La surreale storia dell’uomo che ha dominato l’ultima Conference League.
In quella che è stata la peggior serata per i suoi tifosi da almeno un anno a questa parte, la Fiorentina, come l’Aston Villa, come il Maccabi Tel Aviv e come il Ferencvaros prima di lei, ha dovuto fare i conti con un attaccante di 31 anni, nato in Marocco e di cui in Europa non si era mai sentito parlare più o meno fino a qualche mese fa: Ayoub El Kaabi.
Per comprendere bene il percorso di El Kaabi dobbiamo tornare indietro di circa sette anni. Il centravanti marocchino ha 24 anni e ha appena conquistato la promozione nel massimo campionato del suo paese con il Racing Casablanca. In quella squadra lui era arrivato appena maggiorenne e come difensore, iniziando come centrale e venendo poi spostato come tezino. Se a distanza di una decina di anni parliamo di El Kaabi come di un centravanti decisivo in una finale europea è perché il suo percorso è stato molto lungo sia a livello geografico che a livello tattico.
Nel 2014, quando ha appena 20 anni, El Kaabi viene impiegato in prima squadra come esterno difensivo e il risultato, incredibile, è che quella stagione la conclude con ben 8 gol, tanto che, l’estate seguente, viene portato a fare il centravanti. Dall’estate 2015 parte quindi il percorso di Ayoub El Kaabi come lo conosciamo ora: il Renaissance Berkane, la squadra dell’omonima città nell’est del Marocco, lo preleva nel 2017, dopo aver trascinato il Racing alla promozione.
Qui cominciamo ad avere delle tracce del suo talento: El Kaabi gioca infatti sia da esterno alto che da centravanti vero e proprio, segnando 4 gol nelle sue prime 7 partite, che diventano poi 12 nelle sue prime 23 in campionato e 18 includendo anche le coppe. In mezzo, viene convocato dal Marocco per la Coppa delle Nazioni Africane (una sorta di Coppa d’Africa ma per soli giocatori che giocano nel continente) e segna 9 gol in 7 partite, portando il Marocco alla sua prima vittoria e vincendo anche il premio di MVP del torneo.
Nell’estate del 2018 il viaggio fisico di El Kaabi prende il via: in preda al quel sogno febbrile che è stato il boom del calcio in Cina, l’Hebei China Fortune decide di acquistarlo dal Berkane, mettendolo al centro di un attacco che insieme a lui vedeva Ezequiel Lavezzi e Gervinho. Il suo primo semestre è abbastanza in linea con quanto visto in Marocco: segna 5 gol in 13 partite in Super League, mentre il secondo anno parte decisamente meglio, dato che nelle prime tre partite segna tre gol, ma finisce in modo quasi disastroso, portandolo a chiedere la cessione in estate, quando il campionato cinese è circa a metà.
Nell’estate 2019, quindi, El Kaabi torna nella sua città natale, Casablanca, ma lo fa per giocare con il Wydad, che poche settimane prima aveva vinto il titolo nazionale. Qui l’inizio è decisamente positivo: nelle prime 13 partite segna 8 gol ma a fine dicembre si infortuna, chiudendo anzitempo la sua stagione.
La svolta arriva dopo lo stop per la pandemia da Covid: nella stagione 2020/21, El Kaabi segna 22 gol in 39 partite tra campionato e Champions League; in mezzo viene convocato nuovamente per la Coppa delle Nazioni Africane e ancora una volta riesce a prendersi la coppa, segnando sia ai quarti di finale che in finale e venendo anche nominato nella squadra del torneo.
La sua media altissima viene notata nell’est della Turchia, precisamente dall’Hatayspor, la squadra di Antakya – o Antiochia di Siria se preferite – che è appena stata promossa in Super Lig. Questo è il momento in cui El Kaabi inizia a fare conoscenza con i campionati europei e il rendimento, nella prima stagione e in una squadra costruita per non retrocedere, è clamoroso: in 32 presenze arrivano 18 gol e due assist, con l’Hatayspor che si salva comodamente.
In Turchia finalmente riusciamo a realizzare bene che tipo di giocatore è Ayoub El Kaabi: il marocchino è un attaccante fatto di movimenti, non particolarmente a suo agio con il pallone tra i piedi ma molto bravo a muoversi senza, in modo da costruirsi così delle conclusioni semplici da eseguire, sia di testa – che è un suo punto di forza, pur non essendo particolarmente strutturato fisicamente – che con il suo sinistro, non raffinatissimo ma comunque molto preciso.
Anche la sua seconda stagione parte bene: in 20 partite segna 8 gol e fornisce 3 assist ma la sua stagione termina anzitempo. La notte del 6 febbraio 2023, infatti, la zona di Antakya viene colpita da un terremoto devastante, che rade al suolo quasi tutte le città del sud-est della Turchia e del nord della Siria. Tra i due paesi muoiono oltre 60mila persone e anche l’Hatayspor viene colpito duramente: nel terremoto perde un giocatore, Christian Atsu, e il suo direttore sportivo, Taner Savut.
