Nervi tesi e tifoseria in rivolta dalle parti del San Nicola. La panchina di Caserta scotta e la classifica piange
Al San Nicola piove a catinelle. Un uragano di risultati negativi sta spazzando via i buoni propositi rivendicati durante la preparazione estiva. Nei gruppi più caldi della tifoseria pugliese, in realtà, il malcontento serpeggiava ormai da diverso tempo. L’opinione pubblica del pallone biancorosso, a dirla tutta, non ha mai digerito troppo volentieri l’investitura della nuova proprietà targata De Laurentiis.
La dinastia capitanata da Aurelio, patron del Napoli dal 2004, ha fatto fortuna e ricchezza dominando la scena in ambito cinematografico. Il film al timone dei partenopei sta riuscendo in maniera praticamente perfetta. Sorte ben diversa, almeno per ora, nel colossal stuzzicante ma al tempo stesso scivoloso direttamente collegato al fenomeno della multiproprietà calcistica. La discriminante più controversa riguarda la sostanziale impossibilità di un Presidente di un club, e dei suoi affini, di mantenere il controllo economico-finanziario di più compagini nella stessa categoria. Qui sorge il motivo del contendere che più di ogni altro tema infiamma gli animi del popolo biancorosso. La Bari, guai a usare l’articolo al maschile da quelle parti, merita un giorno di tornare nell’habitat idilliaco della Serie A e di restarci stabilmente. Il famoso caso Lotito-Salernitana, però, smorza all’istante gli entusiasmi. L’alternativa ci sarebbe: vendere in caso di promozione. A chi? Ecco il secondo ostacolo. Occorre doverosamente rimembrare alla piazza dei galletti, una delle più passionali in Italia, che il passato sul piano gestionale non è stato di certo florido all’ombra del Teatro Petruzzelli. Un eventuale passaggio di consegne presenta incognite non indifferenti capaci, nella peggiore delle ipotesi, di aprire un vortice di totale incertezza sul futuro.
Il tempo si è fermato il 13 giugno 2023
Le colpe di Luigi De Laurentiis? Ce ne sono e lo stesso figlio d’arte ammetterà onestamente che qualcosa non è andato per il verso giusto. A mancare, in primis, è l’ambizione. La voglia, cioè, di pianificare le operazioni di calciomercato e la composizione dello staff tecnico con l’intento di almeno provare a sbarcare il lunario verso l’alta classifica. Il discorso non è relativo alla spesa. Aguzzando l’ingegno, con un’area scouting operosa e ben delineata ad esempio, è possibile mettere in piedi un team competitivo pur non mettendo mano eccessivamente alle casse del club. Costruire un perfetto mix tra giovani talenti in rampa di lancio e pedine esperte capaci di guidare i ragazzi agli esordi nel labirintico cammino del campionato cadetto. La Serie B è un torneo lungo, faticoso, ricco di società blasonate in cerca di riscatto o di sodalizi neofiti in categorie del genere. Al San Nicola ancora si è rimasti inchiodati alla notte maledetta del 13 giugno 2023 e quel gol all’ultimo respiro di Pavoletti nella finale playoff contro il Cagliari di Ranier.i Un incubo mai archiviato con i contraccolpi avvertiti ancora oggi. Nella stagione seguente, 2023-2024, i galletti strapparono la salvezza per il rotto della cuffia scongiurando la caduta in C. L’annata 2024-2025 ha visto la truppa guidata all’epoca da Moreno Longo accarezzare il traguardo degli spareggi promozione prima di sciogliersi come neve al sole all’ultimo rettilineo lasciando via libera al Palermo.
Figurine mischiate alla rinfusa
In estate la dirigenza ha ordinato una rivoluzione copernicana in panchina e all’interno della squadra. Al timone è stato chiamata Fabio Caserta. L’ex trainer di Juve Stabia, Perugia, Benevento, Cosenza e Catanzaro si è presentato con tante buone motivazioni. Parliamo di un allenatore di tutto rispetto, protagonista in passato di lodevoli esperienze sfoderando spesso anche trame di gioco molto interessanti. Al tecnico è stata consegnata, sulla carta, una truppa ricca di talento. Nomi altisonanti dalla porta all’attacco, passando per il centrocampo. L’estremo difensore ex Frosinone Cerofolini, il poliedrico mediano Maggiore, il roccioso centrale arretrato Nikolaou, il navigato Dickmann, il fantasista Castrovilli, bomber Gytkjaer dal Venezia e l’altra punta Moncini. Insomma, teoricamente un autentico dream team. Una rosa che vale nel complesso, sommando i cartellini dei giocatori, 22,4 milioni di euro. Il problema è proprio il seguente: troppe figurine mescolate alla rinfusa. Latita un quadro preciso a livello tattico e organizzativo.
Situazione critica
La classifica fa terribilmente paura. Bari al quart’ultimo posto a quota 6 dopo 8 giornate di campionato. Bottino da horror con una vittoria, 3 pareggi e ben 4 sconfitte. Soltanto 8 reti messe a segno contro le 15 incassate (differenza -7). La nave biancorossa, al momento, sta facendo acqua ovunque. Nell’ultimo turno disputato i pugliesi hanno ceduto il passo per 3-1 alla Reggiana. Ci vorrebbe uno come Oronzo Canà per risollevare il morale a pezzi del collettivo barese. Il celebre attore, tifoso doc dei galletti, Paolo Sassanelli starà di sicuro passando un brutto quarto d’ora nel vedere ridotta in tal modo la sua squadra del cuore. Lontani i tempi gloriosi dei vari Catuzzi, Iorio, Acerbis, Gerson, Joao Paulo, Boban, Jarni. Per non parlare del talento locale Antonio Cassano lanciato da Eugenio Fascetti a inizio secolo. Poi ancora Marcolini, Osmanovski, Masinga e tanti altri che a Bari hanno lasciato un pezzo di cuore. Passerà la bufera e tornerà a brillare il sole. Per la successione del povero Caserta, intanto, girano diversi nomi. Alcuni paventano addirittura un ritorno di Moreno Longo, altri invece ipotizzano l’arrivo di Guido Pagliuca appena esonerato dall’Empoli. All’orizzonte spuntano ulteriori profili. Da Maran a Semplici passando per Tesser e D’Angelo.