Gasperini cercherà di agganciare la capolista, anche se Inzaghi ha vinto tutti gli ultimi 7 confronti: due di questi per 4-0
A talanta-Inter sarà l’ultimo scontro diretto per lo scudetto e scioglierà qualche nodo. Un pari avvantaggerebbe il Napoli, se la squadra di Conte vincesse a Venezia. Questi sono ragionamenti di classifica. Atalanta-Inter sarà l’ennesimo incrocio tra due allenatori che più o meno condividono la grafica tattica, il 3-4-2-1 di Gian Piero Gasperini contro il 3-5-2 di Simone Inzaghi, e che si basano su principi di gioco molto differenti.
il dato clamoroso
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Non si può che partire da un dato fragoroso: Gasperini ha perso le ultime sette partite contro Inzaghi. I risultati delle ultime tre sono stati netti, due 4-0 e un 2-0, come se tra le due squadre ci fosse una distanza ampia che in realtà non c’era e non c’è. Viene da chiedersi perché. Forse c’entra la maledizione di Appiano. Gasperini chiuse male la sua breve esperienza all’Inter, un paio di mesi nell’estate del 2011, e può essere che abbia scontato una specie di legge del contrappasso. Queste però sono riflessioni esoteriche.
la contromisura
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È possibile, forse probabile, che Gasperini, negli ultimi faccia a faccia con Inzaghi, abbia scontato l’aggressività. Il gasperinismo esige gli assalti uomo contro uomo, rubare palla per attaccare con immediatezza la profondità. L’Inter di Inzaghi però ha una cifra tecnica elevata, fa girare la palla con abilità ed è maestra nel colpire alle spalle chi l’aggredisce. L’Inter riempie a meraviglia i vuoti che si creano alle spalle di una linea difensiva “alta” come quella gasperiniana, ma qualcosa è cambiato, negli ultimi tempi. L’Atalanta ha smussato la sua furia o, meglio, l’ha resa più funzionale e cinica. Gasperini è diventato calcolatore. Ha capito che gli scudetti si vincono anche con la strategia dell’adattamento all’avversario. Emblematico quanto successo pochi giorni fa a Torino: la Juve avanzava, l’Atalanta ripartiva, e così ha preso forma la mattanza, il 4-0 dell’umiliazione. Un’impressione confermata dal baricentro medio, l’Atalanta allo Stadium ha mantenuto un atteggiamento basso, a 48-49 metri. In campionato l’Atalanta non subisce gol da cinque giornate. L’ultima rete l’ha incassata contro il Torino, il 1° febbraio, Maripan di testa su punizione. Ulteriore conferma di come l’Atalanta si sia fatta più accorta e attenta, e ci aspettiamo che contro l’Inter prosegua sulla stessa falsariga. Maggior compattezza, linee più strette, massima attenzione a non creare vuoti tra i suoi difensori e il portiere Carnesecchi, spazi in cui l’Inter sguazza. In sintesi, abbassarsi per ripartire veloci una volta riconquistato il pallone. Come sempre, e come fanno tutti, si procederà alla schermatura di Calhanoglu, la mente pensante del giropalla inzaghiano. Retegui e Lookman disturberanno il turco in prima battuta, nei momenti in cui il regista scenderà quasi tra i centrali di difesa. Ederson gli metterà pressione quando avanzerà. Una mini-gabbia, sebbene Gasperini contempli uno contro uno.
la risposta
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Nell’Inter dell’ultimo periodo, Inzaghi ha estremizzato l’universalismo di Alessandro Bastoni, ha osato impiegarlo come esterno di centrocampo, data l’epidemia di infortuni che ha colpito le fasce, e ne ha ricavato un’ottima prestazione nell’andata contro il Feyenoord (meno brillante è stato Bastoni in quel ruolo contro il Monza). Bastoni è il jolly multiuso, di fatto può recitare tante parti. Di base resta un centrale difensivo, ma il mancino preciso al lancio lo rende un regista aggiunto, con i suoi cambi di gioco può pescare innescare Barella negli eventuali spazi al centro e Dumfries sulla destra. Bastoni però sa tramutarsi in terzino sinistro di spinta e spingersi fino al fondo per crossare. I suoi travestimenti confondono. Come lo conterrà l’Atalanta, che per statuto osserva l’uno contro uno, l’uomo contro uomo? Gasperini potrebbe tenere Brescianini largo a destra proprio per “impallare” Bastoni nei suoi primi movimenti. Bellanova, l’esterno destro puro dell’Atalanta, ha la gamba per contenere Bastoni e per contrattaccarlo, ma su quella fascia l’Inter avrà Carlos Augusto che più di Dimarco, titolare della corsia, però indisponibile, ha il senso della fase difensiva. Le fasce come snodi cruciali: dall’altra parte, sulla destra interista, Pavard e Dumfries contro Kolasinac e Zappacosta. Già sentiamo il clangore della ferraglia che produranno gli scontri tra Kolasinac e Dumfries. Il risultato passerà anche per la gestione della palla. L’Inter è prima in Serie A per possesso (59,6 per cento di media, quasi 60 in pratica); l’Atalanta quarta (56 per cento netto). Quasi quattro punti di differenza, né molti né pochi, ma più dei numeri conterà la sostanza: prevarrà la capacità di rubare palla dell’Atalanta o la destrezza dell’Inter nella circolazione? E si ritorna al punto di partenza. Le possibilità di vittoria dell’Atalanta saranno legate all’applicazione difensiva, alla capacità di non concedere praterie tra Carnesecchi e gli altri dieci. L’Inter è strutturata per reggere gli urti e riempire di tecnica i vuoti concessi dagli avversari.
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