All’Inter mi ubriacavo, mi dissero di lasciare Milano. Ho bevuto 70 birre in una notte
November 19, 2024 | by allcalcio.it
Fredy Guarin ha raccontato in un’intervista la sua vita legata al problema dell’alcol. L’ex centrocampista dell’Inter ha spiegato come la cosa stesse degenerando proprio in nerazzurro: “Dormivo, mi allenavo e bevevo, dissero al mio agente di portarmi via da Milano”.
Fredy Guarin ha smesso di giocare a calcio nel 2021 dopo la fine del suo contratto con i Millonarios. La squadra colombiana è stato l’ultima compagine dove ha militato il centrocampista che in Italia abbiamo conosciuto e apprezzato con la maglia dell’Inter. In nerazzurro ha giocato 141 partite segnando 22 gol più 38 assist dal 2011 al 2016. Ma poi cos’è accaduto a Guarin? Prima di tornare a giocare in Colombia e chiudere in patria la carriera, Guarin è stato anche con lo Shanghai Shenua in Cina e con il Vasco da Gama, ma nel frattempo qualcosa non andava.
Fredy Guarin ha giocato nell’Inter per quattro anni, dal 2012 al 2016
Non tanto in campo, ma fuori. Nel 2021 ci fu una lite furibonda col padre con tanto di rissa e arresto da parte della polizia. Successivamente il messaggio d’aiuto postato sui social in cui Guarin ha messo a nudo tutti i suoi problemi personali, soprattutto legati all’abuso di alcol, in cui l’oscurità della vita gli aveva presentato il conto: “Queste lacrime che vedete nella foto sono quelle di un uomo pieno di vizi, errori, peccati e tante altre cose”. Ora la confessione nel corso di un’intervista a ‘Los Informantes’ di Caracol Television, quando ha confessato: “Nella mia mente c’era la morte, sapevo che sarei andato a morire”.
L’intervista di Guarin in cui mette a nudo il suo problema con l’alcol
Guarin si è aperto parlando della sua vita legata soprattutto alla dipendenza dall’alcol mentre era all’apice del calcio mondiale, all’Inter. “Bevevo in casa, in discoteca e al ristornate, quella era la m**da, sapevo che stavo sbagliando nel mio lavoro e nella mia responsabilità familiare. Dormivo, mi allenavo e bevevo, e così ogni giorno – ha spiegato Guarin rivelando poi cosa stesse accadendo -. Dissero al mio agente che dovevo andare via da Milano, sentivo che non avevo limiti”. E così nel 2016 il suo contratto con i nerazzurri scade e Guarin finisce in cui allo Shanghai Shenua.
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L’alcol però anche qui dominava la sua persona. “Portai 16 persone per mettere insieme lì il mio gruppo in Cina – spiega -. Non avevo idea dei soldi, guadagnavo un sacco di soldi, i soldi non andavano sul mio conto, vivevo con i premi e questo mi dava una vita di lusso… notti, feste, yacht, aerei, ho dato via i soldi”. Poi il Brasile, il Vasco da Gama e i primi 6 mesi vissuti insieme alla famiglia col supporto di psicologi e psichiatri: “In quel periodo mi sentivo l’uomo più felice del mondo”. Ma il Covid rovinò tutto il lavoro fatto fino a quel momento per il problema dell’alcol.
Guarin con la maglia del Vasco da Gama.
Il trasferimento in Brasile al Vasco da Gama che ha peggiorato tutto
Il calcio in quel momento era totalmente fermo senza allenamenti né partite. “Andavo nelle favela per cercare il pericolo – ha raccontato -. Ho bevuto 70 birre in una notte, mi dava adrenalina vedere le armi e non misuravo il rischio passando 10 giorni completamente ubriaco: mi addormentavo per la stanchezza, mi svegliavo con la birra accanto dove mi ero addormentato e poi mi ubriacavo di nuovo”. Guarin a un certo punto scoppia in lacrime ed è costretto a interrompere l’intervista. Guarin a un certo punto racconta il tentativo di suicidio.
“Abitavo al 17esimo piano e in quel momento mi sono staccato dalla vita, da tutto e la mia reazione è stata quella di lasciarmi andare ma lì c’era una rete sul balcone e saltando sono tornato indietro”. La vita evidentemente ha voluto dare un segnale a Guarin, una scossa. “Sapevo che, in qualsiasi stato di ubriachezza, sarei andato a morire, non avevo molta paura e sono arrivato al punto in cui non mi importava di niente e potevo farmi del male, senza pensare ai miei figli, alla mia famiglia, ai miei genitori, senza pensare a nessuno”.
Il percorso riabilitativo di Guarin per ritornare a fare una vita normale
Il ritorno in patria in Colombia ai Millonarios per tentare un nuovo inizio prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo. Dal 2024 ha iniziato un trattamento riabilitativo anche aiutato dall’amico e calciatore Juan Fernando Quintero: “È uno scopo che Dio sta mettendo in noi e so che raggiungerà tanti angoli del mondo, toccherà tanti cuori e salverà vite umane“.
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