In quel momento, la Federcalcio Turca, concede ai club delle zone colpite di ritirarsi dal campionato: l’Hatayspor e il Gaziantep accettano l’offerta e, per aiutarli, viene aperta una sessione di mercato straordinaria. A marzo, quindi, Ayoub El Kaabi lascia la Turchia e se ne va in Qatar, nell’Al Sadd, che in panchina ha l’attuale vice di Pep Guardiola al Manchester City, Juanma Lillo. In Qatar, El Kaabi rimane giusto qualche mese: gioca una decina di partite, segnando 6 gol, e a giugno si libera gratis, firmando con l’Olympiakos.
Il club del Pireo è in un momento particolare: dopo aver vinto 10 campionati in 12 anni – anche con mezzi decisamente poco trasparenti – vive un momento complicato, visto che nella stagione precedente non solo non era riuscito a difendere il titolo, ma era addirittura finito alle spalle delle sue storiche rivali: l’AEK e il Panathinaikos. El Kaabi arriva quindi al Pireo nell’ambito di un mercato che oltre a lui porta un’abbondante decina di giocatori, tra cui Jovetic, Iborra, Hezze, Retsos e Podence, che insieme a lui saranno in campo nella finale di Atene.
Per sua fortuna, però, l’impatto con il campionato greco è ancora una volta molto positivo, stavolta con una squadra progettata per lottare per il titolo: in Super League segna 5 gol nelle prime 6 partite, affiancandone altri 4 nelle tra preliminari e fase a gironi di Europa League.
L’Olympiakos, però, non è la squadra brillante a cui siamo abituati. Da ottobre a dicembre la squadra comincia ad avere problemi, El Kaabi segna solo due gol e a inizio dicembre l’allenatore, Diego Martinez, viene esonerato e sostituito da Carlos Carvalhal. El Kaabi, però, gioca solo quattro partite per lui: a fine dicembre parte per la Coppa d’Africa e al suo ritorno fa in tempo a giocare un tempo nella sconfitta per 2-0 nel derby con il Panathinaikos che vale l’esonero al portoghese.
Qui, però, le cose vanno finalmente al loro posto: in panchina viene infatti chiamato José Luis Mendilibar, esonerato pochi mesi prima dal Siviglia con cui aveva vinto l’ultima Europa League. Con lui in panchina, El Kaabi diventa una macchina da gol mai vista: nelle ultime 6 partite di regular season segna 8 gol, aggiungendone altri due nelle prime 4 dei play-off.
Data la sua mobilità, El Kaabi è il giocatore perfetto per lo stile di Mendilibar: il marocchino è infatti un giocatore molto utile quando deve andare a pressare e con il tecnico basco è diventato ancora più bravo nel manipolare le linee difensive, riempiendo le sue partite di movimenti in avanti e indietro che mettono costantemente sotto stress i difensori avversari.
Non è un caso che proprio in Conference El Kaabi abbia dato il meglio di sé: anche nelle scorse edizioni abbiamo visto attaccanti molto dinamici e bravi a muoversi in profondità, come Abraham e Bowen, imporsi facilmente nella competizione, anche agevolati da un livello tecnico non altissimo.
E infatti, in 9 partite, tutte a eliminazione diretta, El Kaabi segna 11 gol. Segna sia all’andata che al ritorno contro il Ferencvaros nello spareggio. Segna l’unico gol nell’andata degli ottavi contro il Maccabi Tel Aviv, che l’Olympiakos perde 4-1, e poi ne fa altri due nel ritorno, permettendo ai suoi di trascinare la partita ai supplementari, poi vincendola.
I quarti di finale, contro il Fenerbahçe, sono gli unici in cui non segna mai, limitandosi a un assist nella partita di andata e alla trasformazione del suo rigore nella serie finale al ritorno. Poi arrivano la semifinale, con tripletta all’andata e doppietta al ritorno contro lo strafavorito Aston Villa di Emery, e la finale con la Fiorentina, di nuovo decisa da lui, per altro nello stadio che normalmente ospita i rivali dell’AEK.
Quella di Atene è stata probabilmente la serata più bella della vita di El Kaabi, arrivata al termine di un percorso che lo ha visto muoversi tra tre continenti e che forse lo porterà a muoversi ancora. A fine giugno, infatti, scadrà il suo contratto con l’Olympiakos e molte voci lo hanno già dato nell’orbita di alcune squadre turche, forse anche per ricominciare una storia interrotta troppo bruscamente un anno fa.
Non sappiamo dove il calcio porterà Ayoub El Kaabi, ma sicuramente abbiamo visto come, ancora una volta, il calcio sappia dare infinite possibilità: per lui, che dieci anni fa giocava terzino nella seconda divisione marocchina, questa è arrivata alla soglia dei 30 anni, con una coppa che probabilmente non dimenticherà mai.
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