La nuova arma da fanteria sviluppata da Beretta, con il prezioso consulto di forze speciali italiane, mira a garantire ergonomia, affidabilità, modularità e letalità. Sulla base di quanto mostrato dai recenti conflitti
05/09/2024
Dopo il successo e l’interesse destato a inizio anno alla Defence and Security Equipment International (Dsei) di Londra, all’Esposizione internazionale dell’industria della difesa (Mspo) di Kielce, in Polonia, in corso in questi giorni, continua il percorso di lancio e presentazione della nuova piattaforma di fucili d’assalto New Assault Rifle Platform (Narp) della Beretta.
Per utilizzare le parole della storica Fabbrica d’Armi italiana, il Narp “è adatto ad ogni tipo di operatore offrendo controlli ambidestri e simmetrici, la possibilità di installare diverse tipologie di calcio (telescopico, pieghevole, collassabile), nonché impugnature e calcioli brevettati che consentono una maneggevolezza eccellente ed una transizione veloce in ogni circostanza di impiego”.
Si tratta di fucili ideati, nelle varie configurazioni, in collaborazione tra i tecnici della Beretta e gli operatori delle forze speciali italiane, andando a rappresentare un vero e proprio “salto in avanti” rispetto a quanto fatto, ad esempio, con le varie configurazioni di Arx attualmente in servizio nelle nostre Forze Armate.
Fucili come l’Ar70/90 e lo stesso Arx 160, pur essendo armi di qualità, hanno mostrato nel corso degli anni difetti come – senza voler essere esaustivi – un peso eccessivo e l’assenza della slitta Picatinny per il primo; eccessivo utilizzo di plastica e problemi di chiusura dell’otturatore il secondo.
Superando la precedente concezione ingegneristica, la Beretta ha optato con il Narp per armi molto più simili allo statunitense Ar15/M4 (seguendo quanto già fatto da Francia e Germania con l’Hk416 e dal Regno Unito con l’Aiw), scegliendo di seguire la strada dell’integrazione tra piattaforme del blocco occidentale, pur non andando a produrre un fucile-copia di quello targato Colt.
Parte della pubblicistica specializzata ritiene che il Narp sia una “copia” italiana del fucile M4 ma, indipendentemente dall’aspetto esterno, la nuova piattaforma Beretta introduce tecnologie e materiali nuovi, ad esempio puntando per up e lower receiver sulle leghe di derivazione aeronautica, recuperando resistenza e leggerezza, ma anche superando gli inconvenienti dei materiali plastici.
Le linee guida per la realizzazione del Narp sono legate, essenzialmente, a fornire agli operatori un’arma che sia ergonomica, affidabile, modulare, altamente letale e con una ridotta “firma” sonora e visibile.
I Narp possono essere impiegati da qualunque tipo di soldato e/o operatore, con una particolare attenzione mostrata al loro utilizzo in scenari di combattimento ravvicinato ed in ambiente urbano. Esclusi gli impieghi delle forze speciali, occorre sempre tenere presente che gli attuali conflitti, su tutti quelli in Ucraina e a Gaza, stanno mostrando come i soldati di fanteria abbiano necessità sempre maggiore di disporre di armi dotate di estrema modularità e di resistenza alle condizioni estreme per affrontare combattimenti in aree compartimentate (la grande sfida tecnologica dei combattimenti terrestri e che riguarda anche le armi leggere), che sono diventate, di fatto, quelle ove maggiormente si esplicano le azioni cinetiche delle truppe a piedi.