Barcellona e i polsi fasciati, il parere del medico: a cosa servono

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Marco Scorcu, vicepresidente della Federazione medici sportivi e medico del Cagliari: “Se uno ha qualcosa da nascondere perché usare il polso o la mano e non altri punti meno visibili? Credo più alla scaramanzia”

Elisabetta Esposito

Giornalista

Marco Scorcu, da vicepresidente della Federazione medici sportivi nonché medico del Cagliari, quale utilità vede dietro a un certo tipo di bendaggi a mani e polsi? 

“Unicamente quella di facilitare la guarigione di una patologia pregressa. Non vedo e non voglio assolutamente intravedere un secondo fine”. 

A lei è capitato di bendare i suoi giocatori? 

“Ne avevo due che lo facevano regolarmente per esito di distorsioni al polso. I portieri poi lo fanno sempre, visto che sono soliti sollecitare quella parte del corpo e sono sottoposti a numerosi traumi ai polsi. Certe volte può accadere che il bendaggio si mantenga anche una volta risolto il problema, ma lo riferisco sempre a una patologia di quella zona”. 

Nessun retropensiero dunque. 

“Assolutamente no. Anche perché, diciamolo chiaramente, gli accessi venosi sono tantissimi. Se qualcuno avesse qualcosa da nascondere, perché dovrebbe utilizzare il polso o la mano mostrando poi un bendaggio tanto evidente quando potrebbe farlo tranquillamente in aree del corpo meno visibili? E soprattutto, una volta utilizzato quell’accesso venoso, come accade nei prelievi. dopo mezz’ora la protezione non serve più. Stiamo parlando di club e federazioni con protocolli rigidissimi, più logico ricondurre tutto a una questione di scaramanzia che a qualcosa che abbia a che fare con l’accesso venoso. Lo dico sul serio, io penso più a un giocatore scaramantico perché ha segnato con una benda e quindi voglia mantenerla anche dopo la patologia che a un’iniezione per via endovenosa”.



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