Gianluca Sordo si è sfogato sulle colonne del Corriere della Sera: “Allegri? L’Ho mandato a quel paese. Mai visto o sentito quando mi trovavo in terapia intensiva”.
“Il calcio mi ha dimenticato”: così Gianluca Sordo si è sfogato sulle colonne del Corriere della Sera. All’inizio degli anni ’90 si è messo in mostra come uno dei migliori talenti emergenti del calcio italiano. Prima la finale della Coppa Uefa con il Torino contro l’Ajax, dove colpisce anche una traversa. Poi il passaggio al Milan di Capello nel 1994 per 5 miliardi di lire. Con i rossoneri però non riesce a imporsi in una squadra piena di campioni: da lì non sarà più lo stesso giocatore.
Sordo, l’aggressione che lo ha cambiato per sempre
Nel 2005 Sordo ha subito un’aggressione in un locale che lo ha costretto a un’operazione chirurgica dopo la testata presa alla tempia sinistra. Un mese in terapia intensiva, ancora oggi riporta i danni fisici di quell’episodio che lo ha segnato per sempre. Aveva già finito la sua carriera in campo, con l’ultima stagione giocata con la maglia dell’Aglianese. Nell’annata 2003/2004 in panchina c’era un giovane Massimiliano Allegri, alla sua prima esperienza sulla panchina di una prima squadra. Sordo era tra i giocatori più anziani della formazione all’epoca in Serie C2.
“Allegri? L’ho mandato a quel paese. Stavo per farlo anche con Galliani poi…”
Nell’intervista al Corriere, Sordo ha accusato tanti del mondo calcistico, tra cui proprio Allegri: “All’Aglianese, era alla sua prima esperienza mentre io ero il giocatore più anziano. Di lui conservo un bruttissimo ricordo. Gli davo una mano, in campo si era creato un bel rapporto, era tutto un ‘Gianlu, Gianlu, Gianlu’”.
Sordo poi racconta di come la situazione sia cambiata dopo l’aggressione subita: “Poi in un mese di terapia intensiva non si è mai fatto vedere o sentire. Tutti sapevano quello che mi era accaduto, ne avevano parlato tv, radio e giornali. Non ero andato in Groenlandia, stavo lì a pochi minuti d’auto da lui, una persona con cui avevo condiviso le giornate fino a qualche mese prima. Mai un lunedì dopo le partite che sia venuto a salutarmi”.
I due, anni dopo l’accaduto, si sono anche incontrati di nuovo: “Un giorno a Forte dei Marmi, stava per firmare col Milan. Ha provato ad abbracciarmi fuori da un negozio come se non fosse successo niente, ma avrebbe dovuto pensarci prima. Ero arrabbiato, lo mandai a quel paese. Mi è dispiaciuto perché era con una persona anziana, forse il padre. E stavo per fare lo stesso anche con Galliani, poi un mio amico mi ha fermato in tempo”.
Sordo: “Milan? Non meritavo di stare in mezzo a quei campioni”
Sordo è poi tornato a parlare del suo passaggio al Milan: “Non meritavo di stare in mezzo a quei campioni. Avevo ancora un anno di contratto col Torino. Potevo usare l’interesse dei rossoneri come leva per un rinnovo e diventare una bandiera”. E poi accusa il suo agente dell’epoca, Oscar Damiani: “Ma il mio procuratore badò più alla sua parcella che al mio interesse. Avevo 24 anni, ti chiama un club così, come facevo a dire di no? Doveva essere lui a farmi ragionare”.