Sudarshan Gopaladesikan era arrivato alla Dea grazie a Congerton dopo che il proprietario Steve Pagliuca aveva deciso di creare un dipartimento di dati e analisi
Billy Bean, gli algoritmi, il baseball. Ma poi anche il calcio, il Milan. E l’Atalanta, soprattutto la Dea, dopo l’arrivo di Steve Pagliuca, proprietario (ancora per poco) dei Boston Celtics, una delle squadre Nba che più di ogni altra utilizza i numeri per scegliere i profili ideali al loro sistema di gioco. Non a caso Mike Zarren, vice presidente delle “basketball operations” e riconosciuto come uno dei leader nel campo dell’analisi statistica avanzata di giocatori e squadre, parte fondamentale dei processi di pianificazione strategica e di valutazione del personale, si è recato più volte a Bergamo per portare le conoscenze accumulate nella pallacanestro e condividerle con l’Atalanta. L’uomo designato in queste ultime stagioni per il lavoro quotidiano in casa Dea si chiama Sudarshan Gopaladesikan, oggi passato al Newcastle.
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L'”operazione algoritmo” venne messa in moto dopo l’arrivo di Pagliuca. Tony D’Amico fu assunto come sostituto di Sartori nel ruolo di ds. Sul mercato con un budget ridotto arrivarono giocatori poi rivelatosi di alto livello. Lee Congerton, ex dirigente di Leicester City e Celtic, fu ingaggiato per aggiungere respiro internazionale al reclutamento dell’Atalanta. Nel frattempo, la proprietà decise che fosse giunto il momento di creare un dipartimento di dati e analisi. Poter contare su prove concrete per supportare il processo decisionale era ciò a cui Pagliuca era abituato non solo nel suo lavoro quotidiano alla Bain Capital, ma anche come comproprietario dei Boston Celtics. Congerton conosceva la persona giusta per quel ruolo. C’era un ragazzo al Benfica. Era un laureato Microsoft che, dopo aver avviato una partnership tecnica con il Real Madrid, fu invitato a fondare il primo dipartimento di scienze motorie del Benfica, a beneficio di scouting, scambi di giocatori, analisi tattica, monitoraggio del carico di lavoro e sviluppo dei giocatori. Si chiamava Sudarshan Gopaladesikan. “L’ho portato personalmente dal Benfica all’Atalanta – ha detto Congerton a The Athletic -. Ha avuto una buona formazione calcistica durante la sua permanenza al Benfica e mi ha aiutato a portare una visione a 360 gradi su diverse idee di mercato.”
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In una conferenza di quest’anno, Gopaladesikan ha mostrato come nella sua prima sessione di mercato indicò alla dirigenza Ademola Lookman. Congerton lo conosceva dai tempi del Leicester e pensava che la sua flessibilità di ruolo lo rendesse adatto allo stile offensivo di Gasperini. Il nome non suscitò grande entusiasmo. Lookman aveva cambiato diverse squadre: il Charlton, poi l’Everton, che lo aveva prestato al Lipsia, che lo aveva acquistato e poi lo aveva prestato a sua volta al Fulham e al Leicester. Lookman, allora solo 24enne, era disponibile per soli 10 milioni di euro. Gopaladesikan elaborò i dati per valutare quanto i suoi livelli di prestazione sarebbero stati trasferibili all’interno del modello di gioco dell’Atalanta. Il modello di Gopaladesikan mostrò che il nazionale nigeriano era migliore nel suo ruolo rispetto a giocatori come Mohamed Salah, Bukayo Saka e Raphinha. Lo stesso accade per Hojlund, sul quale la Dea ottenne poi una plusvalenza di 53 milioni di euro. Il totale nell’era Percassi, come scritto in questi giorni da Calcio & Finanza, ammonta addirittura a 675 milioni.
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“Suds è stato determinante nello sviluppo di un programma di analisi statistica all’avanguardia per l’Atalanta – ha detto Pagliuca a The Athletic -. Queste analisi hanno migliorato le nostre capacità nella valutazione dei giocatori da acquisire e nella preparazione delle partite. L’Atalanta ha tratto grande beneficio dal suo impegno e siamo grati a Suds per la passione e la determinazione che ha portato al club ogni giorno”.
La Gazzetta dello Sport
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