terza a 65 e ora è quarta a 62. Dalle panchine ai marcatori… Chi nel maggio 2024 è stato protagonista, a parte Castro, quest’anno non lo potrà più essere: in gol l’argentino poi Calafiori, Chiesa, Milik e Yildiz per la prima volta decisivo tra i grandi.
C’era Motta da un lato, l’accordo con la Signora e quelle smorfie dei tifosi bolognesi che non potevano sopportare un addio così a beneficio dei rivali. Dall’altra parte invece Allegri era già un ricordo, c’era Montero, Szczesny tra i pali della Juve, Danilo e Bremer davanti a lui; poi ancora Saelemaekers primo cambio del Bologna e Zirkzee prima in tribuna per un infortunio ai flessori e poi in campo per la festa e delle improbabili interviste. Oltre a un grande ‘grazie’ su uno striscione rosso e blu e un Papa sugli spalti con mortadella e tortellini. Sembra un altro mondo, invece era soltanto un altro campionato.
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