Il nuovo numero 10 del Bologna si presenta dopo l’esperienza al Toronto: “Qui ritroverò il fuoco che mi mancava dentro”
La numero 10 del Bologna – quella che fu di Baggio e Signori – eccola qui. Federico Bernardeschi si presenta e quella maglia che era di Jesper Karlsson – senza effetti benefici – adesso la vestirà lui, dopo la crescita a Firenze, il passaggio alla Juve e i tre anni vissuti a Toronto. “Un ringraziamento particolare va alla società, ai direttori e al presidente che mi hanno dato questa opportunità di tornare in Italia, in una realtà che negli ultimi anni sta diventando molto importante. Mi avevano detto che era un gruppo molto bello e coeso, è un gruppo veramente sano, di persone eccezionali, di uomini con valori importanti, merito dell’allenatore e dei ragazzi stessi che voglio ringraziare per come mi hanno accolto. La maglia numero dieci? L’hanno portato grandi giocatori, qui, ed è un orgoglio, la indosserò col massimo onore e il massimo rispetto. Oltretutto, poi, Bologna è una piazza molto calda, i tifosi mi hanno accolto alla grande e noi dobbiamo continuare ad alzare l’asticella”.
“voglio il mondiale”
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Federico si presenta con garbo e concetti limpidi. Senza strafare ma puntando dritto agli obiettivi. “Sono venuto qui per incrementare rosa e valori, abbiamo quattro competizioni davanti, nel calcio si gioca sempre di più quindi c’è spazio per tutti – riprende Federico -. La Nazionale? Sono campione d’Europa come tutti quelli che erano con me, ma non ho mai giocato un Mondiale, per cui è un obiettivo e farò di tutto per esserci. Gattuso? Ancora nessuna chiamata, sono stato via tre anni quindi… Il Canada? E’ stata un’esperienza importante per me e la famiglia, nessun rimpianto di aver vissuto quel periodo al Toronto. Il mio colpo migliore? Col sinistro. Il mio tallone d’Achille? Non ce n’è uno in particolare, ognuno deve sempre mettersi in gioco e cercare di entrare il prima possibile negli automatismi. Il mio passato? Ho un grande rispetto per tutti del mio passato, quindi Crotone, Fiorentina e Juventus”.
“io, adrenalinico”
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“Prima di venire qui ho parlato con Italiano, persona diretta, onesta, quando abbiamo scambiato le nostre opinioni, la sua presenza è stata anche una componente molto importante per il fatto che io sia qui. Siamo ambiziosi, questo é certo. Il Fantacalcio? E’ una cosa che non capirò mai, noi prendiamo insulti e li prendo anche da membri della mia famiglia… In questa squadra ci sono tanti giocatori di qualità, quello che voglio fare è portare i miei valori umani oltre che calcistici, la voglia di rimettermi in gioco, mi sono inserito bene e il ritmo non l’ho perso. Orsolini? Ci conoscevamo già da prima, Ricky qui è un simbolo e ha fatto stagioni straordinarie, si è guadagnato tutto, siamo due mancini naturali ma credo che nelle squadre forti più giocatori top hai e meglio è, anche per alzare il livello, cosa che va fatta per noi e la società. Ho preso casa in centro e lì mi vedrete spesso. Poi? Sono una persona adrenalinica, un po’ il fuoco mi è mancato, esperienza bella a Toronto poi torni a casa e capisci che qualcosa ti manca: così, eccomi qua, non vedo l’ora di ritrovarlo quel fuoco e qui mi sento vivo”.
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orso, rinnovo ad honorem
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Ad introdurre Bernardeschi c’è l’a.d. Claudio Fenucci: “Siamo molto orgogliosi e contenti del fatto che Federico abbia sposato il progetto, è ancora giovane e con una carriera brillante alle spalle. Abbiamo già provato a prenderlo due anni fa, ci darà un grande supporto. Le cessioni? Quello che ho detto la volta scorsa, che non abbiamo bisogno di cedere salvo offerte di un certo tipo, rimane; nel calcio di oggi è così. Noi siamo i primi tifosi ma a volte va tenuta aperta una componente razionale. Di cessioni importanti? Non ne faremo. Lucumi si sta convincendo ad allungare il contratto? In questo momento ci stiamo parlando, comunque ha ancora due anni di contratto, non è immediato. Orsolini? Anche, è il calciatore simbolo, il rinnovo suo è ad honorem. Io gli dicevo di restare perché sarebbe diventato il giocatore simbolo e lo è diventato…”.
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